“Porca puttana vecchio mio, che botta!”
Inizia così il libro scritto dal misterioso autore australiano Tom Breakwater, intitolato “Canto di Natale 2020. Variazione sul romanzo di Charles Dickens”.
La storia si svolge nelle ventiquattro ore che precedono il giorno di Natale, ma in questo caso il protagonista non è più il ricco e avaro uomo d’affari Ebenezer Scrooge, ma Jack o meglio “ilvalidoJack” come lui stesso si definisce. Jack ha tutto quello che un uomo vorrebbe: soldi, fascino, potere, carisma. Sembra che ogni cosa gli vada per il verso giusto: il lavoro, gli affari, le donne, i riconoscimenti. Tutto questo gli ha permesso di fare della sua vita un’impresa di successo. Almeno così sembra. Ma è questa la felicità? Jack è un uomo triste, ma soprattutto tormentato ed estremamente fragile (pur non sembrandolo). Durante la vigilia di Natale si ritrova a parlare con se stesso, a fare a pugni con problemi e paure che, di norma, preferisce affondare in un bicchiere di whisky, a rivivere il momento in cui l’amico Tom annaspa nelle acque del fiume che lo inghiottiranno per sempre. In tutto il romanzo Jack si trova a fare i conti con i propri fantasmi. Il fantasma del passato e del presente che sono rappresentati dalle uniche due figure realmente importanti per lui: il suo unico vero amico Tom ed Emily, l’unica donna che abbia mai amato e che ha perso. Il fantasma del futuro, invece, viene rappresentato dalla speranza di avere una famiglia felice.
“Canto di Natale 2020” è un libro molto affascinate, ricco di colpi di scena, che si legge tutto d’un fiato portando il lettore a chiedersi se i soldi, il potere, l’ambizione, il successo… rendano realmente felice un uomo.