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Viaggio Attraverso la coscienza
di Catia Capobianchi
Pubblicato su SITO


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“ Io ero qui con le mie colpe nefande a censurare i ricordi, ma troppo arduo e incomprensibile da gestire e me ne andai. Ora sono tornato! Questa è la mia collina, dove avvenne lo scempio ,dove morì la morale, dove morì l'innocenza.
“ Questa è la collina del peccato e qui sono condannato”.
Se ne andò dalla collina senza voltarsi ma all'improvviso Deniel sentì qualcosa nascergli dentro. Non comprendeva cosa fosse, cominciò a sudare freddo e a percepire una sensazione mista al dolore ,alla paura e sentì mancargli la terra sotto i piedi .
La terra tremò e si aprì uno squarcio ,lui indietreggiò spaventato e guardò incredulo quello che stava accadendo.
Dapprima vide una nebbia uscire lentamente ,era di colore grigio come lo smog, poi divenne bianca e cominciò a prendere delle sembianze .
Non erano nitide ,a malapena si comprendeva una forma.
Si avvicinò per poter osservare meglio ma come faceva un passo il piccolo cratere si allargava peraltro creando un gran rumore, come se si fosse ai piedi di una cascata .
Indietreggiò e guardando con aria dubbiosa rimase incantato e nel contempo allarmato.
Passò del tempo, non seppe quanto, ma si accorse che il giorno stava finendo e si avvicinava la notte.
Mentre pensava a questo la nebbia cessò e le forme svanirono nel nulla: allora provò ad avvicinarsi e non accadeva nulla ,si avvicinò ancora un po' e tutto era fermo.
Fece un gran respiro e si avvicinò ancora un po' ed ecco all'improvviso uscire una mano, “Ah! Cos’è?” ebbe solo la forza di dire , perchè il cuore quasi gli smise di battere tanto lo spavento.
La mano si muoveva con modo sinuoso e provocante, poteva essere la mano di una donna.
Non capiva se era un sogno o veramente stesse accadendo qualcosa e forse, pensava, quella mano era di qualcuno che era caduto li dentro e stava chiedendo aiuto.
Si fece forza e gli andò incontro.
Non fece in tempo ad avvicinarsi che la mano lo afferrò con una stretta decisa e lo trascino dentro al buco.
Urlò con tutte le forze che aveva cercando di svincolarsi da quella morsa che gli impediva di respirare, ma è come se stesse dentro a quattro mura e ogni volta che provava a muoversi queste gli si stringevano addosso schiacciandolo e provocandogli un gran dolore.
In tutto questo trambusto si accorse di una cosa: normalmente cadendo in un buco si dovrebbe scendere, e invece la sensazione che avvertiva era quella di salire.
Smise di dimenarsi accettando impotente quello che gli stava accadendo.
Continuò a salire, senza una fermata ,ne una destinazione una ascesa interminabile..
Finalmente la mano lo lascò con dolcezza e la vide allontanarsi dietro lei fili d'erba che crescevano sempre più alti fino a farla sparire.
Deniel guardò attorno notando che nulla era cambiato, e che davanti a lui cera la collina, la stessa ; ma dall'aspetto maestoso e inaccessibile.
Il sole era alto e il vento caldo gli sfiorava i capelli e sentiva l'erba calda sotto ai suoi piedi.
Si accorse di essere senza scarpe e il calore che veniva dalla terra gli procurò da prima un lieve piacere poi, il calore aumentò provocandogli una sensazione di dolore.
“Ma cosa succede?” si domandò, “forse mi sono addormentato e ho avuto un incubo! Devo andarmene di qui, il sole è alto e la terra scotta!”.
Guardò la collina lo attirava, incuriosendolo sempre più...cresceva in lui un forte desiderio ,un crescendo di emozioni che non seppe descrivere ma che percepiva come le onde magnetiche nell'aria.
Queste divennero più intense, e come un drogato che ha bisogno dell'eroina provò il forte impulso di correre verso la collina e così fece.
S'incamminò a passo veloce .
La collina era là a pochi metri ,bastava accelerare il passo e sarebbe arrivato.
