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Andrea Camilleri scrive a Cinzia Tani
a proposito de "L'insonne"


Cinzia carissima,

Dunque, il tuo corposo romanzo mi è arrivato e, sotto un certo aspetto, non mi ha per niente sorpreso. Via via che andavi pubblicando storie di assassine, da sole o in coppia, di delitti londinesi, di amori tragici, sempre più si delineava il tuo orientamento verso la narrativa pura, verso la fiction, come si usa dire oggi con una parola che mi è odiosa.
Desiderio sottolineare, prima di tutto, il tuo involontario coraggio a iniziare un romanzo di ben 429 pagine con la figura di uno scienziato hitleriano, Martin Krieger, che si occupa del problema del sonno. Ti saresti potuta tirare addosso facili ironie, come per esempio la domanda: ma se le cavie umane dello scienziato avessero letto questo libro, ce l’avrebbero fatta a rimanere svegli? Sto scherzando, naturalmente.
Perché in realtà il tuo romanzo, che s’intitola appunto L’insonne, avrebbe potuto essere un prezioso alleato di Martin Krieger, in quanto è assai difficile riuscire a gstaccarsi dalle sue pagine una volta che lo si è iniziato. Un tempo un paradossale slogan per magnificare certi romanzi gialli era: “questo libro non vi farà dormire”. E allora ti domando: ma tu, scegliendo questo titolo, sapevi già che avresti reso insonni i lettori, anche se il romanzo non è, a tutti gli effetti, un giallo tradizionale?
Ti devo confessare che L’insonne è stato invece, per un altro verso, una sorpresa. Almeno per me. A forza di leggere le tue storie di delitti ispirate alla cronaca, mi ero convinto che il tuo primo libro di narrativa autonoma sarebbe stato un romanzo poliziesco con tutti i sacramenti. Ti sottovalutavo. Il tuo lo è anche, una sorta di giallo, ma solo nella seconda parte.
La prima parte è, francamente, straordinaria. Inizi con una certa quantità di nascite, una sorta di biblica elencazione di figli, padri e madri, e poi prosegui percorrendo un amplissimo arco temporale che va dagli anni che precedono il nazismo alla fine della seconda guerra mondiale ed esponendo nitidamente le varie vicende singole di una molteplicità di personaggi, che ora si sfiorano, ora si attraversano, ora s’intersecano, ora si perdono di vista, ora si ritrovano, ma sempre in un contesto rigorosamente, direi pignolescamente, storico.
Qui la tua abilità di narratrice dà, a mio parere, il meglio di sé. Ti muovi e ci fai muovere, con scioltezza, con consapevolezza, con partecipazione emotiva, adoperando un tuo personale filo d’Arianna narrativo, dentro un labirinto di nomi e di fatti che mai, in nessun momento, fanno perdere al lettore l’interesse e l’attenzione. Ogni personaggio che fai comparire sulla pagina è definito perfettamente, non presenta aspetti tirati via, lati irrisolti o incomprensibili, ha una sua forza perché nasce da una vera necessità di racconto. Brava.
Possiedi il dono di una narrazione fluida, chiara, che tiene benissimo la lunga durata. Ti consideravo col respiro di una centometrista, invece mi hai dimostrato di avere anche il fiato di una maratoneta.
E la seconda parte è all’altezza della prima anche perché tra l’una e l’altra non ci sono cesure. Anzi, sei stata abilissima a traghettare il lettore, ad agganciarlo con quell’omicidio proprio alla fine della prima parte, Max, Sophie e Thomas, ormai adulti, al centro di un autentico thriller.
Questa miscela di romanzo storico e di romanzo d’indagine, che sulla carta poteva parere un poco azzardata, ti è perfettamente riuscita. Ha un gusto forte, originale.
Complimenti.
Ti abbraccio e ti auguro un milione di lettori.

Andrea Camilleri
(per gentile concessione dello staff di Cinzia Tani)

L'insonne
di Cinzia Tani
Anno 2005 - Mondadori
Prezzo € 18 - 429 pp.
ISBN 2147483647

Recensione
(a cura di S.Marchesi)

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