- CAPITOLO
SETTIMO-
Il Rotolo della Vittoria ed altre Verità
di Carla Montuschi
Il Druido sentì un dolore profondo salirgli
dal cuore. Trasalì nel realizzare che
la Gran Sacerdotessa lo aveva appena descritto
con parole che ben si sarebbero adattate al
suo pupillo.
Sanguigno, la Gran Sacerdotessa lo aveva appena
definito così
Sgomento cercò dentro di sé lultima
immagine che conservava di Varior. Non riusciva
a darsi pace, a capacitarsi dellaccaduto
e sebbene si sforzasse di dare un senso alla
vicenda, non riusciva a visualizzare il volto
di Varior sperduto nellOlem.
Pensò che questo potesse dipendere dalla
sua incapacità di affrontare un dolore
tanto grande, il dolore di un vecchio che, senza
averne il diritto, aveva assunto un ruolo che
si era effettivamente spinto ben al di là
del semplice compito di tutore. Una condivisione
di nozioni e di sentimenti talmente profondi
da rendere il Druido ed il suo discepolo simili
persino nel temperamento.
Già, era proprio così, lavventatezza
di Varior forse non dipendeva solo dalla giovane
età. Forse era proprio una connotazione
caratteriale e quella che in Varior pareva avventatezza
era in Terry tempra sanguigna ovvero avventatezza
divenuta matura con lincanutirsi della
chioma, trasformata in saggezza dalle ferite
dellesperienza.
Terry era frastornato e sebbene il momento fosse
cruciale, non riusciva a concentrarsi sul Rotolo
della Vittoria.
La Gran Sacerdotessa, come ampiamente risaputo,
aveva la dote di decifrare laltrui pensiero.
Guardò dritto nel cuore di Terry leggendone
i sentimenti con la stessa limpidezza delle
acque cristalline del lago ove lei ed il Druido,
in un tempo antico avevano giocato insieme,
quando ancora l'infanzia pareva proteggerli
dal peso dei loro destini.
Quanto avrebbero desiderato tornare entrambi
a quel tempo in cui sulla Contea intera regnavano
Pace ed Armonia e tutto sembrava esser complice
di uninfanzia dallinnocenza inviolabile!
«Lo so
non riesci a fartene una
ragione. Ora però Amico caro bisogna
andare avanti. Non possiamo esimerci dalle nostre
responsabilità. Dobbiamo farci carico
del nostro ruolo sino in fondo, poiché
da esso dipendono le vite di migliaia di innocenti!»
Terry tentò di sciogliere il nodo che
sentiva stringergli la gola deglutendo un boccone
di saliva, poiché sapeva che se non lo
avesse allentato almeno un po, non sarebbe
riuscito a parlare. Trascorse qualche attimo
di silenzio che pareva infinito poi, con voce
tristemente sommessa, disse:
«Il fatto è che ho la sensazione
che qualcosa di cruciale mi sfugga
certamente
ciò che stiamo per leggere ha il suo
peso, ma cè una Verità che
aleggia nei miei pensieri come unombra.
Non ne comprendo il senso ma ne percepisco limportanza
e ciò mi rende particolarmente inquieto.»
Con la consueta saggezza, la Gran Sacerdotessa
rispose guardandolo benevolmente:
«Amico caro ti esorto, andiamo avanti!
Ci sono Verità che per svelarsi alla
ragione debbono dapprima compiere un percorso
in cui acquisiscono un senso. Talvolta questo
accade solo dopo che si siano verificati una
serie di eventi. Eventi che seguono un ordine
ben preciso, magari appartenente oscuro, ma
ben preciso. Lordine della Predestinazione
Non ci si può opporre al Destino, si
può solo cercare di guidarlo in proprio
favore, onorando così il sacro volere
della Dea!»
Si guardarono ancora una volta negli occhi e,
complici, violarono il sigillo. Con delicatezza
quasi sacrale srotolarono la pergamena che apparve
ai loro occhi nuda, priva di un qualsiasi segno.
Esitarono un momento perplessi innanzi al nulla
di quel foglio in cui però, a poco a
poco, come in un Destino da compiersi, presero
lentamente a formarsi parole e frasi di un intenso
verde smeraldo, scritte in un antico dialetto
druidico.
Ciò che videro pareva non aver un senso
compiuto. L'ordine delle parole era infatti
stravolto da un sortilegio, così che,
se venivano pronunciate, erano incomprensibili.
Esse potevano riacquistare un ordine logico
solo nelle menti di coloro che il sortilegio
avesse ritenuto puri di cuore.
Fu per questo che, nelle menti del Druido e
della Sacerdotessa, con angosciante lentezza,
si formò questa profezia:
Il destino dellintera Contea
è legato alle scelte di un Giusto che
diverrà tale solo dopo aver affrontato
grandi prove.
