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Oh poesia, di me piagato conforto mio canto di amore e di morte, esistendo come feroce ho dissacrato il tempo e la vita. Ti contemplo e mi rapisci quando tutto fugge nel sereno o nella burrasca restami accanto. Oh depositaria segreta delle mie confidenze se mi sfiori, in me ti effondi!
Vivendoti, alata eccelsa e sublime come e quanto l'anima ti ha cercato fissando un cielo infinito!
La tua identità del tutto mai mi rivelasti eppure il cuore sempre ti riconobbe nella gioia e nell'indomito dolore nel respiro furioso o sereno del mare, nell'ondeggiare di una speranza attesa in un volto perduto e mai più ritrovato nello stelo che cresceva o nella rosa che moriva!
Miracolosa palpitante, trabocco di vampa che infuochi, il tuo calore diventa il mio quando incandescente me solo accompagni!
Discendi come puoi nei miei giorni addolcisci la mia sorte l'anchilosi del sentire mai senta. Che ti veda e ti crei e ti tocchi e ti suoni se intorno un nulla si spalanca; alla fine di un deludente vissuto formicoli un raptus per altro respiro.
Poesia, dentro o fuori di me che tu sia non posso non corteggiarti e amarti! Dài sollevami allettami e distraimi se stemprato mi accovaccio ai tuoi piedi risparmiami un'ansima se al buio mi abbatte un amor di vivere perduto e nulla più intorno vedo rifiorire!
©
Angelo michele Cozza
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