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La seconda casa a destra
di Alessandro Annulli
Pubblicato su SITO
Anno
2007-
Il filo
Prezzo €
18-
404pp.
(collana Nuove voci) ISBN
9788878426764
Una recensione di
Carlo Santulli
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Votanti:
554
Media
79.06%
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A prima vista, quel che stupisce in questo primo romanzo di Alessandro Annulli, romano, un informatico rubato alla chimica, potremmo dire, è l'attenzione al dettaglio. Non che non sia una caratteristica necessaria, e probabilmente inevitabile, in un giallo, anche se di natura particolare e insolita come questo "La seconda casa a destra", è che qui il dettaglio si fa storico, e si accentra sulla comprensione dei fenomeni urbanistici (ed anche della speculazione edilizia), che è un aspetto molto intrigante del romanzo.
Mi sento di dire che la più bella invenzione di quest'opera è proprio questa città di Alexandria, la cui assonanza col nome dell'autore non è casuale: una fusione, intrigante ma realistica, di un gran numero di città mediterranee reali: c'è Roma, Napoli (ma forse altre città di mare), c'è Il Cairo, Atene, e c'è un certo kitsch che probabilmente appartiene a Tripoli, e naturalmente un quartiere arabo, una medina, media ponderata in certo senso del carattere medio-orientale ed europeo. Strano, ma interessante, che in un giallo, che finisce per venarsi di thriller, ci si interessi se piazza della Concordia (già, forse c'è anche Parigi, più o meno l'archetipo della città moderna, ma sotto sotto romantica) rispetti l'unità architettonica, o se Corso Lorenzopoli sia una di quelle vie dello shopping (un po' come Oxford Street a Londra) più cafone che cosmopolite in verità. A parte il discorso sull'unità architettonica, che è una di quelle fissazioni italiane che cerchiamo senza riuscirci di esportare, mentre il resto del mondo vive più o meno felicemente nel disordine, sembra di essere piombati in un plastico, ma un plastico molto reale, dove non mancano i disadattati come la Vagabonda e i personaggi dignitosi, ma in fondo molto (e volutamente) estranei al contesto, come l'Uomo d'Altri Tempi. Il tutto è inquadrato in un quadro di rispettabilità borghese, e visto da un ragazzo cresciuto, Paolo, che pare superare un difficile rapporto con la madre, grazie ad un amore raccolto quasi inevitabilmente vicino casa, accanto ad un Prato, dimenticato dalla speculazione e poi riscattato quasi a parco. Ce ne sono moltissimi, per esempio a Roma o a Napoli, di questi "parchetti per caso", carichi del fascino delle cose impostesi quasi per forza propria, ma probabilmente è solo perché sono città che conosco urbanisticamente di più: credo in realtà ce ne siano dappertutto, dove la speculazione edilizia ha battuto instancabile negli scorsi decenni. L'autore ha il merito, non indifferente, di notarli.
Paolo, il protagonista, è un bel personaggio, molto realistico e sfaccettato, un antieroe incerto e perfino titubante, con una sua moralità scontrosa ma non trattabile, e purtroppo (dico purtroppo perché a volte piacerebbe che anche gli eroi trionfassero) non ha esattamente la fortuna dalla sua (ma forse non può averla, per carattere non saprebbe usarla, e poi è preso da un vortice di circostanze contrastate).
C'è poi una storia secondaria, ambientata in altri tempi, di una ragazza che vuole andare per forza, testardamente e forse insensatamente, in città, sottraendosi al proprio paese: mi limiterei a dire che questa vicenda si fonde con quella di Paolo e del suo amore per Serena, la figlia dell'avvocato Ricciardi, e vi si fonde in modo direi coatto, grazie a, o forse malgrado, una serie di delitti apparentemente senza movente.
Più in generale, "La seconda casa a destra" è un romanzo che si raccomanda per una certa onestà di intenti: non pretende di essere più di quello che è, né si spaccia per estremamente innovativo o sperimentale, ma la storia è ben raccontata, e qualche concessione ad un dialogo un po' televisivo può essere perdonata: la costruzione della città corrisponde puntigliosamente a quella del romanzo, un puntiglio che indica un lungo lavoro di rifinitura. Annulli non improvvisa, e, a mio parere, presenta il suo romanzo con una modestia intelligente e simpatica, senza iperboli né cadute di gusto: c'è anche da dir bene dell'edizione (non ho trovato refusi, per dirne una, il che mi crea un certo senso di sollievo, se non di stupore, per come vanno le cose oggi nella "correzione di bozze").
E' abbastanza chiaro che non è il genere di libro che aspira ad un premio letterario, proprio in virtù della sua solida e non sperimentale costruzione (il che non è detto che sia un difetto, intendiamoci), ma è quello che il lettore, quello vero, può forse apprezzare: me lo dice la solidità, niente affatto dilettantistica, della costruzione dell'intreccio e le buone e lineari capacità descrittive dell'autore. Ora si tratta di capire se Alessandro abbia in serbo un altra Alexandria, o se si tratti della creazione di una vita.
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Prefazione / Indice / Scheda
Ghigo e gli altri di Carlo Santulli
2007 pg. 204 - A5 (13,5X21) BROSSURATO
Prezzo Amazon 8.31 euro
Altre informazioni / L'autore
Pochi autori, come Carlo Santulli, sanno giocare con le parole, intarsiandole in piccole storie che si snodano tranquille (mai lente) attraverso una realtà quasi ordinaria e che, pure, riescono ad affascinare il lettore costringendolo a leggere fino all'ultima riga. Personaggi stupiti, a volte impacciati, si aggirano tra le pagine di questo libro, alle prese – come tutti noi – con le incongruenze e le follie del vivere quotidiano, non si abbandonano però all'autocommiserazione, non si ribellano, non cedono a tentazioni bohemien e, se cercano una via di fuga, questa è piuttosto interiore che esteriore. Un cammino, a piccoli passi, che li porterà, forse, verso un punto di equilibrio più stabile. Irraggiungibile (ma reale) come un limite matematico. Siano essi alle prese con una Quinta Arborea, un mazzo di chiavi che si trasforma nel simbolo di un'esistenza, un Clostridio tra i Pirenei, o passeggino, semplicemente, per le strade di una sonnolenta Roma anni trenta.(Marco R.Capelli)
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Prefazione / Indice / Scheda
Ghigo e gli altri di Carlo Santulli
2010 pg. 200 - A5 (13,5X21) COPRIGIDA
Altre informazioni / L'autore
Pochi autori, come Carlo Santulli, sanno giocare con le parole, intarsiandole in piccole storie che si snodano tranquille (mai lente) attraverso una realtà quasi ordinaria e che, pure, riescono ad affascinare il lettore costringendolo a leggere fino all'ultima riga. Personaggi stupiti, a volte impacciati, si aggirano tra le pagine di questo libro, alle prese – come tutti noi – con le incongruenze e le follie del vivere quotidiano, non si abbandonano però all'autocommiserazione, non si ribellano, non cedono a tentazioni bohemien e, se cercano una via di fuga, questa è piuttosto interiore che esteriore. Un cammino, a piccoli passi, che li porterà, forse, verso un punto di equilibrio più stabile. Irraggiungibile (ma reale) come un limite matematico. Siano essi alle prese con una Quinta Arborea, un mazzo di chiavi che si trasforma nel simbolo di un'esistenza, un Clostridio tra i Pirenei, o passeggino, semplicemente, per le strade di una sonnolenta Roma anni trenta.(Marco R.Capelli)
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