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Mio padre è uno gnuccone. Lo so che non dovrei parlare così del mio caro papà, che quando ero piccola mi portava sempre all'asilo, io piccola piccola per mano a lui così alto. Ecco, adesso che sono adulta non è che le proporzioni siano cambiate di molto e poi quando facevo le elementari mi costringeva a indossare il cappotto fino a giugno nonostante il caldo, che mia madre ancora ride adesso se ci pensa, ma te credo, il cappotto non se lo doveva mica mettere lei. Insomma, comunque oggi non è il 19 marzo e poi quando litighiamo anche lui dice a me e mia madre che siamo delle troglodite, dice proprio così: troglodite, quindi anch'io posso dire che è uno gnuccone, perché quando si impunta non sente ragioni e tutti gli altri hanno solo torto.
A questo proposito ci sono determinati argomenti su cui mio padre non ammette diritto di replica. Uno di questi ad esempio è la Borsa, lui è un investitore molto prudente (a dire il vero è prudente in tutto quello che fa), a causa di questo ha anche mancato dei lauti guadagni, però almeno non ci ha mai perso e questo lo rende un po' un'autorità nel settore. Specialmente di fronte a me e mia madre: mia madre perché non ci capisce molto e io perché non ho soldi da investire.
Un altro argomento sui cui non ci sono santi, nonostante mia madre e io sono quasi quindici anni che cerchiamo di ricondurlo alla ragione, è la sua automobile. Il suo glorioso carrettone, che ha ormai raggiunto la venerabile età di 23 anni. Che a pensarci adesso è la stessa età del mio ultimo amante. Meglio non pensarci, allora.
Non è mica un'automobile qualsiasi. E non è nemmeno una di quelle macchine che quando hanno più di vent'anni assumono un certo fascino, come l'Alfetta di mio zio, che mio cugino la vuole usare per quando si sposerà. Ecco, io un po' mi vergogno a dirlo, mio padre c'ha la Ritmo. Una volta era la macchina dei marocchini. Adesso che i tempi sono cambiati i marocchini e gli albanesi girano in Mercedes, solo mio padre si è tenuto la Ritmo.
Mia madre racconta che quando vanno in giro li guardano tutti. Li guardano tutti e ridono.
Ma quante volte ci sono stati gli incentivi statali? Davano un sacco di soldi "per il tuo usato che vale zero" e altroché se il carrettone vale zero! Tutte le volte mia madre e io a dirgli: "Ci sono gli eco-incentivi, perché non la cambi?" Macché.
"La mia macchina va benissimo!" tuonava. Punto sul vivo, quasi avessimo voluto sostituirla con lui dentro. Abbiamo smesso.
Ecco, però devo dire che su questo fatto ha ragione. La sua Ritmo funziona a meraviglia, non si guasta mai, è tenuta come un gioiello della corona, sempre dentro il garage e la carrozzeria non ha nemmeno un graffio. Paro paro come quando l'ha portata a casa, che io me lo ricordo bene, avevo otto anni e giocavo nel cortile, quando è arrivato lui con la macchina nuova. Le manca solo l'odore di plastica.
E poi lui sostiene che di macchine belle come la Ritmo non ne fanno più, cambiarla non avrebbe senso.
Il fatto è che né mia madre né io ci azzardiamo a guidarla, ingombrante e dura com'è, così se si guasta la Peugeot di mamma è come se fossimo a piedi tutt'e due. E dire che saremmo state tanto felici di accontentarci di una Multipla!
Poi ci si è messa pure l'assicurazione. L'altro giorno mio padre è andato a rinnovarla e l'impiegata gli ha detto: "E' un po' vecchia questa macchina."
Perfino lei! Ma poi ha aggiunto: "Perché non la iscrive al club delle auto d'epoca? Così paga meno l'assicurazione."
Perché pare che per iscrivere un'auto al club basta che il mezzo abbia più di vent'anni.
Che ha fatto mio padre? Si è preso il numero di telefono e anche molto seriamente. Ha tutte le intenzioni di chiamarlo, il club delle auto d'epoca. E iscriverci la sua Ritmo!
Da non credere.
Mentre mia madre mi raccontava tutta la faccenda ridacchiando a più non posso io ho avuto un flash. Mio padre e la sua Ritmo alla Millemiglia. In mezzo a Cinquecento, Isotte Fraschini e Topolino amaranto. Macchine con un passato, una storia, una gloria. Grottesco.
Oddio, non che ci sia questo rischio in realtà. Mio padre è uno che non si muove mai di casa e questo spiega in parte le ottime condizioni della sua splendida Ritmo. La mia migliore amica lo chiama "l'uomo infisso", proprio a indicare uno che non si muove mai e per spostarlo ci vuole un intervento soprannaturale.
Niente Millemiglia perciò. E anche niente raduni, sfilate, appuntamenti in amene località, niente di tutto questo. Solo un banalissimo risparmio sull'assicurazione. Che va anche bene.
Io poi però non l'ho detto a nessuno e sono andata a guardarmi il sito del club delle auto d'epoca di Milano. Solo l'iscrizione costa 100 euro, così il risparmio sull'assicurazione se ne va a ramengo. In più, pare che per iscriversi si debba essere presentati da un socio. Ora, mio padre dove lo trova un amico socio del club delle auto d'epoca?
Mi sa che non se ne fa niente. Però io a mio padre non l'ho ancora detto, che glielo dicano loro, semmai.
©
Claudia Contarini
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