Quindi si mise a correre e poi sempre più veloce ma un pensiero lo fermò : “perchè, perchè io corro e... dovrei essere già arrivato... eppure non è lontana e invece è là, alla stessa distanza di prima!”.
Aveva il fiatone, eppure per quanto avesse corso veloce aveva percorso pochi metri .
“Perchè mi sento così stanco?”.
Calò il buio e cominciava a far freddo , appoggiò la mano su un palo per riprendere fiato e mentre si guardava attorno sentì un calore sulla mano.
Si girò verso il palo dove aveva appoggiato la mano e incredulo di quel che vedeva si accorse che non era un palo ma una gamba.
Tolse immediatamente la mano, poi guardò la gamba e intorno e ancora la gamba.
Si toccò in volto per capire se era sveglio o stesse sognando.
Avvicinò il viso verso la gamba scrutandola come se fosse un essere alieno ma era solo una gamba: ”Che male mi può fare?” si domandò e la toccò.
Questa si spostò da un lato rimanendo sospesa nell'aria.
Deniel quasi divertito gli si avvicinò nuovamente, ed essa si spostò da un altro lato e lui seguendola gli parlò: “Cosa sei? O Chi sei? Insomma vorrei capirci qualcosa!” Ma la gamba non diede nessuna risposta.
“E certo io parlo con una gamba e pretendo che mi risponda! Che stupido!”.
La gamba si spostò ancora e anche lui ed essa si spostò più velocemente e anche lui.
La gamba andò dalla parte opposta della collina e lui si fermò pensando che voleva andare verso la collina ma visto che non ci riusciva, decise di seguire la gamba e le camminò dietro osservandola mentre svolazzare nell'aria.
Mentre camminava vide dei cardellini che leggiadramente atterravano sulla strada, quella strada che prima era di asfalto ora era di fango e Deniel faceva sempre più fatica a camminarci perchè a ogni passo la strada di fango diventava più melmosa e lui stentava a mantenere l'equilibrio.
I cardellini arrivavano sempre più numerosi e ad un certo punto si trovò circondato da una marea di questi, erano così tanti che quasi non si distinguevano più l'uno dall'altro.
Deniel non sapeva più che fare, la gamba continuava a ondeggiare nell'aria e senza accorgersene si trovò a nuotare in un mare di cardellini che perdevano le penne che salivano nel cielo per poi ricadere come la cenere portata dal vento.
Stranamente quel mare di cardellini era molto fluido e lui vi si ritrovò a nuotarci, poi cominciò a provare stanchezza ed era quasi notte e sentiva di non farcela più e se non avesse trovato un punto d'appoggio sarebbe stata la fine.
Si armò delle ultime forze e nuotò, invano perchè il mare diventava sempre più ampio e i cardellini cominciarono a sciogliersi come il burro al sole e Deniel stava perdendo le ultime speranze di uscire da quella situazione, non comandava più i movimenti e si diede per vinto lasciandosi trasportare da quel fluido che lo ingoiò come le sabbie mobili.
“Ehi! Ehi tutto bene? Ci sei? Rispondi? Stai bene?”.
Deniel sentì una voce parlargli ma non capiva cosa gli stesse dicendo, aprì gli occhi e una forte luce lo abbagliò e si coprì il volto .
Una mano gli toccò la fronte “Ehi stai bene? Dai ti aiuto ad alzarti, ma cosa ti è successo?”
“Dove sono ?”
“Non sei messo molto bene! Comunque sei vivo!”
“Si ma dove sono?”
“Ma sei fatto? Fai uso di droghe o hai fatto un bicchiere di troppo ieri sera eh?”
“No. .no sto bene ...forse sono un po' stanco...Puoi darmi uno strappo?”
“Si va bene dove abiti?”
“Ti indico la strada...”
“Vuoi che ti porto all'ospedale? Forse è meglio visto che non mi sembri molto in forma!”
“No. .no ti prego portami a casa sono stanchissimo!”
“ Va bene! Stai calmo ti ci porto! Non volevo fermarmi ma una vocina mi ha detto di farlo, poi sai con tutti i matti che ci sono in giro!”.
Lo sconosciuto lo aiutò a tirarsi su e si avviarono verso la macchina.
