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Per Te
di Silvia Cipriano
Pubblicato su SITO
Anno
2008-
Otma Edizioni
Prezzo €
10-
127pp.
ISBN
DR0018138063
Una recensione di
Angelo Angellotti
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Votanti:
10061
Media
79.68%
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In questo romanzo breve ma denso, Silvia Cipriano elabora un contenuto originale. E’ un ritmo serrato e continuo, come un flusso d’autocoscienza che si rivela al mondo senza filtri, quello che trasuda dalle pagine di “Per te” di Silvia Cipriano. Un flusso che seguendo il filo conduttore d’un personaggio a metà strada tra fantasia e realtà, un topos ricercato e chissà quanto autobiografico, Fabrizio, rivela al mondo se stesso, dischiude al lettore la fragilità di una donna, la protagonista, mossa dal desiderio di vivere la vita bevendola in un solo sorso, e il timore d’ubriacarsi d’essa dimenticando tutto, e risvegliandosi nella consapevolezza che forse il proprio vissuto altro non sia che un sogno. E’ un romanzo breve, di quelli che si leggono senza interruzione tra le fermate d’uno stanco metrò, o nei pomeriggi di un’indolente primavera. Un romanzo che riesce a dosare bene le pause, le attese e che spesso con climax ascendenti e sapientemente utilizzati conduce verso le tinte d’un rosso acceso, senza pruderie o pudicizie di sorta. Silvia Cipriano riesce a dipingere bozzetti d’una vita sospesa, che par stancamente trascinarsi tra le infinite velleità d’una esistenza in bilico, in maniera molto efficace, lasciando che il lettore sia in grado d’osservare con gli occhi della protagonista, quanto le accade intorno. Il libro è diviso in due parti, con la seconda che, rispetto alla prima, gode d’una maturità stilistica maggiore e di una più accentuata intensità. E’ molto bella, infatti, la descrizione d’un viaggio tra la Cina ed Hong Kong, con la narrazione puntuale delle angosce tipiche d’un viaggio in una terra ruggente, ed ancora a noi occidentali incomprensibile. Una terra dove la protagonista si destreggia grazie a bigliettini precompilati per chiedere la destinazione al tassista di turno. Una terra ove, un incontro per caso, diventa la ragione per ritrovare in una notte, il piacere di un uomo che tratta una donna come una rosa. E ancora il viaggio e il girovagare per New York e poi approdare, lasciare e riapprodare a Parigi, la città dei sogni ove il sogno tra immaginario e reale trova ideazione e concretizzazione. Solitamente i romanzi degli esordi vivono nella contraddizione estrema dell’autore che cerca di mettere tutto per potersi mostrare al suo pubblico immediatamente. Questo racconto invece riesce a tenersi sulla linea dell’equilibrio, dosato e centellinato in ogni sua parte e l’alternarsi tra i dialoghi dei protagonisti, le poesie, le confessioni diaristiche e le narrazioni di viaggi, ne costituisce la forma intrigante e avvincente.
Una recensione di Angelo Angellotti
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