[Per Harold e Lucilie Hargrave la vita è stata felice e amara allo stesso tempo, da quando hanno perso il figlio Jacob il giorno del suo ottavo compleanno, nel 1966. In tutti questi anni, si sono adattati a una vita tranquilla, senza di lui, lasciando che il tempo alleviasse il dolore... Finché un giorno Jacob, il loro dolce, prezioso bambino, misteriosamente, ricompare alla loro porta, in carne e ossa. E ha ancora otto anni. Qualcosa di strano sta succedendo... i morti stanno tornando dall'aldilà. Mentre il caos rischia di travolgere il mondo intero, la famiglia Hargrave di nuovo riunita si ritrova al centro di una comunità sull'orlo del collasso, costretta a fare i conti con una realtà nuova quanto misteriosa e con un conflitto che minaccia di sovvertire il significato stesso di genere umano.]
Mi è piaciuto molto questo libro, leggendo “The returned” non ho potuto evitare di pensare alla mia vita ed a quella dei miei cari. L'intero romanzo gira attorno ai "Redivivi": persone morte che a distanza di anni, ed apparentemente senza motivo, tornano alle loro case. Ovviamente, il mondo è nel caos per via di tutti questi ritorni dall'aldilà, non si sa come, non si sa il perché, ne dove o quando. Tanto la chiesa quanto il governo non sanno dare una spiegazione e chiedono al popolo di stare tranquillo e di avere pazienza. Come reagiresti se un tuo caro tornasse in vita? Io cosa farei se mi trovassi improvvisamente di fronte ai miei cari defunti?
Molte sono le domande che vengono sollevate da questo libro, l'autore crea una casistica di differenti reazioni sviluppando parallelamente alla trama principale le avventure di molti "Redivivi". Con uno stile semplice e fluido ci conduce nelle vite di personaggi che si trovano di fronte a qualcosa che è enormemente più grande di loro.
Quando ho iniziato la lettura, pensavo che la domanda fondamentale fosse: cosa farei io se mi trovassi improvvisamente al posto dei personaggi di questo libro. Però mi sbagliavo.
Concluso il romanzo, ho capito non esiste nessuna domanda importante, quello che conta è guardarsi dentro ed accettare il fatto che, a volte, la vita si evolve in un modo inaspettato e fuori dal nostro controllo.
Noi dobbiamo avere la forza di cogliere le opportunità che ci vengono offerte, senza rimpianti e con tutto l'impegno possibile. Quando poi le cose vanno male, l'unica opzione è credere nell'esistenza di una forza superiore i cui scopi resteranno per sempre al di fuori della nostra comprensione.
Comunque la si pensi, un libro da non sottovalutare.