Deniel guardava fuori dal finestrino come se fosse la prima volta che vedeva quei luoghi; gli sem-brava tutto nuovo così diverso...le case ,la gente tutto era così lento che gli sembrava di essere in un film proiettato al rallentatore, solo che non capiva la trama del film e se lui fosse l'interprete.
Arrivarono sotto casa e lo sconosciuto gli chiese se volesse che lo accompagnasse su e Deniel ri-spose “Si dai vieni ti offro un caffè è il minimo che posso fare sei stato molto gentile!” e salirono nell'appartamento.
“ Ehi ! Hai proprio una bella casa! Non ti manca niente ,ma che fai nella vita per permetterti questo lusso! Ehi che mega schermo ! Diamine che impianto stereo !”
“No ..e che..” “ cercò di rispondere Deniel.
“Ehi ma quanta roba di lusso? Ma chi sei tu?”
“Non lo so più neanche io!” e andò in cucina per fare il caffè e mentre lo preparava gli venne in mente la sera prima con Tosco ma non rammentava ciò che che si erano detti, mentre l'altro dalla sala continuava a parlare e a fare domande su domande .
Ma perchè lo aveva fatto entrare come gli era potuto passare per la mente , doveva liberarsene al più presto.
“Il più buon caffè che abbia mai preparato!”
“Grazie! Questa è l'ora migliore per un caffè!...tu non lo prendi?”
“No! Ora ho solo bisogno di una doccia e di andare a dormire. .scusa sai ma non è un bel momen-to..”
“Se vuoi puoi parlarne..!”
“No.” rispose Deniel “ ti ringrazio, come ti ho già detto ho solo bisogno di fare una doccia e...”
“Si ,va bene, comunque io mi chiamo Net” e allungò la mano in segno di amicizia ma Deniel si ri-trasse un po' scocciato e lo invitò alla porta.
“Va bene va bene ho capito me ne vado. Sai credo che i tuoi problemi nascono proprio dalla tua scontrosità, dovresti essere più sociale in fondo io voglio esserti solo amico!”
“Senti Net, io ti ringrazio ma devi anche capire che ho avuto una giornataccia magari poi ci sen-tiamo eh...”
“Si ok. .ma vuoi un consiglio? Non ti aggirare solo per la strada con tutta questa gente strana.. mi fiderei più degli amici dei veri amici ”.
Deniel cominciava a spazientirsi e disse “Senti ho capito, sei un amico. .mi vuoi aiutare ..ma io non voglio il tuo aiuto !Capisci?” e gli fece cenno di andarsene.
Net trattenendosi davanti alla porta disse “E qui che ti sbagli, tu non ti fidi di nessuno e non vuoi ascoltare.
Sei convinto che il mondo giri solo intorno a te e non ammetti niente che ti possa distogliere da quello che credi tu sia vivere, e chi non è con te deve essere annientato, schiacciato come una pulce. Un piccolo essere che tu pensi essere senza importanza, ma tutto in questo mondo ha un significato se no finirebbe il ciclo: e tu l'hai fatto! Hai interrotto il ciclo!”
“Ma chi cazzo sei? Cosa vuoi? Neanche mi conosci!”.
Net fece un mezzo sogghigno e rispose “Forse tu non mi conosci perchè non hai mai voluto farlo e non ti sei mai posto il problema di quanto io e te siamo diversi ,ma io ti conosco molto bene! E anche tu!”
Deniel per un attimo rimase senza parole e quando stava per controbattere Net disse “Quella sera al bar con Tosco..”
“Net ma tu...”
“Quella sera con Tosco al bar, ricordi? Hai ordinato un Cognac e il Tosco una birra avete parlato per più di un ora poi vi siete alzati. Hai pagato, siete usciti e ti sei acceso una sigaretta l'hai salutato e te ne sei andato!”
“Si ..mi sembra, ma tu come fai a saperlo?”
All’improvviso un'incontrollabile furia lo pervase e prese Net per il collo e sbattendolo contro la porta disse “Ora tu mi spieghi! Perchè giuro che so no non esci vivo di qui!”
Net tolse la mano che lo stringeva al collo e con un sorriso ironico e sicuro di sé disse “Pensa !Pensa!” aprì la porta e se ne andò.
