In questi giorni, sino al prossimo 14 settembre, sta circolando il numero estivo di Gagarin. Un’uscita importante per il mensile faentino, che festeggia i suoi primi dieci anni di vita. Un decennio passato a parlare – e scrivere – di letteratura, musica, teatro, libri, arte, cinema, danza, a cavallo di orbite in perfetto equilibrio tra pop e cultura cosiddetta alta, caratterizzato da uno spirito random e da un taglio moderno, brioso, accattivante. “È senza dubbio – spiega la direttrice responsabile di Gagarin Stefania Mazzotti nel suo più recente editoriale – un bel traguardo. Una bella avventura di gruppo, che è ancora vitale nonostante le difficoltà del settore editoriale imposte dalla rivoluzione digitale”.
Dieci anni, a ben vedere, sono tanti per un magazine indipendente, giusto solennizzarli con un compleanno come si deve. Celebrato lo scorso 20 luglio a Faenza, nel giorno del cinquantesimo anniversario dello sbarco dell’uomo sulla luna. Scelta non casuale, va da sé, come non casuale è stata la festa concerto che ha visto salire sul palco di piazza Nenni una formazione d’eccezione: Don Antonio Gramentieri alla chitarre, Pippo Guarnera all’organo hammond e Vince Vallicelli alla batteria, tutti insieme appassionatamente a ripercorrere le hit musicali dell’anno di grazia 1969. E poi interviste e contenuti legati all’unico satellite del pianeta Terra con Roberto Pozzi, Stefano Damiani e Paolo Martini.
L’ultimo numero di Gagarin, come da tradizione, gode di contenuti estremamente interessanti. A partire da un’intervista a Guido Catalano, il poeta pop per eccellenza, poi le anticipazioni del Festival Mosto di Nespoli, in programma tra il 5 e il 7 settembre, Daniel Pennac, una bella graphic novel di Samuele Canestrari e molto altro. Altri dieci anni con Gagarin? Come minimo…