Lettera da una professoressa richiama apertamente la Scuola di Barbiana, riproponendone quasi esattamente il titolo; ma la preposizione da in luogo di a anticipa una netta differenza: il rovesciamento di ruoli fra emittente e destinatario.
La lettera a Caro ragazzo si rivolge ai tanti, troppi studenti che da diversi anni sembrano ignorare l'importanza della propria formazione e resistono all'azione educativa di chi la svolge con convinzione amore tenacia, lungo la strada della comprensione e della ricerca di una breccia, di un varco nella corazza di rifiuto e indifferenza. La professoressa, attenta e sensibilissima osservatrice, sottopone ad analisi stringente fatti e comportamenti reali - o verosimili - da cui emerge la diagnosi che preoccupa profondamente non solo lei ma tutto il mondo della scuola: la mancanza di coscienza, di consapevolezza, il vuoto di valori non effimeri - Ma non è colpa tua - fondamentali come la libertà, la democrazia, il dialogo, il rispetto e la responsabilità.
Tuttavia, questo libro, se da un lato fotografa una situazione in cui i protagonisti si dibattono in divaricazioni e difficoltà che ostacolano un punto di incontro soprattutto per le eccessive giustificazioni di cui si avvale lo studente, dall'altro si presenta come un seme o un'eco duratura fino all'ascolto del Grillo Parlante, allo stesso modo dell'attività quotidiana di insegnamento, il cui germoglio potrebbe essere solo rinviato; infatti tu mi ricorderai è un atto di fede che sorregge nell'affrontare il faticoso rapporto fra docente e studente.
La Dedica conclusiva extratestuale, che coinvolge tutte le persone implicate nel processo formativo di bambini, ragazzi e giovani, suona come un invito alla riflessione per chiunque nel proprio ambito può e deve, qualora se ne fosse spogliato o l'avesse distorta, riassumere la sua specifica funzione e responsabilità.