Deniel lo chiamò ma Net non rispose, allora scese le scale uscì dal portone ma non cera più traccia di lui.
Fece qualche metro, girò in un vicolo poi in un altro, era sparito.
Tornò indietro pensando di aver incontrato un matto o un fantasma.
Camminò pensando a il tizio ..poi si guardò in giro e si accorse di non essere per la via di casa e non capì, girò un angolo poi un altro ed ecco spuntare la collina.
Si strofinò gli occhi con la mano e vide ,che era la collina “Allora non era un sogno!” pensò.
“Stavolta devo andare fino in fondo devo arrivare alla collina!” e si mise a correre ma è come se corresse sopra un tapis roulant rimaneva sempre nello stesso punto.
Si fermò pensando di trovare una maledetta soluzione anche perchè non poteva ne tornare indietro e ne poteva continuare. Si girò da una parte poi dall' altra e tutt'intorno era il cielo e là collina.
Mentre continuava a girare su se stesso sentì qualcosa frantumarsi sotto i piedi .
Alzò il piede e vide qualcosa, si avvicino di più e raccolse quella cosa e fece un urlo. “Dio mio que-sto è un occhio! Porca ..questo è un occhio è un occhio!!”
Lo buttò via inorridito e cercò di pulirsi le mani strofinandole sui vestiti. “E adesso che faccio? Come esco da qui!”
S'incammino prima da una parte e poi da un altra e vide un altro occhio che lo guardava, e un altro e un altro ancora poi apparvero una miriadi di occhi e tutti lo guardavano e tutti allo stesso modo: ostili, arrabbiati, indagatori.
Si avvicinavano lentamente ,lui li calpestava li mandava via ,e più si affannava a schiacciarli e più questi aumentavano arrampicandosi sul suo corpo, dapprima penetrando fra le vesti poi coprendogli gli occhi e il naso fino a farlo soffocare e infine esausto svenne.
“Ehi! Stai bene? Rispondi! Stai bene?”
Deniel aprì gli occhi e si trovò davanti un angelo: era una creatura bellissima dai lunghi capelli neri e gli occhi a mandorla, la pelle candida color pesca e labbra che sembravano petali e profumavano di rosa.
“Mi sono addormentato.. dove sono? Che aspetto ho?”
“Bè, non hai un aspetto tanto gradevole, sei senza scarpe e hai i calzoni strappati ed emani un odore non proprio allettante...”
Deniel si guardò ed effettivamente si accorse di non avere l'aspetto di essere appena uscito da una boutique. Cominciò a credere che quelle avventure se così si potevano chiamare non erano dei sogni ma non poteva nemmeno far parte della realtà.
Gli chiese come si chiamasse e lei gli rispose Mary.
Lo aiutò ad alzarsi invitandolo a dirgli dove abitasse e che se voleva lo avrebbe accompagnato con-siderato che non era in ottima forma. Lui accettò e zoppicando visto che gli doleva un piede s'in-camminò affianco a lei.
Denis gli chiese cosa facesse da quelle parti soprattutto in quell'ora tarda e lontano dal centro .
Mari rispose che aveva un appuntamento ma che non era andato a buon fine e deviò il discorso chiedendo a Dennis il perchè zoppicasse. “Si mi ero accorto ma non ci pensavo più tanto ero preso ad ascoltarti”
“Dovresti farlo più spesso!”
“Cosa?” chiese Dennis.
“Ascoltare, ascoltare il tuo cuore e non solo l' istinto e l'orgoglio!”
Dennis pensò :ecco un'altra morale di vita, ma tutti io l'incontro..
.”Quanti anni hai?”
“Trenta ma dicono che ne dimostro di meno, tu che dici? ”
“Si effettivamente non te ne avrei dati più di venti e se mi permetti sei molto carina, scusami non vorrei essere sfacciato ma è quello che penso!”
“Dovresti farlo più spesso!”
“Ma cosa?”
“Dire quello che pensi prima di agire è importante parlare...”
“Bè in questo caso l'ho fatto no!?”
“Si! Peccato che non l'hai fatto prima!”
“Prima quando?”
“Prima che tu facessi quello che hai fatto!”
“Ma cosa avrei fatto?”
