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Simonetta De Bartolo Intervista
FABIO MARANGONI


Chi è...
Fabio Marangoni?

Fabio Marangoni è nato a Torino il 29/05/79, ma vive a Volpiano un paese a pochi chilometri dal capoluogo.
Affascinato dalla scoperta dei poeti simbolisti francesi, inizia a comporre poesie che vengono riunite successivamente nella raccolta "Il sogno della crisalide", ancora inedita.
Dal '98 scrive racconti incentrati sul mistero e sul fantastico ispirati dagli autori americani dell'Ottocento, Poe in primis, ma anche influenzati dal movimento milanese della Scapigliatura. Ha esordito editorialmente pubblicando il racconto "Le ceneri" sul volume "Visioni Infernali", Edizioni G.Ho.S.T, Torino.
Nel 2003 pubblica il suo primo libro, "Neroanimale", una raccolta di racconti che mescolano abilmente tematiche tradizionali del mistero e dell'orrore con quelle stilisticamente più moderne del noir di periferia, per le Edizioni Il Foglio di Piombino (LI).
Nel 2004 il racconto "Centauri come back!" entra a far parte del volume "Carne Morta", AA.VV., edizioni G.Ho.S.T, Torino, dedicato ai non-morti.
Nel 2005 vince la 6^ edizione del Premio Letterario Licurgo Cappelletti con il racconto "Da zero a cento".
Nel 2006 è presente nell'antologia "Torinoir", Edizioni Il Foglio di Piombino (LI), racconti gialli e noir ambientati nella cintura torinese scritti da torinesi.
Lo stesso anno il racconto "Lughnasadh" è incluso nell'antologia "Stregonesque" della Magnetica Edizioni (NA) incentrata sulla figura femminile della strega.
Dal 2007 è direttore di collana dell'editrice Magnetica Edizioni (NA) e promuove progetti dedicati al nuovo horror e al fantastico italiano.
Lo stesso anno pubblica il racconto "Fobia" nella raccolta dedicata ai felini diabolici "Gatti dal Buio" (Magnetica Edizioni) e per lo stesso editore cura la prima antologia dedicata ai racconti cannibali selezionati dall'omonimo concorso, dal titolo "Mangiami".

>>Mangiami una recensione di Simonetta De Bartolo

Ha collaborato saltuariamente con una prestigiosa rivista per adulti. Ama guardare e scrivere di cinema di genere italiano.
Collabora con il portale La Tela Nera, dove è stato giurato del concorso gratuito per racconti noir/horror/mistery NeroPremio e di altre importanti iniziative letterarie, cura la rubrica delle recensioni librarie e dove sono ospitate anche le sue pagine personali: www.latelanera.com/marangoni, con informazioni e racconti dell'autore.

D: Siamo a conoscenza della tua "atavica" collaborazione con <<La Tela Nera>>. Come e quando inizi, invece, a collaborare con la Magnetica Edizioni?
R: La collaborazione è recente, dall'anno scorso, mentre l'incontro con Magnetica Edizioni e il percorso che mi ha portato a essere parte attiva della casa editrice risale al 2006, quando scoprii per caso un concorso dedicato alle streghe, affascinato per l'insolita - perché spesso snobbata - quanto classica tematica gotica, partecipai e fui incluso nella cerchia di autori dell'antologia "Stregonesque". Da lì iniziò un fitto scambio di corrispondenza con Lorenzo Nicotra l'editore, entusiasta del mio stile, con il quale trovai subito sintonia e comunione di interessi su svariati argomenti, tanto che raccolsi il suo invito a mettere la mia passione nello sviluppo di nuovi laboratori editoriali.

D: Ci racconti brevemente la storia di questa casa editrice, accennando ai suoi problemi e alle sue prospettive?

