Una goccia di rugiada si svegliò un giorno fra i petali di un fiore.
Lievemente cullata dal vento rifletteva, nella prima luce del mattino, la rotonda realtà di un piccolo giardino. Un mondo fatto di terra profumata, adorno di steli ed imbellettato di fiori.
La goccia di rugiada, intrisa di promesse primaverili, incontrò poi il sole…
Trasalì, attraversata da quella luce tanto intensa, da quel calore tanto grande.
Divenne lieve lieve e portò con sé l’anima eterea del profumo di primavera.
A mano a mano che si allontanava dalla terra e saliva al cielo, il suo mondo ampliò le sue vedute, allargò i suoi confini.
Sopraffatta dalla vista di tanto mondo non ebbe neppure il tempo di accorgersi ch’era divenuta parte di una nuvola, che già il vento la trascinò lontano.
Nuotò nell’aria ma sebbene fosse più vicina al sole, non riusciva più a percepire il calore che, illudendola, l’aveva costretta ad esser diversa.
Passarono oltre, al di sotto della sua essenza, campi, città e montagne. Più correva, più la sua anima si contraeva in un freddo incomprensibile.
Divenne un cristallo. Divenne così pesante che il cielo non fu più in grado di sorreggerla.
Precipitò. Nel cadere si accorse che più si avvicinava alla terra, più ritornava ad essere se stessa. Percepiva nuovamente il calore della terra…
Ritornò ad essere goccia ma questa volta come una lacrima del cielo…
Si tuffò, infine, in una grande distesa di altre gocce.
Trovò lì, nel mare, il senso della sua esistenza.
Era meraviglioso far parte di progetto più grande, tanto importante che… persino il cielo, vi si specchiava dentro.
Era un mare immenso che, lontano, all’orizzonte… raggiungeva l’estate!