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Il Dott. Bigogno è rimasto fedele al suo titolo anche nella tomba. La sua bara non contiene i miseri resti di un corpo qualunque, diligentemente indaffarato nella propria decomposizione, ma le reliquie di un Dottore. E' giusto che chi si trovi a passare lì davanti lo sappia, e magari chini il capo compostamente, in segno di ammirazione e riverenza.
Il profilo marmoreo dell'angelo che spicca il volo evoca un paradiso di villette videosorvegliate con giardino e posto auto, adagiate tra ipermercati, stazioni di servizio e fabbriche. Villette frutto di una vita di lavoro, di una vita per l'azienda, di riunioni, di giacche e cravatte, di contatti e contratti, di sveglie nella nebbia dell'alba e ritorni con i fari accesi, di cene riscaldate davanti alla TV, di poche consuete e scarnificate parole alla moglie, di figli già a letto.
Di fronte alla lapide, nella cappella di famiglia, un mazzo di garofani di plastica color polvere e un moccolo spento.
Riposi in pace, Dott. Bigogno.
da "Decadence Lounge. Viaggio nei nonluoghi del nostro tempo" (Zona, 2010) https://www.editricezona.it/decadence.htm
©
Alessandro Hellmann
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