R: La storia cronologica dei padri fondatori non la so! Quello che conosco è che nasce dalla passione per la lettura e la scrittura di Lorenzo Nicotra, a sua volta autore di racconti fantastici più volte premiato a livello nazionale. La nascita in quel di Napoli è recente e come tale porta con sé i problemi propri dettati dell'inesperienza e ingenuità, soprattutto nella forma e nella distribuzione che hanno tutti i piccoli editori nostrani, mentre dall'altra parte c'è una grande attenzione ai giovani autori che frequentano il web e la predilezione per il genere fantastico/horror ma anche il generazionale o la saggistica.
Le prospettive per il futuro dovresti domandarle all'editore, ma c'è senz'altro la volontà e il dovere di fare meglio per quanti hanno riposto fiducia in Magnetica Edizioni, autori e lettori, e per quanti pubblicheranno si aspettano, e di crescere, crescere e ancora crescere.

D: Di cosa ti occupi in particolare?
R: Sulla "carta", sono direttore editoriale di una collana horror per sole donne, denominata "Le Gorgoni", che attualmente non ha all'attivo alcuna pubblicazione, mentre si è data la precedenza a sviluppare un progetto più ampio come "Mangiami".

D: Quali adempimenti deve effettuare uno scrittore per pubblicare con la Magnetica Edizioni?
R: Se per adempimenti intendi denari, ti rispondo come faccio a chi me lo domanda in privato: non conosco i termini contrattuali tra l'autore e Magnetica e se la pubblicazione sottostà a un contributo, in quanto io ho pubblicato i miei racconti in antologie nate da concorsi e la mia collaborazione con l'editore non prevede che proponga contratti a scrittori; quindi l'unica cosa da fare per chi volesse pubblicare con Loro è inviare i propri scritti seguendo le regole sul sito ufficiale o chiedere informazioni via mail.

D: Di solito una canzone nasce scrivendo prima la musica e adattando poi il testo o viceversa. Come hai organizzato il lavoro per Mangiami? Hai raggruppato racconti a tema e dato un titolo alla raccolta, oppure avevi in mente il titolo e hai cercato racconti a tema?
R: "Mangiami" è nato come progetto, poi concorso gratuito, finalizzato alla ricerca di racconti con tematica cannibalesca da pubblicare in un'antologia dedicata, quindi il suo scopo ai partecipanti era chiaro fin dal principio nel bando titolato "Mangia, mangia…" da cui il consequenziale nome dell'antologia doveva essere esplicito dei contenuti e d'impatto e credo di aver raggiunto entrambi gli scopi.
Il titolo, come spiego nella prefazione, lo avevo in mente da subito ed è chiaramente ispirato al filone dei cannibal-movie fine Settanta - primi anni Ottanta italiani.

D: Nella mia recensione a Mangiami (Magnetica Edizioni, 2007) ho affermato: "E' come se i racconti di quest'antologia tenessero a bada le nostre ansie e le nostre paure portando agli estremi l'orrore della più recente cronaca nera". Sei d'accordo?
R: Si, la maggior parte dell'horror moderno si ispira alla cronaca nera, dove inizia l'uno finisce l'altra e viceversa… leggere storie del genere dovrebbe servire a esorcizzare le paure del quotidiano e le preoccupazioni sul futuro, esagerandole e talvolta rendendole grottesche, ridicole, ma con la consapevolezza che tali devono essere solo all'interno del recinto di carta creato dalle parole dello scrittore.

D: In quale senso si può ritenere che l'antologia Mangiami sia di attualità?
R: Le storie spaziano dai riferimenti alla cronaca recente e passata di casi limite di sopravvivenza a quelle di psicosi, disturbi e disturbati mentali, tutte hanno in comune talvolta la necessità, il bisogno e la bramosia di soddisfare un istinto primario, mangiare. Anche, e soprattutto, il prossimo se serve per prevalere, continuare la specie, umana o bestiale che sia. La società spinge al cannibalismo, figurato certo, ma non troppo nel caso di chi usando la chat contatta qualcuno per farsi uccidere e cucinare come accaduto in Germania.

D: Stai già preparando il secondo volume? Qualche difficoltà?
R: No, per il momento nessuna perché il secondo volume è fermo all'annuncio imminente sulla home-page dell'editore, seguirà sempre le modalità del concorso, il resto è da stabilire.

