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Dopodomani
di Luca Pizzolitto
Pubblicato su PBSR2006
Anno
2004-
Il Foglio
Prezzo €
8-
150pp.
Collana Autori contemporanei ISBN
8876060170
Una recensione di
Angelo Angellotti
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Votanti:
697
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79.41%
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Caldo come un pomeriggio d’agosto, veloce e ricco, ma mai saturo, di emozioni e di vita.
Un cortometraggio, un cinema di carta è “Dopodomani” di Luca Pizzolito.
Un racconto scritto tutto d’un fiato come per impedire al ricordo delle sensazioni che lo hanno ispirato, di fuggire via, per sempre, per non rimanere imprigionate tra poche righe di inchiostro e carta. E’ pervaso di scrittura viva, di linfa artistica e vitale che rigenera l’animo del lettore, spinto, da smodata curiosità, fino all’ultima riga alla stessa velocità con cui l’autore ha generato ogni pagina, di questo che definirei un “racconto generazionale”.
La storia narra di due amici che s’incontrano dopo anni di lontananza durante il servizio militare di uno dei due, Matteo che è il protagonista (o forse l’autore stesso) del libro. Sullo sfondo gli amori e le contraddizioni di una generazione, o forse di tutte; le incomprensioni con i genitori, le incomprensioni con se stessi e la vita, presi dall’ansia di emergere dal liquido amniotico dell’uomo qualunque. In questo liquido, un sottomondo di coprotagonisti e comparse, che popolano l’immaginario dell’autore e la mente del lettore a mano a mano che le righe scorrono sotto i suoi occhi: un vecchio smagrito ed i suoi “fazzoletti”, i ragazzi dello zoo ed il loro nettare per nutrirsi di morte, due ragazze che insegnano l’amore, Valentina, ragazza-madre di due gemelli, ed Enzino, adolescente, padre mai cresciuto di entrambi; Torino e le sue fabbriche ed il suo smog; motorini come zucche fantastiche che conducono ovunque le proprie emozioni comandano, a metà strada tra sogno e realtà; i tavolini rotondi di un bar; la naja; l’Olanda e l’equilibrio raggiunto lungo i binari della follia. Questo è Dopodomani. Un mosaico ben fatto e stilisticamente apprezzabile che sicuramente giunge diritto al cuore, proprio là dove Pizzolito l’aveva indirizzato e dove voleva che andasse.
Egli riesce a dominare e magistralmente fa ardere il fuoco sacro dell’arte e dell’ispirazione, senza strafare e senza provocare “incendi”. La vita che emerge e pulsa in un quadro tridimensionale dove ogni lettore ritrova la propria immagine con nome altrui.
Pizzolito ha scritto un romanzo “moderno” di quelli che avvicinano i “ggiovani” alla lettura, di quelli che alla fine ti spingono a contattare l’autore per chiedere di andare avanti, che non è giusto che finisca così, per far rivivere ancora Matteo e tutti gli altri.
Interessante è la struttura dei capitoli, ed i loro interno profilo, strutturato come un gran telone bianco su cui agisce la varia umanità che appassiona l’autore. Personaggi contraddistinti da un proprio caratteristico linguaggio, da un registro intriso di modernità e confidenzialità che aprono uno squarcio interessante sull’universo giovanile, sui loro valori e su quel gergo codificato, come sintomo di malessere e progresso, che soltanto chi brucia nel desiderio di andare avanti e “cambiare” senza voltarsi indietro merita di avere. Indi la musica. Una colonna sonora incessante di note “sparate” sulle pagine di un corto cinematografico stampato dall’arte delicata e sapiente dell’autore.
Una sorta di documentario sul mondo dove spesso si posa la superficialità di giudizi di chi da quel mondo è stato escluso dallo scorrere del tempo; un racconto che , per fortuna, farà storcere il naso ai puristi della lingua, ai maniaci delle citazioni dotte e colte, agli eruditi senza arte né parte sospesi sulla dimensione del criptico e della lettura riservata a pochi eletti.
Dopodomani è acqua fresca per chi ha sete di leggere ciò che già gli appartiene senza la paura di doverlo urlare con parole sbagliate.
“C’è chi gli piace romantico, chi gli piace il rock, e chi gli piace il blues o il jazz. Chi della vita s’innamora, e chi della vita se ne frega”.
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