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" Pasta italiana e gelato al cioccolato, non male come ultima cena.
Ma andiamo! A chi la do a bere? Questa sbobba fa schifo e mi sta venendo da piangere; poco da fare.Insomma Norris! Crepa con dignità".
La luce in quella lurida cella sembrava viaggiare al rallentatore, sempre uguale, così tetra e inesorabilmente carica di pallidi ricordi.
Quattro mura e una finestra, ecco che cosa ha ottenuto Michael dall'amore vero, sai, quello che annebbia la vista e fermando il tempo ti fa ringraziare Dio di essere nato.
E' vero, vent'anni sono tanti, un'eternità che non ha potuto cambiare quest'uomo sempre stato stanco, triste, ora ancora più solo.
Guarda l'orologio, si passa una mano tra i capelli e lascia che quei dannati pensieri gli infestino il cervello per l'ennesima volta. Chissà com'è la morte. Forse è un po' come volare in questo cielo senza colore; bucare le nuvole con un gesto della mano e catapultarsi ancora più in alto, fino a sfondare l'atmosfera. E poi?
Poi arrivare in quel pianeta dove si va quando si muore, vedere i propri cari, rivedere lei; si, rivederla ancora, perché in fondo è ancora sua, morta, ma sua.
Un sorriso improvviso e anomalo si disegna sul volto di Michael, una smorfia di dolore che mette in luce quei quattro denti verdastri che gli sono rimasti, dopo tutte le torture subite. Ma non è colpa sua, non ha avuto molto di cui ridere nella vita.
Però c'è stato un periodo felice, eccome se c'è stato! Quei nove mesi passati in compagnia di lei; l'amore che ogni giorno bussava al suo cuore e gli sussurrava dolci parole per mezzo della sua bocca.
Si, istanti felici, purtroppo sbiaditi dal tempo, purtroppo guastati dal suo stupido destino.
Dopo vent'ani però la sua mente non è mutata, Michael è ancora convinto della scelta che ha fatto.
Lei lo ha tradito. Si, tradito con quell'inetto di suo collega, solo un po' più bello, giovane e ricco di lui. Come aveva potuto fargli questo!
Accecato dall'ira l' ha fatta a pezzi, piccoli pezzi, e l' ha così gettata nel fondo del lago, una maledetta pozza d'acqua troppo poco profonda per nascondere un cadavere.
Poi l' hanno preso, accusato, maltrattato e buttato a marcire in quel fetido buco.
" Norris!" strilla il secondino.
" E' ora!".
Mchael si alza lentamente e, messe le manette, s'incammina attraverso il corridoio della morte. Strano, non pensa più a nulla.
Si sdraia sul lettino quand'ecco arrivare due maiali con tanto di camice bianco e distintivo nel taschino.Gli bloccano caviglie e polsi.
Lui gira la testa. Uno scheletro con tuba e frac nero farfuglia qualcosa su accuse, giustizia, condanne……
Cinque minuti e sente un pizzico all'avambraccio; un peso anomalo gli sta opprimendo i polmoni.
Ma cos'è questa luce? Il muro di cemento si squarcia, ma ne i maiali ne lo scheletro sembrano accorgersene. Ecco Judy.
" Amore mi riconosci?" chiede la ragazza con un sospiro.
" Judy sei tu?………Sto morendo."
" Lo so caro, sii felice! Da oggi staremo insieme. Per sempre."
Michael sta spirando. Volta gli occhi nella direzione da cui proviene la voce con un ultimo, enorme sforzo. Ma ciò che vede non gli piace per niente.
" E tu chi sei? " balbetta incomprensibilmente.
" Come? Non ti ricordi più della tua Judy??"
" Ma tu…….tu……tu…. "
" Non sforzarti tesoro, sai, hai ancora una pena da scontare; io sarò il tuo giudice e ti assicuro che la pagherai bastardo, pagherai per tutte le tue colpe. Sarai il mio capriccio per l'eternità!"
Una nuova smorfia sfigura il volto del cadavere di Michael. I dottori dicono che non ha sofferto. Chissà a cosa si riferivano.
Forse là nel pianeta dove ora vive non esiste il dolore e la sofferenza è una tavoletta per bambini. Forse quella Judy era il delirante risultato del cianuro che stava devastando le vene di Michael; sta di fatto che io l' ho vista, bellissima come me la ricordavo.
Continuo a ripetermi che non avrei potuto in nessun modo evitare quel tiro di dadi del destino, non era in mio potere.
In fondo io chi sono?
Un clown con le ali, un vagabondo senza meta, un povero angelo custode.
©
Fabio Magi
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