Bryndza è un autore ormai conosciuto, tradotto in trenta paesi.
Nei suoi primi romanzi la protagonista è stata Erika Foster, mentre “I cinque cadaveri”, è il primo capitolo di una serie.
Il libro inizia dall’autunno del 1995, quando Kate Marshall, detective, sta indagando su alcuni omicidi che vedono coinvolte giovani donne. Torturate, stuprate, uccise e prese a morsi, non esattamente in questo ordine.
Al suo fianco il collega Peter Conway con il quale ha avuto una breve relazione.
Una sera, dopo avere scoperto un altro cadavere, Peter l’accompagna a casa. Quando lei si trova sola, un indizio, le fa capire che è proprio il suo collega l’assassino.
Lui torna con una scusa nel suo appartamento e cerca di ucciderla. Ma sarà lui ad avere la peggio e ad essere arrestato.
Col ventre tagliato, Kate si riprende, ma cambia mestiere.
La storia riprende quindici anni dopo.
Da quell’incontro sessuale con Peter, Kate ha avuto un figlio, un ragazzino che sta tirando su sua madre, perché tutta quella storia l’ha fatta cadere nel vizio del bere.
Kate è diventata una insegnante. Dapprima è stata assediata dai giornalisti, lei, un boccone troppo appetibile: è colei che ha fatto arrestare il cannibale e ci è pure andata a letto!
Ora la sua vita pare tornata a una parvenza di normalità: insegna, ha una casa lontana da Londra, in una città costiera.
Tutte le mattine, anche se il mare è freddo, si butta nell’acqua e nuota, quasi rinascendo ogni volta.
Ha seguito le sedute degli alcolisti anonimi. Può vedere il figlio che, di tanto in tanto, viene a trovarla e resta un poco con lei.
Ma ecco che, la sua vita, viene di nuovo sconvolta da Peter. Due genitori che hanno perso la loro figliola, sono convinti che sia una delle vittime di Conway e la pregano di indagare per trovare almeno il cadavere della loro figliola e darle una degna sepoltura.
Kate si fa aiutare da un collaboratore della scuola, il giovane Tristan.
Iniziano degli omicidi fotocopia di quelli del passato. Un nuovo assassino che si firma come “l’ammiratore”, copia i crimini di Peter.
Per niente “timido”, fa di tutto per mettersi in contatto con la polizia e con la stessa Kate.
Intanto, Peter è in un ospedale psichiatrico, solo la madre può andare a trovarlo e, con lei, hanno escogitato un modo per far entrare e uscire dei bigliettini.
Lui, la madre e l’ammiratore, pensano a un piano per farlo fuggire.
L’atto finale vedrà coinvolta la povera Kate col figlio e, la verità, verrà stesa sulle ultime pagine in un crescendo di suspence.
“Kate annuì e sorrise. Era preoccupata per il futuro. Come avrebbe gestito Jake il trauma negli anni a venire? Per il momento era un ragazzino felice che voleva solo andare a mangiare delle patatine fritte. Promise a sé stessa che si sarebbe goduta quella felicità. E avrebbe tenuto a mente che la luce trionfava sempre sulle tenebre”.