tra lusco e brusco
Bartolo Cattafi
I versi di Kerouac
mi fanno sospettare
che lui pensasse al mondo
come a un dettaglio del corpo
ma non del suo
o del protagonista delle sue bestemmie,
piuttosto alla quota mutata
di una figura algebrica,
o di una forma algo-
ritmica evoluta, tesa fra il simile
e l’inverosimile, come quel seno e coseno
che tanto fa sorridere lo studente,
quello che subito dopo si rabbuia
resosi conto d’essere maschio
fra soli maschi.