Piperno vince lo Strega… ed è subito notte!
Alessandro Piperno vince lo Strega, come da copione. Lascia stare se in corsa per il premio c’era un capolavoro scritto da Emanuele Trevi. Lascia stare se c’era una scrittrice giovane come Lorenza Ghinelli che indaga la psiche umana con La colpa. Lascia stare se c’era Carofiglio, che può non piacere il genere ma scrivere sa scrivere. Lo scrittore più illeggibile d’Italia aveva bisogno d’un rilancio, dopo morte prematura. Quale occasione migliore dello Strega per vendere l’invendibile?
Il dittico de Il fuoco amico dei ricordi non se l’era filato nessuno. Mondadori parla di 25.000 copie vendute, ma sono balle, i soliti numeri gonfiati, della serie Mondadori Libri vende a Mondadori Distribuzione e si può dire quel che ci pare, tanto la bufala resta in casa. In ogni caso per loro 25.000 copie di Persecuzione e Inseparabili sono poche, mica ci pensano che hanno venduto il niente a prezzi altissimi, dopo aver pubblicato la fregatura più grande della storia: Con le peggiori intenzioni. Un polpettone indigesto e indigeribile ammannito dal Piperno all’incauto lettore della sua opera prima, osannato solo da Antonio D’Orrico, nume tutelare della nuova letteratura italiana, colui che ha definito Giorgio Faletti il più grande narratore contemporaneo. I lettori - sebbene italiani - non sono stupidi.
Ho comprato Con le peggiori intenzioni, ho speso la bellezza di diciassette euro per rovinarmi le giornate con una lettura inutile e pretenziosa. Dopo basta, però. Uno ci mette la croce, come diceva mio nonno, e fa finta che Piperno non esista. Piuttosto si rilegge tutti i libri di Aldo Nove, da Gioventù cannibale a La balena più grande della Lombardia, piuttosto si dedica a Tiziano Scarpa, pure lui mi pare che abbia vinto uno Strega, ma l’effetto ancora non si vede.
L’operazione Mondadori è chiara come il sole, credo che l’abbia capita anche mio figlio che in vita sua ha letto solo Geronimo Stilton e qualche manga giapponese. Si fa vincere lo Strega alla seconda parte del dittico, Inseparabili, si rilancia un autore morto e sepolto, si prova a farlo risorgere grazie a una magica fascetta che fa vendere di tutto. Potenza dei media. Berremo tutti l’acqua blu, come diceva Tenco.
Non lo leggete Piperno, cari i miei quindici lettori, boicottate i best-seller intellettualmodaioli sfornati da editor arroganti che pensano di prendere per il culo il mondo dall’alto della loro spocchia. Alla faccia di Antonio D’Orrico, dedicando una pernacchia alla siciliana - come diceva Franco Franchi - alla giuria del Premio Strega, rileggetevi l’opera completa di Guillermo Cabrera Infante, uno che era davvero letteratura ma non se lo diceva da solo, ci pensavano gli altri. Ma mica D’Orrico o il velinaro al soldo di Tuttolibri, ormai Tuttoveline, parla persino di Marco Drago (Carneade, chi era costui?). No, glielo diceva Mario Vargas Llosa. Vuoi vedere che c’è differenza?