Sono storie anche godibili e il nesso tra di esse è che in ciascuna c’è, come protagonista (diretta o indiretta), almeno una prostituta.
Ecco un campione della prosa di Andrea Fiorito:
Gli piacciono le donne in maniera fanatica, ne è ossessionato, parla di loro con la frenesia di una bestia in calore. A sentir lui qualunque donna lo attrae, e non me ne frega un cazzo se è figa, cessa, giovane, vecchia, intelligente o cogliona. L’importante è che sia una donna. A me interessa scopare. SCO-PA-RE! (sono sempre parole sue).
Le prostitute sono elementi destabilizzanti della vita normale e, se avvenenti, rischiano di mettere a rischio qualsiasi relazione matrimoniale. Ci sono uomini che perdono la testa per loro. In fondo, molte di queste donne (e trans), avendo visto il mondo fin nei suoi risvolti più negativi, e avendo subito anche aggressioni, raggiungono un livello di saggezza non comune. Quando lo raggiungono.
L’autore sembra volere soprattutto esaltarne il lato positivo e cantarne un peana. Alcuni episodi ci rendono perplessi giacché sembrano usciti da film di serie B di notoria volgarità italica (vedi le commediucce con donnine svestite degli Anni Ottanta e dintorni), altri ci strappano un plauso allo scrittore, per la sua capacità di narrare andando anche in profondità e senza tanti giri di parole in un tema che tuttora presta il fianco alle incomprensioni, ai malintesi.
Per alcuni uomini, andare a puttane è una fissazione, il non plus ultra della soddisfazione sessuale e... e di vita? Ad ogni modo, giusto di tale argomento, nelle sue variazioni, tratta Esche. Il libro dell’alessandrino Andrea Fiorito è leggibile, certo. E a molti di voi sicuramente interesserà.
Il tono generale è quello della depressione deprimente che promette di venire cancellata dall’incontro con una qualche docente delle gioie carnali, una meretrice capace di obnubilare ciò che ti tormenta, persino i ricordi; persino la realtà circostante, comprovante la decadenza di un Occidente in fase di forte demoralizzazione.
Questo non lo dice l’autore: siamo noi che cerchiamo di stabilire le coordinate delle vicende ivi narrate...
Le storie sono veloci e, più il finale è laconico, e più comprendi il perché del racconto, oltre al suo significato vero. Anche se continua a gravitare, sulle pagine dell’opera in questione, l’aleatorietà. Insieme al senso di inutilità generale.
La vita come recita. Uomini quali attori di violenza, di spacconeria. Eppure, non mancano qua e là gli spunti sociali, sociopolitici, con momenti addirittura di presa di coscienza di classe, per quanto in misura grezza: così, ci imbattiamo in operai che disprezzano i borghesi o meglio i figli di mammina...
Cerchi di immedesimarti con questi tuoi compatrioti, come loro andando a puttane, letteralmente; li accompagni. Loro... sei tu! E, se lei è una professionista del sesso che conosci già, le porti un regalino; ma più probabilmente te ne tornerai a casa portando con te un ricordino suo. Un ricordino non sempre piacevole.
Nella maggior parte dei casi, si tratta di donnine povere o che agiscono in ambienti davvero da mettersi a urlare per la disperazione.
M.: - Mai stato in un centro massaggi?
Io: - No.
M.: - Neanch’io.
Io: - Che t’ha detto il tipo?
M.: - Che c’era stato e ha visto sporcizia.
Io: - In che posti va, scusa?
M.: - No, no... I posti non c’entrano. Sono le ragazze.
Io: - ...?
M.: - Raccontava che hanno le mani sporche. Gli menavano l’uccello con le mani sporche. Secondo lui non se le lavano tra un cliente e l’altro.
Io: - E i massaggi?
M.: - Di quelli non ha parlato.
Io: - E ’ste cinesi pazzesche, allora?
M.: - Aspe’, lasciami finire.
Io: - Ok.
M.: - Il tipo con cui ho parlato è uno serio: sposato, figli, eccetera... Non caccia stronzate.
Io: - ...
M.: - Pensa che va con le cinesi per non andare a troie.
Io: - Cioè?
M.: - A troie ci andrebbe, solo che gli piace scopare senza gondone e delle troie non si fida. Ha paura di attaccare delle malattie alla moglie.
Menti spente e intenti annebbiati ovunque cada l’occhio. Sporcizia, tane e situazioni rattristanti... Tuttavia, i maschi sembrano voler fare di tutto per non mancare, ancora e ancora, l’esperienza carnale - o consimile - dietro obolo o dazio. Pur se si tratta solo di sesso, e spesso della parvenza di sesso.
La banalità del sesso a pagamento in uno scenario decaduto e grigio.
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Un libro forse dovrebbe contenere qualcosa di diverso dalla sola smorta, prevedibile e dozzinale realtà. Ma non voglio giudicare l’autore. Aspettiamo la sua prossima fatica.