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Die Perlentaucherin "La pescatrice di perle“
di Jeff Talarigo
Pubblicato su SITO
Anno
2005-
Luchterhand Verlag, München
Una recensione di
Peter Patti
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Votanti:
12808
Media
79.72%
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Si deve alla Luchterhand, che fino a qualche anno fa fu la casa editrice fissa del Premio Nobel Günter Grass, il merito di aver scoperto per i lettori di lingua tedesca questo nuovo, interessante scrittore.
Jeff Talarigo è cittadino americano da appena dodici anni; le sue vere origini sono nipponiche. Ed è appunto del Giappone che parla il suo romanzo di debutto. Come suggerisce il titolo, la protagonista è una pescatrice di perle: una ragazza alla quale, appena diciannovenne, viene diagnosticata la lebbra. Siamo nel 1948. La pescatrice di perle è condannata a trascorrere il resto della sua esistenza su Nagashima, un’isola-lebbrosario. Costretta a scegliersi una nuova identità, decide di ribattezzarsi „Signorina Fuji“, dal nome della montagna che lei tanto venera.
La prosa di Talarigo, tranquilla e soffusa di un sottile lirismo, contrasta meravigliosamente con le torture inflitte ai malati di lebbra. In fondo, l’isolamento cui Fuji è sottoposta risulta superfluo: lei ha soltanto due macchie sul corpo („quasi due medaglie“) e si sente piena di salute. Le profetizzano che la lebbra, prima o poi, „salterà fuori“, ma questo evento per fortuna non si verificherà mai. Fuji trascorre le sue giornate su Nagashima dedicando tutta se stessa ai compagni di disgrazia, molti dei quali tormentati dai modi rudi del personale più ancora che dalla malattia. I dialoghi tra sorveglianti e sorvegliati sono brevi quanto significativi:
„Tu ti meriti di stare qua come tutti quegli altri mostri.“
„Non ci sono mostri in questo posto, ma solo persone che necessitano di cure“.
Per scrivere La pescatrice di perle, Talarigo è andato a compiere le sue ricerche a Nagashima. Il lebbrosario (chiamato „La Costa dei Deportati“) vi fu istituito nel 1935. La vicenda narrata dall’autore abbraccia ben quarant’anni di storia, che è anche un po‘ la storia del Giappone. Durante questo lungo arco di tempo, la scienza medica scopre nuove terapie che permetterebbero a „Signorina Fuji“ di fare tranquillamente ritorno nel „mondo dei vivi“; ma la maggior parte di tali conoscenze non raggiungeranno mai l’inferno in mezzo al mare.
Un romanzo-verità assai toccante.
Una recensione di Peter Patti
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