“Proprio non ricordi?”
“Non so di cosa stai parlando!”
“Ricordi quella sera al bar..”
Dennis impallidì e cercò di fermarla per non sentire quello che avrebbe detto ma lei continuò.
“ Hai ordinato un cognac e Tosco una birra avete parlato per più di un ora e poi vi siete alzati e hai pagato, siete usciti ti sei acceso una sigaretta e te ne sei andato.”
“Senti ,se questo è uno scherzo ci sono cascato! Mi avete impressionato ,la montatura è geniale tutto da sembrare vero anzi ti dirò di più per un attimo ho pensato di essere impazzito, ma ora basta! Il gioco è bello finche dura poco e ora di smetterla! Mi avete seguito ? Chi siete? Non potete farlo sta-te violando la mia vita.!”
E lo disse un po' incerto quasi titubante come se dovesse nascondere qualcosa ma che neanche lui ricordava.
“Ma non è un gioco! Forse tu l’hai pensato e hai giocato! Sei tu che hai violato!”
Dennis la osservò per capire se stesse scherzando o facesse sul serio ma dallo sguardo di lei, cupo e lontano, capì che non stava scherzando.
“Ok! Hai vinto! Cosa vuoi? Soldi? O che altro?”
“Niente di tutto questo...”
“Parla, non ce la faccio più...sto perdendo la ragione e il controllo delle mie azioni...”
“Quello già l'hai fatto!”
“ Cosa?”
“Perdere il controllo delle tue azioni...”
“Ma di cosa stai parlando?...”
“Non ricordi?”
“Basta non riiniziare con questa storia..!”
“Come vuoi tu!” e gli voltò le spalle come per andarsene. .
”No aspetta non te ne andare...”
“Perchè?”
“Non lo so perchè, ti prego rimani...aiutami a ritrovare la strada di casa; ultimamente mi stanno succedendo cose strane. Mi trovo davanti a una collina, vorrei andarci ma non riesco e come se la strada si allungasse ad ogni mio passo e rimango sempre nello stesso punto è incredibile...e poi mi accadono fatti incomprensibili non riesco neanche a descriverteli! Sono incubi. .incubi nella realtà!”
“Sono i tuoi incubi, le tue paure....la tua incoscienza che prende coscienza..”
“Perchè dici questo...io...io...” e cercava di ricordare qualcosa che era nella sua mente ma che non voleva essere ricordato. “Aiutami...aiutami a capire perchè non ricordo..”
“Ciò che è successo è nel tuo cuore che è morto nel giorno che sei nato, solo la morte potrà farti ri-cordare”.
“Tu sai cosa non rammento?”
“Si lo so, purtroppo!”
“Perchè purtroppo? “
“Guarda Deniel io sono qui davanti a te e tu mi vedi come vuoi vedermi..”
“Come dovrei vederti?!”
“Sei sicuro di volermi vedere?”
“Ma io già ti vedo o sei frutto della mia immaginazione? Vorresti dire che non esisti?”
“Io esistevo Deniel ,ma ora esisto solo nella tua mente.”
“Spiegati meglio”
Lei lo guardò con un espressione addolorata di chi vorrebbe perdonare ma non può scordare e non può perdonare. “
Devo andare” disse Mary “.
No non andare”
“Guarda la collina Deniel!”
Lui si girò verso la collina e disse “Non riuscirò mai ad andarci....Mary, a meno che non mi ci ac-compagni tu e sono sicuro che con te ce la farei ad arrivarci!”
Si girò verso di lei sperando che acconsentisse ma lei non cera più.
“Se ne andata! Mi ha lasciato solo!...solo! Ma perchè ce l'avete tutti con me! Ma che ho fatto! Che ho fatto!”
Si mise a correre cercando di raggiungere la collina , ma rimaneva sempre allo stesso punto.
Si gettò a terra disperato battendo i pugni sulla testa, sul petto senza sentire alcun dolore.
Dalle mani vide colare il sangue rosso ,rosso scuro e scese su tutto il suo corpo fino ai piedi e con-tinuò a scorrere sulla terra aumentando come un fiume che sta per strarippare.
