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Distruzione e conservazione. La tutela del patrimonio artistico durante la prima guerra mondiale.
di Giuseppe Talamo
Pubblicato su SITO
Anno
2007-
Istituto per la storia e il Risorgimento italiano
Prezzo €
7,50-
54pp.
ISBN
N/A
Una recensione di
Emanuela Ferrari
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ARTE E VITA: LA DIFESA DEL PATRIMONIO ARTISTICO ITALIAN0 La pubblicazione si apre con due interventi ed una raccolta di illustrazioni, ben 103, contenute nella parte conclusiva dell’opera. Il primo intervento di Paola Callegari, intitolato: La grande guerra e il patrimonio violato. Dagli archivi della Fototeca Nazionale, evidenzia le difficoltà incontrate, sia alla vigilia che durante la Prima Guerra mondiale, per mettere al sicuro il patrimonio artistico presente nella nostra penisola. La collaborazione tra autorità civili e militari è stata fondamentale per definire quanto ancora oggi possiamo ammirare nei luoghi di origine e nei musei. I puntuali rilevamenti fotografici sugli spostamenti e danneggiamenti delle varie opere artistiche, condotti dalle forze militari, ci permettono di documentare la gravità dell’evento bellico sul nostro territorio e di comprendere quanto è stato fatto per difendere “il passato di una nazione”. Inizialmente nel piano di protezione erano state coinvolte quelle aree territoriali più rischiose per la loro vicinanza a ferrovie, industrie, strade poi sono stati effettuati gli spostamenti da zone considerate “sicure”. Per i patrimoni artistici non mobili, come palazzi e monumenti pubblici, la protezione consisteva in rinforzi costituiti da sacchetti di sabbia, travi aggiuntive e impalcature varie. In questo momento storico così delicato la figura di Ugo Ojetti risulta provvidenziale. Le tre Soprintendenze: per l’Antichità, per l’Arte Medievale e Moderna, per i Monumenti, si affidano a questi per portare avanti una politica di raccordo tra esercito ed amministrazione. Al tempo era appunto membro del Consiglio Superiore delle Belle Arti, sottotenente del Genio inoltre scriveva nel Corriere della Sera in qualità di critico editoriale. Altri personaggi meritano un debito riconoscimento; si ricorda Corrado Ricci nella Direzione Generale delle Antichità e Belle Arti, fautore di un notevole contributo nell’ambito della tutela artistica, i cui contenuti ancora oggi risultano attuali e condivisi. Il monumento è un unicum che esprime la sua storia quindi è necessario - come scrive appunto Corrado Ricci nella prima circolare - che ritorni al suo luogo d’origine mentre il museo diventa la sua “sede” solo in casi particolari. In Arte e guerra: tutela e propaganda, a cura di Marco Pizzo, viene riportato il discorso di Ugo Ojetti pronunciato a Firenze nel 1917 sui danni che la guerra aveva arrecato al patrimonio artistico italiano. La memoria della nazione subisce delle gravi perdite. Arte e vita costituiscono un binomio inscindibile, infatti i monumenti sono “i testimoni di questo nostro passato” e “i contenitori” della nostra storia e tradizioni, ovvero “i cardini della nazione”. Si può intervenire adottando una strategia: la tutela. Questa si “muove” in due direzioni: documentazione e protezione. Nel primo caso è doveroso documentare, con minuzia, tutte le opere d’arte, sia quelle rimaste che quelle distrutte, poi cercare di “proteggere” le varie forme artistiche con supporti di ogni tipo idonei per tale compito. Insomma si deve attuare una tutela conservativa “a tutto tondo”. In tal senso la documentazione fotografica si presenta quale fonte preziosissima; attualmente conservata presso la Fototeca Nazionale e l’Archivio del Museo Centrale del Risorgimento a Roma. Si ringrazia Paolo Borselli, il quale nel 1915 scisse una circolare relativa alla necessità di una puntuale documentazione delle fasi del conflitto; non solo materiale cartaceo ma anche fotografico, oltre alle opere di numerosi artisti tra cui i pittori-soldato. In tal modo la conservazione diventa la testimonianza della grandezza di un patrimonio nazionale che ritrova nell’arte un bene che “supera” le frontiere nazionali per aprirsi al mondo della conoscenza condivisa. L’attenzione quindi necessita di una dimensione visiva, come aveva proposto anche Ugo Ojetti, poiché permette di raggiungere un pubblico maggiore composto anche da analfabeti e distratti. Nella parte finale della pubblicazione è stato inserito un catalogo con numerose fotografie, di cui molte anonime, che documentano le varie azioni di tutela preventiva e conservativa delle grandi opere artistiche del nostro paese. Ogni fotografia ha sigillato con uno scatto un “momento” vissuto sia dalle opere d’arte mobili che dalle costruzioni imponenti. Fonti - Giuseppe Talamo,Distruzione e conservazione. La tutela del patrimonio artistico durante la prima guerra mondiale, Istituto per la storia del Risorgimento e Fototeca nazionale, Roma - novembre 2006/aprile 2007
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