|
|
|
|
|
VOTA QUESTO TESTO
|
|
Votanti:
2531
Media
81.01%
|
|
DECESSI DEI VIVISEZIONATI Non sono un insetto ucciso dal fumo non servo alle ricerche di nessuno non ho studiato lingue di serpe biforcute per selvatica abitudine Albero alle intemperie non mi sposto sempre son mobile e maneggevole per non affaticare Con delicatezza prendimi Come uccello brutto da non imbalsamare Ai colori dei resistenti amici improbabili dedico le distanze se non separano male DUE VICINI Erano ancora vicini, vicini Lei intubata coi sondini Lui coi capillari delle guance rossi fiammanti Avevano una famiglia finita male in un incidente Nella casa di riposo salutavano la vita finita teneramente ELEMENTI CHE DENOTANO Troppo penso sempre più spesso che firmare così come riesco o è da timbro o è d'arresto Una piena accettazione di me non è nello schivare le critiche nello schivarle troppo ma sentendo dei foschi ho preso dei fiaschi Dimostro più calcio nelle ossa che iodio per i denti Non ho la sabbia calda per i reumatismi Conservatore autocentrato mi riconosco rassegnato visti i comportamenti ossessivi ripetuti e ceduti agli sguardi dei colleghi di lavoro creduti Anche un pò rassicurato Da quel che rappresento senza malattia mentale sfogo l'angoscia universale quando fuoriesco distratto dalla vera farina del mio bucato sacco da bucato secco EVITATO DA UN ETEREO AEREO In una città col nome in procinto, dalla notte non nera mai tanto e buia d'istinto, con le luci delle auto in un viale, con le lampadine dell'avvento e quelle del natale, io guido. Coi piedi calzati su colpetti veloci quasi affrettati, passanti fermi da freno a frizione, lasciando ogni tanto l'acceleratore, io dirigo. E rombo con la bocca emetto spifferi senza dar per scontato che non guido l'aereo ma una piccola auto SKETCH MESSI A SCOLARE Mi muovo nella vita come fossi in un palco sempre come fossi sotto un riflettore frenato dalle esigenze del copione anche se non c'entra niente, solo col mio atto da genio Rispondo per sviare tante risposte a domande più profonde, ucciso dal dover essere primo anche se molto primitivamente non vedo ciò che desidero Non conosco rime ma l'alternanza di sette sillabe distingue dalla prosa quel che distillo quel che mi sorprende dall'ordinarietà cui attingo immense essenze Se ci sono aspettative sul mio ruolo non posso che disattenderle ma chi saprà vedere i muri nello spazio sgombro camminerà come me o peggio
©
Francesco Massinelli
|
|
|
|
|