Un libro composito, dai mille risvolti: così potremmo definire"Una storia romantica", l'ultimo romanzo di Antonio Scurati.
Innanzitutto è senza dubbio un romanzo storico, che, al pari dei "Promessi Sposi" di Manzoni, mette la storia al centro, facendone non solo l'ambientazione in cui i personaggi vivono, ma la causa scatenante della passione tra il protagonista, il giovane Jacopo Izzo Dominioni, tipico eroe infelice romantico di stampo foscoliano, e la bella Aspasia dagli occhi viola e leggermente cerchiati, ritratto di un'eroina che vorrebbe apparire romantica ma ha molti tratti novecenteschi.
Il momento dell'incontro tra i due personaggi è particolare: Aspasia sta per essere stuprata da un ufficiale austriaco e Jacopo interviene a salvarla. Jacopo, prima quasi trascinato dagli eventi in mezzo alle cinque giornate di Milano, adesso acquista un ideale per cui vivere, l'ideale rivoluzionario di liberazione dal giogo degli stranieri che per lui s'incarna in Aspasia, eroina femminista ante litteram che, partecipando direttamente alla rivolta, in pieno ottocento si taglierà i capelli e si travestirà da uomo per combattere al fianco di altre donne di provenienza sociale anche molto diversa dalla sua, come la popolana Teresa la grossa o la prostituta Berta.
Alti sono gli ideali che animano i patrioti milanesi e i due giovani innamorati. Ben diversa invece appare la situazione trentasette anni dopo, nel 1885, quando, in apertura del libro, Italo Morosini, senatore del Regno d'Italia, riceve un dagherrotipo accompagnato da un manoscritto che gli rivela la sconcertante passione di sua moglie Aspasia e del suo migliore amico Jacopo che lo riporta indietro nel tempo all'epoca delle Cinque giornate di Milano. Italo è un senatore corrotto, che, adeguatosi al trasformismo di De Pretis, ha tradito gli ideali patriottici giovanili, e perciò viene disprezzato dalla moglie.
La vicenda della passione d'amore, dunque, viene presentata con la tecnica manzoniana del manoscritto ritrovato, e Manzoni stesso è uno dei tanti personaggi che popolano il romanzo, un Manzoni nevrotico quale ce lo presenta l'ultima critica novecentesca.
Accanto al Manzoni parecchi sono i personaggi storici realmente esistiti presenti nel testo, quali Cattaneo, Manara, il pittore Hayez, Emilio Morosini ed altri che si affiancano ai personaggi di pura invenzione, come lo stesso Italo Morosini che nel romanzo è immaginato fratello di Emilio, con una scelta stilistica che predilige il verosimile come avviene nei "Promessi Sposi" di Manzoni.
Ma, come dicevamo inizialmente, il libro è composito e, nella sua seconda parte, ricalca il modello foscoliano del romanzo epistolare. L'ultima parte poi è ricca di colpi di scena, fino all'inaspettata conclusione con la morte del protagonista.
L'elemento di maggiore spicco è il tradimento: tradimento degli ideali repubblicani dei milanesi da parte dei piemontesi; tradimento di Jacopo nei confronti dell'amico Italo, di Aspasia nei confronti prima del promesso sposo Italo e poi anche di Jacopo, tradimento da parte di Italo dei suoi ideali giovanili.
Molte sono le scene crude, giustificate dal clima rivoluzionario che è descritto con estremo realismo, molte le scene che hanno sapore cinematografico. Importante è il contributo della musica di Verdi, presente nella parte iniziale del testo col "Nabucco", simbolo della liberazione dalla schiavitù e nell' "Otello" finale, che ci ricorda il tradimento.
Comunque la caratteristica sicuramente più importante del libro è il mixage operato dall'autore riportando spesso anche integralmente nel suo libro interi passi tratti da altri autori recenti e meno recenti, quali Hugo, Montale, Pavese, vari testi di canzoni e di opere liriche, nonché di sceneggiature cinematografiche tratte dai film di Hollywood.
Il tutto è, ma solo in parte, dichiarato nella tabula gratulatoria e nella tabula mistificatoria che chiudono il testo, in cui Scurati confessa al lettore quale uso ha fatto di questi prestiti d'autore.
Tecnica senz'altro originale ma che potrebbe essere anche discutibile, senz'altro mai praticata precedentemente, o almeno mai così scopertamente.
In conclusione, un libro tutto da leggere, un libro che avvince, appassiona, coinvolge, incuriosisce e soprattutto fa discutere.