Intorno a lui si era formato un lago di sangue e l'erba spuntava fuori e cresceva diventando sempre più alta e ancora più alta fino a superare anche Deniel che in poco tempo si trovò in un bosco d'erba talmente fitto da non vedere più la luce del sole.
Si fece spazio fra l’erba cercando una via per uscire ma l'erba raddoppiava divenendo più solida e più resistente ai colpi che lui sferrava all'impazzata. Poi l'erba si omogenizzò formando intorno a lui un muro verde vescica e dalle pareti tornò a colare il sangue aumentando rapidamente fino som-mergerlo. Vomito, nausea soffocamento, paura un immensa paura ,terrore.
Tutto gli cadde addosso come un mattone.
. Un intensa valigia di emozioni atroci , gli cadde addosso, strizzandolo, prosciugandolo da qualsiasi speranza di vita: vide la morte prenderlo con tanta ferocia ,e niente poteva aiutarlo e si lasciò andare.
Si lasciò prendere sperando che quel astronomico strazio finisse al più presto.
Ma la morte lo derideva portandolo al massimo della soglia del dolore per poi lasciargli intravedere una speranza, allentando la morsa per poi infierirlo con più tenacia.. In quei sfuggenti attimi di pau-sa da quell'infernale agonia vide Net e Mary con gli occhi sbarrati, fissi nel vuoto e le lacrime di lei che scendevano dal viso e scorrevano fino le labbra di Net, che era rivolto verso di lei in un espressione incredula, incapace.
Deniel pianse.
“Ma cosa ho fatto di così terribile da meritarmi tutto questo! Dio! Perdonami, perdona la mia anima, perdona quest'uomo che ha peccato, che ha sbagliato! Lo so son misere le mie parole troppo brevi ma ti supplico ascolta quest’uomo. Perdonami mio Dio per quel che ho fatto......”
Ebbe una visione: vide Mary e Net a passeggio ,due innamorati che tenendosi per mano si scambia-vano carezze, baci...
Vide se stesso in una lussuosa grande sala che discuteva sul da farsi sulla questione gestione Fegspi se inoltrare la domanda di sovvenzione o archiviarla.
Qualcuno dei suoi addetti votò a favore di questa, consigliandolo a proposito e tenendo conto che fra poco ci sarebbero state l 'elezioni per la presidenza ,e visto che lui era in cima alla lista e da lì a poco sarebbe iniziata la propaganda pubblicitaria.
Votare in merito alla pratica Fegspi avrebbe incrementato di molto le sue probabilità di vittoria.
Si avvicinò Tosco il più fidato dei suoi collaboratori e gli sussurrò all'orecchio
“Approva il finanziamento, ho un piano. .e ti dirò di più oltre a essere un ottima pubblicità riempi-remo il nostro salvadanaio.
“E come “ chiese Deniel
“Chiediamo il finanziamento a la I.B.S che s'impegnerà a versarlo nelle nostre casse come da con-tratto, noi ci impegneremo e recapitarlo entro il limite massimo di consegna sotto il dominio della pratica Fegspi al Collegio degli Addottati ,poi troveremo un escamotage per mandare I.B.S. fuori termine ,ovvero non indicheremo l’importo degli acconti ma solo la scadenza non prorogabile fino l’ultimo versamento.
Intanto però prenderemo l'incarico del primo acconto che non sarà esiguo stanne certo! Dilazione-remo il resto degli acconti i piccoli bonifici e lasceremo la fetta più grande per ultimo.
“Si.. “ rispose Deniel “E se non ci accordassero il finanziamento? E la Casermin avrà bisogno di un acconto per costruire le case per il Collegio degli addottati e poi che gli diciamo? E perchè I.B.S. non dovrebbe mandare in tempo i soldi?”
“Accetteranno! Hanno bisogno di pubblicità, quale occasione meglio di questa! Poi, come tu sai anche loro sono costretti a chiedere un finanziamento ,essendo alle strette ,e conteranno di rifarsi su gli interessi.
Noi daremo una parte del primo acconto alla Caseimin che inizierà a costruire , a distanza di tempo inoltreremo la richiesta degli altri versamenti , poi al termine della scadenza dell’ultimo versamento, chiederemo il totale del resto dei soldi a l’ I.B.S. che sarà il 40/% dell’importo, ,nel frattempo avremmo spostato il deposito legale alla filiale di Mosca causa lavori di ristrutturazione, I.B.S dovrà riconvalidare tutte le carte e perderà altro tempo.
