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La Leggenda dei Vagabondi
di Nandor Szabo
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Notte rossa sanguigna
Copre le strade della città.
E sotto la membrana
Un fantasma vagabonda.
Vede le torri di cemento,
Mostri grigi del destino.
Si perde nel labirinto,
Che uccide lo spirito.
E il randagio cerca
Un'uscita sicura,
Ma non trova nulla,
Solo l'ombra spaventosa.
Però deve entrare
Nel mondo del timore,
Dove vuole scoprire
I misteri nascosti.
Sottopassaggi, vicoli,
La memoria dei vivi
Dai tempi vecchi,
Lontani e vicini.
Si mette a fare
Qualche passo triste
Nella direzione
Del freddo della morte.
E nel muro dell'oscurità
Trova cieca tranquillità,
Che l'occulta in fretta
Dagli incubi della città.
Non vuole essere legato
Non vuole vedere questo:
Quest'inferno di asfalto,
Soffocante, doloroso.
E perciò ogni notte cerca
Un asilo nella densa muffa,
Aspettando la vita luminosa
Che trionferà nella sicurezza.
Quando il calore del sole
Arriva come conquistatore,
Lo spirito si scioglie nella luce,
Lasciandoci un'aria glaciale.
Ed ai primi raggi
Gli invisibili corpi
Cantano delle preci
Disperate, clementi:
Liberateci, per favore!
Qui siamo in prigione,
Da qui dobbiamo fuggire
Per raggiungere la nostra pace.
Ma le notti non si cambiano
I vagabondi sempre camminano,
Senza fine, senza scopi concreti
Trovano solo limiti inevitabili.
©
Nandor Szabo
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