|
|
|
|
|
VOTA QUESTO TESTO
|
|
Votanti:
1242
Media
79.36%
|
|
Davanti a me s’estende l’enorme paese acqueo
chiamato il mare.
Teneramente ondulato si presenta quest’area fiabesca
a’ miei occhi.
Scorgo alcune navi sparse su questo mondo marittimo
che si aprono il loro passaggio lungo le vie d’acqua
come l’aratro per i campi del contadino.
Solitario è il mare e perciò è il mio compagno.
Mite e furioso è il mare e perciò somiglia alla mia anima.
Ferire e accarezzare può il mare e perciò è l’origine d’ogn’essere terrestre.
Profondamente respiro l’aria salata marina e sembra di pulire corpo ed anima
dalle ferite raccolte in una vita dura e spietata.
Un po’ distante da’ muri del porto
le luci notturne lanciano i loro sguardi accesi in acqua
per risplendere come occhi misteriosi.
Mentre la notte scende proseguo il mio viaggio perpetuo
calmato dall’eterno bisbigliare fra mare e roccia sul Lazio antiche sponde.
©
Livio Latifoglio
|
|
|
|
|