A questo punto andranno fuori termine! Pen non correre in penale non chiederanno una giustifica-zione al trasloco legale anche perchè non se ne potrebbero avvalere e verseranno i soldi alla filiale di Mosca.
Tratteniamo di diritto la pratica per il vaglio, giustificato a noi con un tempo limite di trenta giorni , ci tratterremo l’ultimo versamento per i danni legali che dovremmo affrontare con la Caseimin e chiederemo i danni per l'inadempienza dovuta a I.B.S che ci avrà creato insorgenze come società e per averci omesso la passibilità di portare a termine la pratica nei tempi convenzionati con la Ca-seimin
“ Certo” disse Deniel “la Caseimin ci avrà sfigurato l'immagine alla vigilia delle elezioni presiden-ziali e questo certo non è una buona pubblicità!”
“ Infatti” disse Tosco “e qui ti volevo: tu diventerai presidente questo è sicuro.
“L'I.B.S. per non screditare la propria immagine come finanziaria pagherà un compenso al Collegio per mettere tutto a tacere e pagherà anche a noi per lo stesso motivo, mi capisci? E nelle casse della filiale di Mosca rimarranno i soldi che ha versato l'I.B.S..”
“Si si certo tutto questo all'ombra dei media e noi ne usciremo puliti, ricchi e con un nuovo presi-dente e vice presidente naturalmente! Dovevi fare l’avvocato!”
“Si l'avvocato del diavolo!”
Deniel ripensò a quest'ultima frase...
.”Non sento più dolore, le mura sono sparite dove sarò? “
“Sei dov'eri prima!”
“Mary! Sei tornata?”
“Non sono mai andata via ero qui prima lo sono adesso e lo sarò per sempre!”
“Anch'io starò qui per sempre?”
“No! Non adesso!” rispose Mary el sollevandolo da terra con una forza mostruosa lo scaraventò sulla panchina.
La botte fu talmente forte che vide le sue gambe staccarsi dal corpo e sentì i suoi occhi uscire dalle orbite e svenne.
Quando si riprese invocò il nome di Mary ma non ebbe risposta provò a sollevarsi ma invano, poi sentì la sua presenza ma capì che non era sola.
Con lei cera Net che l'abbracciava sussurrandogli dolci parole, sentiva l’odore dell’amore vibrare nell’aria poi quelle parole “ Vuoi sposarmi?”.
“No Mary no, tu sei solo mia.. Mary non farlo. .Mary... ora ricordo...ma come ho potuto. .cosa ho fatto..perchè , perchè....”
Pianse, senza ritegno urlando, straziandosi, piegandosi dal dolore: un nuovo dolore.
Un dolore apocalittico, un dolore che solo chi sta nascendo può descrivere ma non può perché non sa parlare ma solo gemere, un dolore che può sentire solo chi muore, ma non può perché i vivi non lo ascolterebbero perché non vogliono ascoltare la morte.
“Ti prego fammi morire fai ciò che io ho fatto, ho rinnegato il ricordo perchè è troppo atroce ,ho rinnegato il pensiero perchè smisurato, mi son fatto re dei diritti umani proclamandomi Nerone, ora fai di me un falò perchè ho sbagliato, ho tradito come Giuda al mio stesso sangue e a mia madre ho tolto un figlio.
Fai che la lupa torni e benedica chi è morto al mio posto ...”
Ma non accadde e tutt'intorno era pura essenza del nulla, il niente, il buio assoluto.
“No. .no...” gridava Deniel ma neanche l’ eco lo ascoltava..
Una fiocca luce si aprì dal nulla e gli venne incontro una gamba e un occhio e dissero:
“ Io sono il tuo occhio e tornerò da te per farti vedere.”
E la gamba “Io sono la tua gamba e tornerò da te per farti camminare”.
L'occhio con un salto entrò nel lobo e la gamba si riunì al suo corpo e fu luce.
Deniel ricordò ogni attimo, ogni gesto, ogni emozione e urlò cercando di coprirsi l’occhio.