D: In ogni tuo racconto è evidente che la descrizione minuziosa di ambientazioni, ambienti, personaggi ed eventi è una delle caratteristiche del tuo stile, uno dei tuoi punti forza. In Carname, che fa parte dell'antologia Mangiami, da te ideata e curata, l'analisi è ancora più precisa, ricca, efficace ed incisiva. Insomma, sei vissuto, forse, nel 1630?
R: Eh eh, no non sono vissuto nel 1630… grazie per gli apprezzamenti, i riferimenti storici all'interno del racconto sono documentati: in quell'anno ci fu davvero la pestilenza a Torino, i soldati spagnoli si ritirarono sconfitti, la nota via Francigena del pellegrinaggio passa da Susa e nel paese dove vivo esiste una chiesa dedicata a S.Rocco, il noto santo guaritore degli appestati, risalente al 1683.
Mi piace l'idea del continuo parallelismo temporale, della devastante malattia e della figura grottesca e spaventosa del medico della peste, nonché della discendenza nefasta del protagonista che sembra ricordare che "le colpe dei padri ricadranno sui figli", niente fa più paura della malattia, del pericolo invisibile del contagio, ti divora da dentro.

D: Se, durante la lettura, un altro pensiero attraversa la mente del lettore distraendolo e facendogli perdere il filo del discorso, egli è costretto a rileggere, così mi pare. E' ciò che ti auguri ogni volta che inizi a scrivere un racconto?
R: Non sono sicuro di aver capito bene la domanda, ma certo quando si inizia a leggere qualunque cosa sarebbe bene non pensare ad altro se non a quello. Nel caso specifico, non è immediato comprendere a fondo le mie storie con la mente sgombra che pensare di farlo nel caos o distratti è deleterio; qualcuno dice di spegnere radio e televisione prima di iniziare la lettura, mi sembra il minimo, per rispetto dell'autore.
Quello che mi auguro quando inizio a scrivere, oltre la lecita e primaria soddisfazione personale, è l'attenzione di chi liberamente leggerà, senza non si può nemmeno criticare.

D: Vuoi dare un consiglio ad uno scrittore alle prime armi che ti considera un suo modello e cerca d'imitare il tuo stile?
R: Il consiglio lo do volentieri anche se dubito che uno "scrittore alle prime armi" mi consideri un modello, per fortuna! Intanto non imitare né me né altri, bensì coltivare e valorizzare il proprio stile naturale e per farlo oltre a scrivere è fondamentale leggere. Ad esempio, un buon inizio sono i classici, non intesi come polpettoni scolastici, molti romanzi dell'Ottocento sono ottimi per imparare a gestire trame e sotto trame, alcune novelle di Verga e Pirandello riservano insospettati risvolti neri e poi, fondamentali, una grammatica e un vocabolario sempre.

D: Pubblicare su carta è, sicuramente, una soddisfazione. Quali, secondo te, i pro e i contro della pubblicazione in rete?
R: Pubblicare in rete è gratuito, libero e permette di contare i lettori, a volte migliaia, nonché aprire una discussione sul testo, confrontarsi subito con altri scrittori o no, farsi notare insomma. Di contro c'è che il sito ospitante può serrare i battenti se non si ha un blog personale e la costanza di gestirlo e soprattutto renderlo vitale, che qualcuno può rubarci l'idea e dimostrarlo diventa più difficile rispetto la pubblicazione cartacea per l'impalpabilità della rete.

D: Cinema e letteratura, scrittori e registi per Fabio Marangoni.
R: Edgar A. Poe e H.P. Lovecraft su tutti, Maupassant, Bierce, Conan Doyle non solo quello di Sherlock Holmes, Chandler, Woolrich, Jim Thompson per il passato, Richard Matheson, Robert Bloch, Philip K.Dick, Clive Barker, Joe R.Lansdale e tutti quegli autori semi sconosciuti da noi che si trovano nelle antologie Newton, di italiani da Buzzati a Scerbanenco, ma anche saggi sugli argomenti più svariati, tutto ciò che attira la mia curiosità.
Riguardo il cinema godo per quello di genere nostrano perché per me è divertimento, la presunta filosofia la cerco altrove semmai; Lucio Fulci e Joe D'amato per l'horror, i polizieschi e non solo di Lenzi, Stelvio Massi e Enzo G. Castellari, Antonio Margheriti, tutto Sergio Leone e Mario Bava precursore di cult come Alien, mi piace Quentin Tarantino e la sua banda, che ha restaurato e dato dignità ai generi, Stanley Kubrick, George Romero e David Fincher; tra i giovani italiani apprezzo Ivan Zuccon, l'Alex Infascelli di "Almost Blue" ma anche l'ultimo, della televisione che ormai produce le cosiddette "fiction" salvo il recente "Zodiaco" di Puglielli, già regista cinematografico, non c'è una goccia di sangue, ma una grande cura e atmosfera d'altri tempi.
Conosco l'importanza di pellicole capolavori come il "Nosferatu" di Murnau o "Vampyr" di Dreyer, di tutto l'espressionismo tedesco pioniere e precursore del cinema moderno.
Naturalmente ho dimenticato più d'uno per entrambe le categorie e appena terminata l'intervista mi verranno in mente…