La maggiore di esse consisterà nel
rinnegare lo spirito malvagio delle proprie
origini. Egli eleverà il proprio animo
purificandosi nel gesto estremo del sacrificio
della vita, offerta in onore di quanto gli
è più caro.
Però non temete! Questo sarà
solo ciò che apparirà agli occhi
degli empi, gli innocenti avranno giusta vendetta
e ragioni per gioire.
Egli, infatti rinascerà purificato
nel sangue e con il potere necessario a porre
fine a quello stesso Male che un tempo non
lontano lo generò.
Il predestinato a tale impresa sarà
riconosciuto come il Discendente!
Rimasero attoniti.
Entrambi capirono immediatamente a chi alludesse
la profezia, ma lo sbigottimento pareva sopraffare
il raziocinio.
Terry realizzò con inquietudine e sorpresa
che, in effetti, sapeva ben poco dell'infanzia
di Varior. Poche parole che Varior soleva ripetere
circa il fatto che la sua vita prima di incontrare
il Druido era solo nebbia
Eppure gli sembrava di ricordare che fosse stato
portato a lui in quanto orfano!
Era apparso alla porta del Collegio, accompagnato
da una figura femminile irriconoscibile sotto
i drappi di un pesante mantello nero.
Aveva sette, otto anni al massimo. Da sotto
il mantello una voce senza tempo, vuota di emozioni
aveva detto in tono quasi perentorio:
«Occupatene tu
o farà una
gran brutta fine! »
Lo sguardo di quel bambino lo aveva colpito.
Nonostante la tenera età, non vi era
alcuna traccia della tipica innocenza infantile.
Forse non c'era mai stata. Certo, quel bambino
sembrava aver già sofferto moltissimo.
Terry aveva dimenticato, con il passare degli
anni, quell'episodio
come si dimentica
un ricordo troppo penoso. Senza dire una parola
aveva accolto il piccolo e lo aveva cresciuto,
diventandone ogni giorno più fiero.
Sebbene ulteriormente stordito da quanto appreso
dalla profezia contenuta nel Rotolo della Vittoria,
Terry sentì di poter ritornare a respirare
libero, sollevato dalla coltre greve del lutto.
Improvvisamente gli fu chiaro il senso dellincognita
oscura che sino a poco tempo prima aleggiava
nella sua mente.
Qualunque ne fossero le implicazioni, dalla
profezia emergeva un solo dato certo, che risollevava
il cuore del vecchio Druido: Varior doveva essere
vivo, nascosto chissà dove, ma, certamente,
vivo!
Ma non era tempo di gioire, non ancora. Come
prima cosa, bisognava trovare un modo per rintracciarlo
al più presto. Poi bisognava assisterlo
nel compimento di un destino che pareva impossibile
per Sacerdotessa e per un Druido, quali speranze
avrebbe avuto un giovane quasi Druido!
Eppure, c'era la profezia...
Varior avrebbe dovuto affrontare e superare
la prova più ardua della sua vita. Incombeva
su di lui la necessità di dover combattere
con parte di sé stesso, di dover lottare
con la carne della sua stessa carne, fino alla
vittoria, fino alla morte di uno dei due contendenti.
La Gran Sacerdotessa intervenne:
«Calma e ponderazione Terry, anche se
la gravità della situazione sembra non
concedere tempo al ragionamento, dobbiamo fermarci
un momento ed officiare il rito antico del Buon
Agire. Chiederemo lumi circa il da farsi alla
Dea.»
Terry concordò pienamente, sentiva la
mente ottenebrata, come per una strana forma
di ubriachezza indotta dalla densità
degli avvenimenti e dalle troppe emozioni. Meditare
e schiarirsi le idee, non avrebbe che potuto
giovargli.
Amava quel rito antico, uno dei primi che gli
erano stati insegnati quando egli stesso era
ancora un Apprendista. Per la sua piena riuscita,
in vero, necessitava di grande esperienza e
concentrazione, ma veniva comunque insegnato
anche ai più inesperti. Spettava infatti
alla Dea decidere se ascoltare o meno chi la
invocava, ella valutava la purezza dintenzioni
con cui veniva interpellata.
Si trattava di liberare mente e cuore da ogni
interesse personale ed in nome di un Agire Comune,
cercare di mettersi in contatto con la Dea.
Ciò era attuabile mediante una semplice
preghiera la cui virtù magica non risiedeva
nella formula o nelle parole, ma nellumiltà
di coloro che la pronunciavano.
La Sacerdotessa ed il Druido si presero per
mano così da formare, simbolicamente,
un cerchio magico, socchiusero gli occhi e pronunciarono
la formula sette volte, come richiedeva il rituale.
