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Un giorno rideremo di questi piccoli ostacoli delle bugie di questo materasso comprato a rate delle stanze vuote e dei polsi che tremano per questa minuscola angoscia, per questa insignificante paura. Un giorno – e chissà quanto lontano da questo febbraio, quel giorno – ricorderemo ancora l’odore dell’ammorbidente rientrando a casa insieme, di nascosto, e ripenseremo ancora al salvadanaio, al tavolo della cucina, e a certe serate fresche, riempite in molti mesi di cene giapponesi, e di cinema all’aperto, e di gelato, e di camicie bianche. E potremo concederci il lusso - aristocratico, generoso - di sfogliare uno per uno tutti i mattini, e i biglietti aerei, e le bucce d’arancia, e le tazzine da caffè.
©
Elena Carlini
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