|
|
|
|
|
VOTA QUESTO TESTO
|
|
Votanti:
6926
Media
80.2%
|
|
Se fossi un uomo mi innamorerei di lei. La guardo, guardo ogni piccolo dettaglio e me ne convinco.
Se fossi un uomo mi innamorerei di lei. Piccola, debole, le mani dolci, gli occhi chiare lune, la stanchezza dei movimenti, la cassiera del supermercato con i capelli mossi.
È bella, è vuota.
È bella perché assolutamente vuota.
È questo che la rende più bella: non esiste.
Ride, una smorfietta, quella vocina stridula e fastidiosa.
Sì, sei una donna.
Sì, mi innamorerei di lei.Vorrei essere un uomo per innamorarmi di questo vuoto e metterci dentro qualsiasi cosa.
La verità magari.
Trovare nella bellezza l’unica realtà, nel lirismo della grazia, negli occhi che cambiano angolazione, ma non hanno nessuna prospettiva, che seguono un rumore lontano.
Trovare in quegli occhi, nella sua pelle bianca, tutte le idee, tutta la storia, tutta la terra e il pane. In quegli occhi senza anima, in quegli occhi di corpo che non pulsano che vuoto, aggraziato, infinito, innamorato vuoto, trovare gli uomini, le guerre, i miti, l’aristocratica vendetta di Dio, il popolo che grida.
Sui suoi capelli terra, polvere, su quel sorriso grano fermo, la bocca sempre leggermente schiusa, civettuola e ondivaga, tra la sua femminilità agra, la didascalia di chi avrà fianchi più larghi e partorirà ancora questo sud, uguale a se stesso senza fine.
Ma non parlare, Elena, stai zitta che le donne sono solo specchi,gonne sotto cui nascondersi,pretesti per viversi,pagine da scriversi e ingoiarsi.
Stordiscili di sesso e bugie, Salomè, non vogliono altro. Rinchiudili nel tuo non scegliere o nel tuo voglio quello, senza sangue e senza parole, solo un ondeggiare lento, un tribale senso di non poterti avere fino in fondo. Non ti capiscono, sperano di riuscirci, non lo sanno che non ti capiranno mai, che non ci sei, Dulcinea, sei solo un’immagine spenta e i loro occhi a muoverti. Vorrei essere un uomo per amare di questo amore, Rossana, amare il tuo vuoto, la bellezza e nient’altro. Vorrei essere un uomo e impigliarmi tra i tuoi capelli, riuscire ad impazzire per il tuo nulla, ostentato questo nulla, cullato sulle tue labbra e crederci, perdere il senno, Angelica, raccontandomi che in quel nulla, a volte, sempre, c’è perfino la vita.
©
Luisanna Gerace
|
|
|
|
|