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La forma del delirio
di Emiliano Maramonte
Pubblicato su SITO
Anno
2006-
Magnetica Edizioni
Prezzo €
10-
120pp.
ISBN
88
Una recensione di
Teresa Regna
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Votanti:
7302
Media
79.65%
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La forma del delirio, romanzo composto da tre parti piuttosto corpose e concluso da un breve epilogo, costituisce l’ennesima prova dell’abilità di Maramonte nel costruire un’avvincente trama horror.
La prima impressione che colpisce il lettore, a partire dalla copertina – un melange di volti diabolici e sfere dai colori cupi -, è quella di trovarsi immerso in un tipo di orrore allo stesso tempo familiare e sconosciuto, o persino inconoscibile. Tale impressione è acuita dall’ottima idea che l’autore ha avuto, ossia quella di sottotitolare le tre parti in latino. Citarle per dare un senso al crescendo che rappresentano è d’obbligo: Forma delirii, Motus, Remedium, Sine die (epilogo).
La domanda chiave che ci si pone è: può la sfera, simbolo di perfezione fin dalla notte dei tempi, divenire il seme del male, o addirittura, la forma del delirio? Maramonte ne è sicuro, e lo illustra con rara maestria.
Prima di addentrarmi nei meandri della trama, mi permetto di consigliare alle persone più impressionabili di leggere questo interessante romanzo alla luce del sole, poiché l’incubo incomberà su di loro appena dopo le prime pagine.
La piccola sfera, apparentemente rossa (non a caso è il colore del sangue), ma in realtà cangiante, come le molteplici forme che la malvagità può assumere, è in grado di modificare in toto il comportamento di chi la osserva o la tocca. A sperimentarne i malefici poteri, nella prima parte, sono alcuni amici, tra cui il protagonista assoluto, Sergio, nonché la ragazza di uno di essi, Alessia.
La battaglia che si scatena all’interno del gruppo, fino a quel momento compatto, che da semplice scaramuccia sfocia nell’omicidio, è soltanto un preludio della battaglia che Sergio sarà costretto a sostenere, dopo essere stato contagiato per aver ingerito la sfera, contro il male, sia interiore che esteriore, allo stato puro.
Lo stile scorrevole e accattivante dell’autore rende l’orrore (ma si potrebbe tranquillamente parlare di orrori, al plurale) ancora più terrificante, in quanto profondamente intrecciato nella routine quotidiana di vite all’apparenza ‘normali’.
Quando la malvagità si concretizza, prendendo realmente corpo, in una minaccia epocale, Sergio, con l’aiuto di un uomo misterioso che lo prende sotto la sua ala protettrice, non ha altra scelta che affrontarla. In un crescendo di avventura, mistero, violenza e terrore, l’alchimia diviene un punto nodale del romanzo. Il finale, pur non essendo del tutto ‘a sorpresa’, è in ogni caso piuttosto originale e, in un certo senso, sorprendente.
La forma del delirio, nel suo avvicendarsi di momenti di calma e improvvisi colpi di scena, avvince il lettore dalla prima all’ultima pagina, lasciandolo titubante, sgomento, o persino sconvolto, ma tutto sommato soddisfatto dalla considerazione che il male partorito dalla creatività di Maramonte è pur sempre più ‘rassicurante’ di quello che ci circonda.
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