Quarta di copertina: Melocium, 1373. Da sempre conteso tra i conti Dalli e Fogliani, il castello di Melozzo si trova a vivere un anno di pace sotto la reggenza di Bianca Maria Dalli. Giovane e austera, Bianca ha un solo desiderio: mantenere l’armonia nelle sue terre, da tempo tormentate dal passaggio di troppi padroni. Malgrado l’aiuto sgradito del fratellastro Lorenzo e le amorose intenzioni del picchiarino Niccolò, gli eventi della grande storia che si inerpicano oltre i placidi confini delle montagne reggiane indurrà i Fogliani a riscattare gli antichi possedimenti, e arrivare a Melozzo con l’intenzione di riprendere il castello. Bianca non ha scelta: deve proteggere il popolo, i territori accanto, le persone che ama. Più di tutti, il fratellino Ottone, vittima di una malattia sconosciuta e incurabile, la bellissima e ingenua Luceia, sua servitrice ma anche confidente e amica. E Niccolò, con l’arte meravigliosa che brilla nelle sue mani nel plasmare la statua che sancisce il voto ultimo della contessa. Da una scelta apparentemente semplice e logica nascono conflitti intestini, e le fazioni in gioco mutano rapidamente, ribaltando i ruoli dei personaggi e variandoli, sicché il tradimento diventa legittimazione e tutto ciò che apparentemente è vero, e buono, assume nuove sfaccettature. Intrighi, lotte, inganni, narrate all’interno di un contorno storico reale, dove gli elementi descritti sono tutt’ora esistenti e visibili, capaci di svelare trame segrete ancora nascoste tra le pieghe della storia e ricondurci a essa semplicemente ritrovando delle lettere antiche e preziose.
Romanzo storico ambientato nel 1373, anno che vede Reggio Emilia sotto l’egida dei Visconti e la lotta tra famiglie per l’egemonia sul territorio. Signori di Melozzo (Melocium – Minozzo, Appennino Reggiano) sono i Dalli che però, non sono gli effettivi proprietari.
Bianca Dalli è la governatrice di Melozzo ma, quando si sparge la voce del rientro dei Fogliani, appena investiti ufficialmente della nomina a signori del territorio, invece che andarsene prende il suo cavallo e galoppa incontro a Francesco, giovane nobile che sta per stringere d’assedio la sua rocca con l’idea di riprendersela. Sbalordito del coraggio della reggente, Francesco le concede non solo una pausa, ma un accordo. Un accordo che creerà non pochi problemi con l’innamorato storico di Bianca, il picchiarino Niccolò, ed evidenti contrasti in seno alla famiglia Dalli, che inizialmente non vede di buon occhio l’accordo.
A ogni capitolo è attribuito un personaggio, con cinque voci narranti. Le scene sono scattanti e dinamiche e permettono al lettore di farsi un quadro su tutti i personaggi, anche quelli minori. Spiccano Luceia, bellissima e ingenua serva di Bianca, e il piccolo Ottone, vittima di un “male” sconosciuto. La storia è un continuo susseguirsi di dinamiche di intensità narrativa che conducono a momenti di alto pathos.
Nelle note finali l’autrice spiega le parti storiche e quelle inventate. La rocca di Minozzo è reale e la storia scritta, sebbene romanzata, non sembra distare troppo da una possibile realtà. Malgrado la finzione scenica a questo punto necessaria, i dettagli – anche quelli di poco conto – come i disegni sui piatti o quelli a margine dei fogli, trovano riscontro in pergamene d’archivio e reperti storici.