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Philologia Pauli. Il corpo e le ceneri di Pasolini
di Massimo Sannelli
Pubblicato su PB19
Anno
2006-
FARA EDITORE
Prezzo €
12-
196pp.
ISBN
8895139003
Una recensione di
Pietro Pancamo
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79.86%
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Un saggio in cui s’investe ed investiga con intensità amorosa – di sicuro filiale – un accadimento chiave, consumatosi all’idroscalo di Ostia nel 1975, quando Pier Paolo Pasolini perì in circostanze controverse, nelle quali Sannelli, dopo aver confrontato le opere dello scrittore bolognese con le cronache giornalistiche del delitto, scorge il compiersi annunciato, se non forse ineluttabile, di un destino tanto mi(s)tico quanto presumibilmente cri(s)tico. È dunque la morte di Pasolini una resurrezione sottotraccia, deputata a configurarsi come focolaio di purificazione o, magari, contagio sublime da propagare salvifico ad un’intera società in cancrena? Sannelli ne sembra convinto: non a caso in «Philologia Pauli», subito passa a conficcare (meglio: incarnire) nella materia mobile di un ragionamento dinamico – che riassume per salienti capi (anche d’accusa, talora) il passato (recente o lontano) e l’anima attuale della poesia italiana – la sonda di uno sguardo compenetrante e sintetico, nobilmente capace di ricostruire con precisione filologica l’afflato quasi messianico di una morte prolifica, agilissima a suggerire nuovi sentieri di ricerca e a tramutarsi nonché “trasumanarsi”, per Sannelli, in un terreno d’indagine polisemica nel quale scavare con assidua maestria, sino a raggiungere infallibilmente la verità (al solito celata nel profondo, come... «Petrolio»).A postillare e chiudere il libro, ecco poi una breve coda, costituita dalla plaquette di venti liriche «Il mese Giugno»: in essa un sistema di silenzi ellittici – tutti imperniati sugli effetti stranianti di una “drammatica grammatica” – conferisce ad ogni testo la conformazione ansimante e diluita del frammento. La piccola silloge risulta insomma franta (... e franca); inoltre, scandita frequentemente da una serie sincopata di pause ed enjambement, si rivela caratterizzata da un susseguirsi di brani, i quali (in apparenza slegati e ciascuno “puntato” in una direzione diversa) ingaggiano l’un con l’altro, a livello tematico, un fitto “cannoneggiamento” (nascosto e in sordina) di rimandi continui – vale a dire tangenze innumerevoli – ricompattandosi così, in virtù di queste ultime, in una sorta di cangiante unità ondivaga, al tempo stesso rapsodica e coerente. Ma a doverla ricostruire – secondo un metodo che (prontamente spiegato al termine o culmine della raccolta) si risolve nel “saltare” e “correre” di nesso in richiamo, per riassemblare la moltitudine degli echi in un “flusso” piano e coeso – è pur sempre il lettore, quasi che Sannelli desiderasse tacitamente invitarlo (per “rinverdire” il Pasolini degli «Scritti corsari») a rimettere in ordine e “organizzar” il caos veggente dell’ispirazione, come del pensiero.
Massimo Sannelli (1973) vive a Genova. Ha pubblicato: Il prâgma. Testi per Amelia Rosselli (Dedalus, Napoli 2000); O (Cantarena, Genova 2001); Due sequenze (Zona, Arezzo 2002); Antivedere (Cantarena, Genova 2003); La femmina dell’impero. Scritti per un seminario sulla "vera, contemporanea poesia" (EEditrice.com, Genova 2003); L’esperienza. Poesia e didattica della poesia (La Finestra, Lavis 2003); La realtà e la luce. Omaggio a Simone Weil (I libri del quartino, a c. di Ettore Baraldi, Albenga-Torino 2003); Da voi deriva. Dieci omaggi (e-book nel sito www.nannicagnone.net, 2004; rimosso nel 2005); La giustizia. Due poemetti (Edizioni d’if, Napoli 2004); Le cose che non sono (e-book, Biagio Cepollaro E-dizioni, 2004); Meditazione sull’oggettività (e-book, www.vicoacitillo.it, 2004); La posizione eretta (L’impronta, Mori 2004); Undici madrigali (Ed. della Rafia, Albenga-Torino 2005); Santa Cecilia e l’angelo (Atelier, Borgomanero 2005); Il simile più uno. Traduzioni e scritti sulla traduzione (e-book, Menilmontant, 2005); Per innata difesa. Variazioni sul tema dell’umore (con Federico Federici, e-book, Menilmontant, 2005); Il nuovo (Cantarena, Genova 2005); Venti sonetti (La camera verde, Roma 2006); Pabula dura (Menilmontant, e-book, 2006). Ha curato l’edizione e il commento di Boezio di Dacia, Sui sogni (il melangolo, Genova 1997); Anonimo di Erfurt, Sulla gelosia (il melangolo, Genova 1998); Pietro Abelardo, Planctus (La Finestra, Trento 2002); Alano di Lille, Anticlaudianus (La Finestra, Trento 2004); ha tradotto Emily Dickinson, Su un Io Colonna (Cantarena, Genova 2006) e Eric Suchère, Fixe, désole en hiver (Cantarena, Genova 2006). Coordina con Marco Giovenale la rivista letteraria Bina. L'autore si presenta in Delle poetiche e dei casi limite e in La poesia e lo spirito. La prima versione di questo libro è apparsa come e-book menilmontant.site.voila.fr/critica.html a cura di Federico Federici, nel 2006, con la sigla editoriale Menilmontant. Qui è ulteriormente aggiornato e riscritto. Un cordiale ringraziamento a Federici per il consenso alla pubblicazione definitiva; e ad Alessandro Ramberti per la sua disponibilità. Un altro ringraziamento è dovuto a Giuseppe Zigaina, dal quale venne l’invito a raccogliere in un libro le pagine sparse su Pasolini.
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