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T’ho risognata Ancora ( giovane, bionda ) senza vita. Con l’arcano doloroso nel colombario ti sospingevano ma dentro la bara avverto un impercettibile rumore... Risorta ! su ! su ! su ! con la forza delle mie braccia il volto trattengo nel lenzuolo: non risvegliarti nel sudario di Lazzaro inconsapevole di essere spirata, fu un gioco la decennale agonia fu una burla il tuo funerale: ti riconsegnerò alle auto agli abeti alla luce all’aria alla luna alla vita, ti riconsegnerò ai miei baci ai miei mai troppi baci : non mangiai pesante ieri sera, piccante, ma tu : tra i soffioni accalcati troppo non tardare all’appuntamento ti attenderò stavolta, ti prometto, ti attenderò oltre il lecito. 1 E’ deciso. Quaggiù me ne resterò a coltivare i gladioli, i più luminosi li recherò con me ( quando anche il mio numero il Fato estrarrà ) per consegnarli al tuo sorriso. 2 Di te d’acchito m’innamorai del volto, del suo quieto raccogliersi concedersi specchiarsi. Di te d’acchito fui travolto dal volto dal suo quieto contenersi affidarsi esaudirsi che pare ( è ) pastorale di sapienza. Di te d’acchito fui catturato dal volto ( che incita la mano ) : hai, più di tutte, il viso che risplende ; sei, non sembri, statua del nostro giardino così, lieve e segnata dal tempo, ma nel tempo concretata. 3 Quando, ciliegia con il corto picciolo, con le amiche ti dilettavi nel tiro alla fune campionessa non eri notificata : il martedì abbandonavi la preda all’istante, l’indomani neppure Eracle ti spostava. Tu, assurda, mi avevi bisbigliato il tuo no tu, ostile, poi ( mossa a pietà ) mi riconsegnasti il tuo ciao con un tiepido sorriso : cioè la concessione di giocare con la tivù, di scovare un giallo, di mordere un panino con il salame, di staccare le foglioline del ligustro ad una ad una, di osservare la luna dall’amaca. 4 ( A contati passi dalla santità della mia persona il contrapposto marciapiede raggiungesti.) Oh, avresti potuto oppure dovuto urlarmi un insulto fra i più riportati a tua discrezione, oh avresti potuto oppure dovuto urlarlo a quel ( tuo ) innamorato quasi assieme : rammenti ? dopo due pizze con birra, e aranciata per la delicatezza “ de ton estomac, “ a tratti abbracciati dei comuni rossori non avessimo dialogato, nella piazza noi eravamo uccello e spaventapasseri invogliati dalla sete che la fontana non mitigava a sorridere, a sorriderci, a progettare... Neppure una parola, ormai, fra noi. Neppure un tentativo di salvare le apparenze ormai, fra te e me. Solo mucchi di rifiuti e piacere, inumano piacere di non conoscerci. Solo olezzo e imbarazzo, inumano imbarazzo di ammirare solleciti lo scarico di un’auto quando c’incontriamo. Solo il ridicolo, ormai, fra te e me, ma il ridicolo della verità un uomo lo affida ai Sapienti, perciò il tuo nome pronuncio, oso, il tuo nome recuperato da una pratica, il tuo nome pronuncio intenso : m’imporrò la calma, riuscirò giocherò per attirarti giocherò per catturarti giocherò contro le astuzie delle tue paure comunque inefficaci. 5 “ Come va ? è un pezzo che non ci si incontra...” “ Così, così...A te ?...” “ Mah...Sai...” Te ne sei andata, inascoltata pietà non permise la consuetudine di un amore che ritenne l’Universo spazzato via : a me non importa se ieri al caffè se ieri giù al nostro Caffè mi avevi cercato pur se con gli occhi ( i tuoi occhi più dolci ) del pavimento a rilevare le macchie il tuo “ ricominciamo “ avevi detto, a me non importa se quattordici ore fa la tua voce fu per una volta decisa a me neppure questo deve importare. Te ne sei andata perché ( nella notte ) moristi. 6 Ora non ti è più concesso di godere ammirare scoprire gioire correre chiacchierare lavorare ( all’uncinetto ) sognare. Ancora la tua fine io non comprendo ed il connesso semplice accidente. Se fra tante cravatte la scelta rifiuto se c’è il sole che mi infastidisce se altri ridono se altri parlano se altri amano se altri godono ammirano scoprono gioiscono corrono chiacchierano lavorano ( all’uncinetto ) sognano eccetera se a me non ti unisci ( se a me mai più ti unirai ) tu non sei assente per sopravvenuta forma influenzale, bronchiale, reumatica. Tu sei solo morta. 7 Cessò quel giorno cessò quel giorno il tuo sorriso, cessò il sole. Del balocco che ti sottrasse alla vita all’amore a me cessò quel giorno la tua ragione cessò quel giorno la sua ragione cessò quel giorno infame cessò il sole, cessò il tuo sorriso cessò il suo sorriso cessò quel giorno. 8 Se piazzasti sopra la terra l’uomo come bestia a tua immagine se lo lusingasti: la tua evoluzione saranno i secoli di lavoro fatica sudore e morte, di morte non preannunciata, io qui ti rinnego: mentre te ne stai nella provvisoria bara serrata : no! altro non immagino, mentre piango mentre rido mentre vivo il tuo sorriso in me non si distoglie. 9 A me che non fui partecipe almeno del rito della tua morte, a me pure se a tavola mi accomodo immutabile come il giorno che si trascina è il volto gioioso che mi sottrassero, a me un angelo con il più bianco cavallo hai inviato per spiegarmi quanto ti fosse ridicolo il mio modo di volerti bene : professavo amore lo proclamavo, a me un angelo con il più bianco cavallo hai inviato per spiegarmi la strada per evitarmi non avevi attraversato l’erba nel prato non l’avevi notata la più logica delle logiche soluzioni il mio grande amore per te non l’aveva presa in considerazione. 10 Ho sognato - incubo mai mi sarà più dolce - il sorvegliante ed il fiuto del suo cane avevo ingannato, a riposare mi ero posato sopra la tua bara con il plaid e la tua vicinanza ( per acquietami un poco ). Come un camion lungo il percorso travolge e rivolge un cane ( e manco se ne avvede ) Tu mi moristi. Senza viltà senza lamenti senza coraggio, catturata alle spalle ( dal sorriso alla morte, come suole dirsi ) Tu mi moristi. “ Iddio di eccelsa gloria, permetti che la mia preghiera l’innalzi non a te, stasera che il Suo ricordo mi stilla il cuore - permetti che la mia pena l’innalzi non a te, stasera che una scintilla a Lei mi riaccostò. “ Come bue al macello senza lealtà senza pietà ( l’ora ricordi od il Suo nome ?) tu La uccidesti. Dimentico del chicco della tua parabola somma prendesti la tua decisione, uccidesti la mia Gabriella.
©
Pierluigi Ambrosini
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