Appare quasi come un’opera di altri tempi, di altri habitat storici l’idea secondo cui unire due menti, due penne all’interno dello stesso manoscritto possa produrre qualcosa di lodevole valore; una prospettiva dettata dal piacere della condivisione che, certamente, si riflette in un rapporto di simbiosi letteraria tutt’altro che scontata. Molti si professano gelosi delle proprie parole, consapevolmente egoisti nel voler trovare un proprio spazio letterario, un atollo unico e indivisibile; d’altronde ognuno veicola o ritiene di veicolare la propria anima, la propria personalissima esperienza di vita, diversa a grandi o piccoli tratti a qualsiasi altra esistenza sulla faccia della Terra. Ebbene la scelta degli autori di questo volume si dirige verso una collaborazione che cerca di esprimere una necessità coinvolgente di ricercare un habitat, un ambiente adatto alla germogliazione della parola scritta, soprattutto della poesia. Il tema proposto del “rimanere” suggerisce una ricerca approfondita di un’espressione dialettica che lasci qualcosa nello spirito di chi ne fruisce; parole trascritte in linguaggio appunto poetico, dunque tutt’altro che scontato, che dovrebbero costruire una struttura complessa di idee, pensieri e riflessioni. Ed è importante per il poeta, nonché per lo scrittore nella sua accezione più generale, trovare qualcuno che accolga la propria parola e ne faccia in qualche modo tesoro, le permetta di “rimanere” eterna, non solo sulla carta, ma anche nell’anima.
I componimenti presentati dai due autori si susseguono mostrando un evidente comunione di intenti e di riflessioni alternate con maestria riuscita a tratti e con la volontà di rincorrere parole, frasi e concetti.
L’astrazione domina tra i versi scritti dai poeti, un’astrazione che agli elementi assoluti del tempo, dello spazio, della vita, della morte, talvolta accomuna, portandoli alla luce, ricordi, amori in un susseguirsi di strofe particolarmente evocative, soprattutto quando la parola viene impressionata su immagini di elevata poesia.
“Nel tempo s’impara a migrare internamente
per cambiare casa non occorre traslocare:
sbiadiscono le voci come stanche foto
non danno nostalgia paesaggi già sommersi,
s’incartano i ricordi belli per riporli
come ciò che del vissuto è stato risparmiato.
È una musica l’assenza che sfuma intensamente,
siamo note nel vuoto a cercare uno spartito
e non resta bianco all’infinito il pentagramma”.
(estratto da “Sui passi per non rimanere”)
Le parole hanno il pregio e il compito di rivelare stati d’animo e indicizzare sensazioni che, quando tendono al reale, si aggrappano a qualcosa o a qualcuno in grado di raccogliere l’ispirazione come suo oggetto e codificarla in modo da creare figure, retoriche e non, desuete ma totalmente convincenti.
“appena lo spazio si fa ascolto
nel raccolto misurato dell’uguale
di te nemmeno l’arretrare di un’idea
ogni parola uno strazio
sopra questo rischio di esporsi
esco calpestando un agosto
che tentenna per paura di morire”.
(estratto da “Sui passi per non rimanere”)
Il risultato è un’opera in cui l’incrociarsi delle tematiche e il loro svilupparsi in una poesia composta da versi per nulla banali concede la vita alla parola scritta, in modo che questa disperata volontà di “rimanere” possa attraverso il lettore divenire realtà.