|
|
|
|
|
VOTA QUESTO TESTO
|
|
Votanti:
632
Media
80.08%
|
|
Dove va tutta questa gente,
dell’inquinato giorno
a tutte le ore
e sotto i ciechi ansiti
della notte radiosa?
Chi o cosa cerca sempre di fretta?
E perché complica ogni fiato?
Dove il cielo si abbatte più forte
è sempre e subito ressa,
dove il delirio lenisce
senza alcuna spesa
si fa gran corte di stupratori
ordinati, in accanita attesa
d’un nero siero di violenza.
“In realtà, una società si esprime positivamente nelle malattie mentali manifestate dai suoi appartenenti, qualunque sia lo statuto che attribuisce alle forme patologiche: tanto nel caso in cui costituiscano il centro della sua vita religiosa, come spesso si verifica tra i primitivi, quanto nel caso in cui si tenti di espellerle e di collocarle all’esterno della vita sociale, come fa la nostra cultura.
Si pongono allora due problemi: in che modo la nostra cultura ha finito con l’attribuire alla malattia il senso della deviazione, e al malato uno statuto che lo esclude? E in che modo, malgrado questo, la nostra società si esprime in quelle forme patologiche nelle quali si rifiuta di riconoscersi?”
“Malattia mentale e psicologia”, Foucault M. (Trad. Polidori F.), 1954
©
Mirko Catalano
|
|
|
|
|