VERSO L’ANIMA
Racchiusa in un corpo primitivo,
anima perversa
sta soffocata nell’alito
di quei cattivi pensieri,
che si strusciano,
furibondi,
nei silenzi maleodoranti
di voci,
venute dall’inferno.
Catene pesanti,
figlie di quelle maglie strette,
cigolano emozioni tradite
dal vento del dolce
RIMEMBRARE.
Sussurri strazianti
di angeli violati piangono
quelle ali spezzate
da una turpe menzogna,
mai negata per paura di affondare.
Vorrei che Tu uscissi
indenne
da questa nostra gravosa prigionia
e che ti gettasti,
nel bagliore inatteso
di un’ultima stella,
che cavalca, libera,
nella sera più intima
della secreta essenza dell’umana passione.
Sciogliti, per favore,
come fa neve al sole!
E abbracciami
con tutto quel tuo ardore,
che va dolcemente scemando
in quel canto
di nuova speranza.
Scivola, spavaldo,
su questo mio deserto
di nostalgia cercata
e spezza, con tutto il tuo vigore,
queste mie dune,
che lacerano
quel cuore perennemente vessato
da un dolore, che profuma d’ antico.
Stammi vicino, ti prego,
nell’oblio di queste mezze verità,
che come un boia voglioso
mi stringono il cappio
attorno ad un collo,
che già gronda
di fresco sangue.
Ingannami con un bacio
di sentita approvazione,
mentre la tua mano di velluto,
sensuale e prepotente,
mi rimbocca le coperte
di quel sonno riparatore.
Ed io, come in una favola
a lieto fine,
verso l’anima
approdo beato,
nella luce di me …
di JACOB VON BERGSTEIN (al secolo MARCELLO CACCIALANZA)