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Promesse da marinaio
di Daniele Filzi
Pubblicato su PB10
Anno
2003-
Edizioni dell'Orso
100pp.
ISBN
Una recensione di
Carlo Santulli
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Votanti:
1550
Media
80.23%
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Piegare il linguaggio ad esprimere le nostre esigenze interiori, più ancora che i nostri sentimenti, è forse il momento più difficile del “far poesia”. L’ermetismo aveva creato un linguaggio comune, una “koinè”, che esprimeva il disagio dell’uomo contemporaneo, uscito da due guerre mondiali e proiettato, quasi gettato, in un mondo difficile da interpretare, Più recentemente dati linguistici di origine “comica” o popolaresca vengono trasfusi ed integrati in una complessità rivissuta, che cercando di ripercorrere i moti profondi dell’animo, non vuole nascondere l’esigenza di “canto” e di intimo “divertimento” cui la poesia è da sempre collegata. E da qui ossessive allitterazioni sono possibili ed anzi auspicate, quasi liberatorie, come in “Di onde”:
“A schiume. A spume (scure)
competono
a rincorrimenti/a ricontorsioni.
A caramelle/ a caramelle di caroselli.”
Viene in mente la “comicità totale” di Vito Riviello, dove sono ripresi certi modi che hanno origine in Apollinaire, con un’ingenuità tutta nuova, che ne lava via il senso trasgressivo. E da qui, anche in Filzi, il ricorso alle metriche popolaresche od infantili è quasi inevitabile:
“Giro giro tornio
lenta altalena
gioia di giostra
tritone e sirena”
Le indentature frequenti, così tipiche di certa poesia americana, come in E.E. Cummings, in Filzi ostentano un forte significato sperimentale, come in “Gioca a celare (cantiere)”:
“Gioca a celare /
giostra già brezza /
negl’ingranaggi di ferrocarezza.”
Il linguaggio tecnico, quasi rifiutato nell’ermetismo, qui entra a parte a pieno titolo del “far poesia” ed assume un proprio significato autonomo, perso tra il futurismo e la tentazione del neologismo ed impreviste convergenze montaliane: “vettori ovipari sul dado eolico”. Da qui, momenti di maggiore abbandono lirico sono anche presenti, come in una che a mio parere è delle più riuscite poesie della raccolta, “Disarmata interiore”, ancora molto montaliana:
“Il limitare all’entasi che smagra
tira a sè il riporto della vita
ti guardi controluce di sfuggita
in chiaro - ora scuro -, ora infinita”
Filzi mostra grande consapevolezza dei propri mezzi espressivi e parte dai dati acquisiti nella poesia, per cercare e creare una propria voce autonoma con, mi sembra, buoni risultati. In “Promesse di Marinaio”, il pendolo oscilla tra una sperimentazione consapevole e una ricostruita e direi quasi custodita semplicità e, quel che mi ha più impressionato favorevolmente, Filzi sembra far tesoro di ogni esperienza poetica passata per inserire il suo dato personale e cercare la propria storia poetica. Ne risulta una lettura gradevole, senza momenti di stanchezza, grazie anche alla varietà un po’ eclettica dell’ispirazione ed alla proposizione discreta e umana del proprio vissuto.
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Prefazione / Indice / Scheda
Ghigo e gli altri di Carlo Santulli
2007 pg. 204 - A5 (13,5X21) BROSSURATO
Prezzo Amazon 8.31 euro
Altre informazioni / L'autore
Pochi autori, come Carlo Santulli, sanno giocare con le parole, intarsiandole in piccole storie che si snodano tranquille (mai lente) attraverso una realtà quasi ordinaria e che, pure, riescono ad affascinare il lettore costringendolo a leggere fino all'ultima riga. Personaggi stupiti, a volte impacciati, si aggirano tra le pagine di questo libro, alle prese – come tutti noi – con le incongruenze e le follie del vivere quotidiano, non si abbandonano però all'autocommiserazione, non si ribellano, non cedono a tentazioni bohemien e, se cercano una via di fuga, questa è piuttosto interiore che esteriore. Un cammino, a piccoli passi, che li porterà, forse, verso un punto di equilibrio più stabile. Irraggiungibile (ma reale) come un limite matematico. Siano essi alle prese con una Quinta Arborea, un mazzo di chiavi che si trasforma nel simbolo di un'esistenza, un Clostridio tra i Pirenei, o passeggino, semplicemente, per le strade di una sonnolenta Roma anni trenta.(Marco R.Capelli)
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Prefazione / Indice / Scheda
Ghigo e gli altri di Carlo Santulli
2010 pg. 200 - A5 (13,5X21) COPRIGIDA
Altre informazioni / L'autore
Pochi autori, come Carlo Santulli, sanno giocare con le parole, intarsiandole in piccole storie che si snodano tranquille (mai lente) attraverso una realtà quasi ordinaria e che, pure, riescono ad affascinare il lettore costringendolo a leggere fino all'ultima riga. Personaggi stupiti, a volte impacciati, si aggirano tra le pagine di questo libro, alle prese – come tutti noi – con le incongruenze e le follie del vivere quotidiano, non si abbandonano però all'autocommiserazione, non si ribellano, non cedono a tentazioni bohemien e, se cercano una via di fuga, questa è piuttosto interiore che esteriore. Un cammino, a piccoli passi, che li porterà, forse, verso un punto di equilibrio più stabile. Irraggiungibile (ma reale) come un limite matematico. Siano essi alle prese con una Quinta Arborea, un mazzo di chiavi che si trasforma nel simbolo di un'esistenza, un Clostridio tra i Pirenei, o passeggino, semplicemente, per le strade di una sonnolenta Roma anni trenta.(Marco R.Capelli)
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