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Io vivo di tenerezze
di Nelson Hoffmann
Pubblicato su PB17
Anno
2002-
100pp.
ISBN
Una recensione di
Francesca Lagomarsini
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Traduzione a cura di Marco Scalabrino, prefazione di Rocco Fodale (Trapani 2002)
C'è in questo piccolo libretto di Hoffmann una grazia nascosta. Non si può dire sia un vero e proprio racconto, è una raccolta di dialoghi, di battute scambiate tra un nonno, che potrebbe essere un nonno qualunque, ed un nipote qualunque. Il tema, universale, direi, del rapporto nonno-nipote, dell’innocenza che incontra la saggezza dando luogo ad un rapporto che quasi sempre potremo definire idilliaco, non è troppo banalizzato da Hoffmann. La semplicità dei dialoghi, le battute ingenue e brillanti del nipote, quasi come “coup de tèâtre” rendono verosimili e teneri i dialoghi. Ciò che diverte il lettore sono i guizzi di intelligenza, d’intuizione del bambino, che come spesso succede ai piccoli, ha espressioni di profondità inimmaginabile.
Se, però, spesso è presente un tratto poetico, soprattutto in certi scambi di battute in cui il piccolo riferisce il suo modo di intendere il mondo e i grandi temi della vita, e quindi della morte, in altri casi l’insieme risulta un po’ forzato, lievemente stucchevole, permeato di una punta di buonismo di troppo. Devo però dire che la forma scelta da Hoffmann, il racconto breve che traccia un filo conduttore dal primo all’ultimo brano, permette di leggere questi dialoghi come fossero “haiku” intorno ai quali ruota la storia del rapporto tra i due personaggi.
Di fronte ai misteri dell’esistenza, in ogni caso, il nonno ed il nipote sono frastornati; il piccolo non chiede troppe spiegazioni, spesso le fornisce ed il nonno è sovente colui che si interroga, che prende spunto dal nipote per chiedersi e ricercare ancora dei perché…come in questo brano senz’altro aperto ad evocazioni: “Mi abbandonai sul letto. Contemplavo mio nipote riverso su di me. Dentro di me pullulavano ricordi di vite passate.” Un ottimo spunto, questo per dire, in conclusione, che da questo libro di Hoffmann è possibile forse prendere spunto per riflessioni anche sul mondo interiore dei bambini che probabilmente poco conosciamo e spesso appiattiamo a stereotipi e “sapere popolare” mentre di sicuro è un patrimonio che gli adulti dovrebbero salvaguardare molto più accuratamente di quello che fanno.
Per acquistarne una copia: scrivere a Marco Scalabrino (marco.scalabrino@libero.it)
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