Vide Net, suo fratello con la sua donna “ Mari”.
Ascoltò le loro parole i loro progetti i loro sogni .
Vide se stesso pieno di rabbia nei confronti del fratello che aveva Mari che lo amava.
Vide Mary una bellissima creatura e vide se stesso pieno di rancore perchè non era sua.
Vide il proprio orgoglio soprassedere sui sentimenti per far emergere la parte più oscura del pro-fondo, quella che tutti noi non vorremmo mai uscisse.
Deniel lo fece dettato una possessività folle, da un egocentrismo che fece di lui un uomo senza scrupoli, da una mancante umanità che lo portò a essere il numero uno.
Deniel si copri l'occhio per non vedere ma continuò a vedere come se le sue mani fossero trasparenti .
Mari era una ragazza semplice ,pulita, trasparente e il suo scopo nella vita era di aiutare chi come lei aveva vissuto un infanzia difficile, piena di ostacoli, carenze economiche e più di tutto affettive. Un padre più ubriaco che sobrio una madre troppo presa a commiserarsi per una vita infame.
Le liti erano alla portata del giorno e lei diede tutta se stessa per uscire da quel tunnel oscuro che gli sbarrava la felicità.
Studiò e lavorò mettendo tutta se stessa per la causa dei diritti umani e creò una stazione dei diritti umani dove la gente come lei potesse fermarsi per esporre i proprio problema.
Molti aderirono alla sua iniziativa e molte società l'aiutarono sovvenzionandola e dandogli così modo di ampliarsi e di creare un vero e proprio ente “ Il Collegio degli Addottati” .
Li conobbe Net il fratello di Deniel che si adoperava per i più deboli.
Net che aveva sempre aiutato il fratello dai” cattivi” così li chiamava Deniel.
Net che non era portato per lo studio e dopo aver frequentato le scuole superiori decise di lavorare e aiutare Deniel nei studi universitari.
Due fratelli che erano cresciuti in una famiglia povera ma onesta dove il rispetto era il principio di vita.
Deniel si laureò ed entrò a far parte di una grande società, misurandosi con gli arrampicatori sociali, tra sconfitte e vittorie salì lasciando indietro chi era più debole.
Lui cresceva, lui era forte, lui era il cattivo.
Deniel era cambiato? O era un bocciolo che aspettava di fiorire in una rosa nera piena di spine?
Mary parlò a Net della sua idea di costruire un piccolo villaggio per tutti coloro che si univano al Collegio in modo da organizzare un vero e proprio aiuto per tutti.
Net era entusiasta dell’ idea e decise di parlarne a Deniel.
Deniel che non scartava mai niente che potesse essere valutato acconsentì a un incontro e conobbe Mary e fu amore a prima vista ma solo per lui.
Da subito gli fece capire del suo interesse ma lei deviò sempre i suoi inviti i suoi approcci .
Con il tempo in Deniel l’amore che provava per Mary si trasformò in odio amore e ancora più forte era l’odio che crebbe nei confronti di Net.
Net lesse sugli occhi di suo fratello un sentimento ostile capì che anche lui amava Mary ma spera-va, fosse solo una piccola infatuazione che sarebbe scemata col tempo: : si sbagliava.
A Deniel questa accondiscendenza lo urtava anche di più aumentando la sua infida gelosia.
Un giorno Deniel li convocò tutti e due dicendo che avrebbe valutato la proposta.
Mary e Net esultarono e lo abbracciarono in segno di riconoscenza e a Deniel il contatto con Mary lo aizzò verso un pensiero finora occultato che si rinvigorì dando luce a un proposito: eliminarli. “Se lei non è mia non sarà neanche di Net!”.
Chiamò Tosco e gli diede appuntamento in un bar a fine serata.
S'incontrarono e parlarono ,Deniel ordinò un cognac.
“ Io ero qui con le mie colpe nefande a censurare i ricordi, ma troppo arduo e incomprensibile da gestire e me ne andai. Ora sono tornato! Questa è la mia collina, dove avvenne lo scempio, dove morì la morale dove morì l'innocenza. Questa è la collina del peccato e qui sono condannato”.

© Catia Capobianchi





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