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Come belle statuine
di Cristiano Panzetti
Pubblicato su SITO
Anno
2006-
Dario Flaccovio Editore
Prezzo €
15-
351pp.
Una recensione di
Chiara Bertazzoni
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Votanti:
10839
Media
79.59%
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Non si tratta di un thriller. Nemmeno di un giallo. Come belle statuine, opera prima di Cristiano Panzetti, può essere definito un romanzo drammatico, con alcune sfumature da vero noir. In realtà l'inserimento dell'opera in un genere definito non è poi così importate, ciò che conta è l'impatto della storia raccontata sul lettore.
Una storia fatta di tante piccole quotidianità, di drammi di ogni giorno, di umanità comuni e per questo, forse, ancora più incisive.
Sullo sfondo un paese della bassa, che potrebbe essere un paese qualsiasi, che si fa teatro delle vicende dei protagonisti: un prete dall'ambigua moralità, una perpetua assai devota, il marito "rosso" della stessa, una coppia di fidanzati costretti a un matrimonio di interesse, un trio di balordi che ruba di notte statue di gesso, il piccolo Giovannino morto ancora bambino, Lucia, che legge i tarocchi, Don Tano, mafioso ormai decaduto. Questi alcuni dei tanti personaggi che popolano le pagine di questo romanzo corale, che fa della semplicità delle esistenze narrate la sua forza.
Nel libro infatti non si parla di eroi, di grandi imprese, di fatti sconvolgenti; non c'è uno spietato serial killer, nè un abile poliziotto, ma la gente comune che vive giorno per giorno. Certo le vicende sono molto enfatizzate dall'autore, che con ironia e qualche ammiccamento al lettore riesce a condurre le fila del gioco, costruendo una vicenda appassionante e vera; ingarbugliata, ma semplice; senza grossi colpi di scena o livelli di altissima tensione, ma facendo leva sulle emozioni e sui sentimenti che chiunque potrebbe vivere.
Proprio per questo il lettore è coinvolto dalla vicenda, si affeziona ai personaggi, si trova immancabilmente a commuoversi per la povera Adalgisa, a sorridere per lo sfortunato "uomo lofi", o a simpatizzare per Agata la ribelle, contro il suo dispotico padre.
Unica pecca del romanzo è in realtà un'eccessiva lentezza iniziale, dovuta forse anche a uno stile troppo pesante; esso fatica, infatti, a ingranare la marcia e nei primi capitoli il lettore stenta a appassionarsi alla vicenda, che però piano piano riesce a coinvolgerlo fino all'ultima pagina.
In conclusione un romanzo per chi è alla ricerca di una storia tutta italiana, ricca di umanità e semplicità, ma anche di emozioni forti e di piacevoli sorprese.
Tratto da Thriller magazine per gentile concessione sig.Cristiano Panzetti
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