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Qua non c'è niente di cui fare poesia
facce chiuse nel proprio egoismo. Ah,
ma verrà il dolore a farle sbocciare.
Seduto sul molo che s'inventa mare
guardo l'orizzonte al di là
dei giorni.
Solo o con te contiamo i punti neri nel cielo
accompagnamo con lo sguardo i rimorchiatori.
Il nastro d'oro di un tramonto
incarta la città, come un regalo per chi
si lascia vivere.
Non vedi il piano ?
Non vedi il disegno ?
Dai contorni così fini, ma nitidi, chiude in sé senza
soffocare, il vasto orizzonte.
Tutte le cose che chiamiamo con nomi.
Tutte le cose.
Tutte le piccine cose.
©
Federico Guerrini
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