D: Nell'intervista di Fabio Fazio, durante Che tempo che fa, Dario Argento ha affermato che chi fa horror fondamentalmente è buono. Tu come la pensi?
R: Intanto mi fa piacere questa citazione perché il primo Dario Argento, quello che va dal '71 all' '85 per intenderci, è stata una delle mie spinte a scrivere; generalizzare è sempre un rischio, tuttavia sono d'accordo e gli esempi celebri non mancano, perché in fondo l'horror è un grande e bellissimo giocattolone a tinte forti, spesso di cattivo gusto e che fa i gestacci ai moralisti, ma sotto il cerone è un conservatore, divide il mondo tra buoni e cattivi, bianchi e neri, ha la situazione sotto controllo, e con un click si spegne. E poi anch'io sotto sotto sono buono!

D: A chi, secondo te, piace l'Horror? Di più al pubblico femminile o a quello maschile?
R: Difficile dirlo, numericamente penso quello maschile ma solo perché le donne sono solitamente più discrete nel far conoscere i propri gusti in fatto di horror, ma non bisogna dimenticare che ci sono state, e ci sono, scrittrici di successo votate al genere e attrici che hanno dedicato una carriera diventando icone e sex symbol in decine di pellicole horror, come Barbara Steele.

D: I traguardi dell'horror straniero nella narrativa sono, a tuo parere, ancora lontani per i narratori italiani?
R: Se per traguardi intendi vendite alla Stephen King, siamo lontanissimi, se invece intendi di contenuti, pochi sanno che l'Italia ha una tradizione nella narrativa fantastico e gotica che risale almeno al movimento della Scapigliatura, argomento di scuola superiore… oggi esiste un gruppo di autori affermati e un altro di emergenti, i primi spesso si nascondono dietro il noir o il thriller per ragioni commerciali, i secondi fanno di tutto per farsi notare restando invischiati nelle maglie della piccola editoria senza distribuzione; ma la qualità c'è, le storie migliori sono caratterizzate dal nostro folklore quanto moderne, la domanda da parte del pubblico c'è, manca l'offerta, poca e silenziosa, nascosta, sicché il lettore di horror compra i soliti noti stranieri e i best seller pseudo-thriller che spacciano per horror solo nelle copertine.
Cambiare la politica editoriale si può, acquistando via Internet quello che non c'è in libreria o altrimenti far conoscere al libraio di fiducia che è possibile averlo con una semplice mail o telefonata.

D: Per Fabio Marangoni scrivere è…
R: Passione, libertà, fantasia, creare.
Da bambino mi piaceva disegnare e ho ancora una buona mano, forse potrei dipingere; amo la musica e ho una chitarra acustica ma mi manca la costanza di imparare da autodidatta, insomma finora ho scelto le parole per esprimere la mia voglia di raccontare un percorso personale e immaginario che coloro e musico nella mia mente e rendo su carta col mio stile.

D: "Lavori in corso"?
R: Di prossima pubblicazione c'è una biografia sul cinema di un capace quanto sottovalutato regista scritta a tre mani, poi sto lavorando insieme a un bravo disegnatore alla trasposizione in fumetto di alcuni racconti editi e non, intanto leggo e scrivo.
Grazie Simona, alla prossima!

Per gentile concessione di Simonetta De Bartolo
e Fabio Marangoni

 

inserito 25/03/08
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