Non appena ebbero terminato di pronunciare lultima
parola caddero in un sonno simile alla morte,
un'estasi profonda ove le loro anime, libere
dai corpi, si fecero lievi lievi lievi e si
prepararono ad essere illuminate dal Sapere
e dalla Protezione della Dea.
Lesperienza estatica fu estremamente breve
ma intensa, una luce abbagliante li attraversò
con il potere che solo la Conoscenza può
avere.
In quello stesso istante Varior, protetto dal
ventre della terra, seduto sul trono posto a
Nord, venne illuminato dalla medesima Conoscenza.
Comprese, a quel punto, il senso di ciò
che stava attendendo. Aveva pensato fosse stato
l'istinto a farlo sedere proprio in quel luogo,
ed invece era stato il Destino. Perchè
quello era lunico luogo ove avrebbe potuto
stabilire un contatto mentale con il Druido
e la Sacerdotessa.
I tre si incontrarono e si unirono telepaticamente,
durante il rituale del Buon Agire. Vennero condotti
dalla Dea in una dimensione surreale dintesa
ove sentirono, senza necessità di proferire
parola, laccrescersi dei loro poteri,
il rafforzarsi delle loro anime. Presero inoltre
coscienza del fatto che presto il Druido ed
il suo Allievo si sarebbero incontrati presso
la Grande Muraglia, ove avrebbero trovato un
modo per rendere innocui i giacimenti di xenite.
Lì Varior avrebbe preso il comando delle
Guardie Druidiche e la Gran Sacerdotessa avrebbe
finalmente potuto liberarsi del peso di alcuni
segreti che sino a quel momento le era stato
imposto di non rivelare, segreti che probabilmente
avevano a che fare con le origini di Varior
stesso...
Riemersero dalla condizione estatica sentendosi
tutti molto diversi, rinvigoriti da una potenza
sovrannaturale.
Varior si sentì pervaso da una nuova
saggezza: per la prima volta nella sua vita
stava cominciando a saper misurare la pazienza,
trovava un senso nuovo nellattesa, imparava
a mediare lirruenza.
Terry e la Gran Sacerdotessa cercarono immediatamente
Asenath e lo informarono dei nuovi eventi. Insieme
concordarono che sarebbe stato opportuno non
far partecipi gli altri del fatto che Varior
era ancora vivo. Potevano esserci altri traditori
allinterno del Consiglio, e quel dettaglio
sarebbe stato utile, un vantaggio da conservare
per il momento opportuno.
Le guardie Druidiche vennero radunate. Quarantanove
Guardie si unirono ad uno scarno esercito di
volontari. In tutto si contavano appena centoquarantasette
elementi ed era purtroppo ovvio, anche ad una
prima occhiata, come la maggior parte di loro
fossero adusi, ormai, ad altri mestieri che
il guerreggiare.
Bisognava in qualche modo, seppur grossolanamente,
istruirli. Ma il tempo a disposizione era così
poco
Alla fine si optò per proteggerli, con
un rituale magico collettivo che venne officiato
dalla Gran Sacerdotessa.
Vennero disposti in gruppi di ventuno, così
da circondare in sette anelli la Torre del Collegio.
Ognuno dei gruppi era a sua volta formato da
sette Guardie Druidiche e quattordici volontari.
La Sacerdotessa, dal punto più alto della
torre alzò le mani verso il cielo ed
invocò nuovamente la Dea, che non tardò
a manifestarsi, sotto forma di una fitta nebbia
avvolse la torre occultando gli uni agli altri.
Ciascuna di quelle creature, se non avesse avuto
coscienza di aver visto sino ad un attimo prima
i propri compagni, avrebbe dun tratto
potuto giurare di esser rimasta sola. Ciascuna
di quelle creature provò terrore allidea
di esser rimasta sola e giurò a sé
stessa, di vegliare sui propri compagni, affinché
ciò non accadesse mai più, anche
a costo della propria vita. Gli anelli si strinsero
e si consolidarono in un senso di eroica fratellanza:
ora ciascuno era responsabile della sorte del
propri compagni
sino alla morte!
Fu a quel punto che la Sacerdotessa gridò
una parola dal suono tanto terribile quanto
irripetibile e in ognuno dei sette cerchi le
sette Guardie Druidiche caddero di schianto
al suolo, trafitte da un dolore lancinante al
petto. Su ciascuno di loro era stata impressa
sul petto, marchiata a fuoco, una runa. Ciascuna
di queste rune formava, per ogni cerchio, una
parola arcaica di sette lettere dal potere magico
straordinario, un potere che solo la coesione
del gruppo avrebbe potuto mantenere intatto.
La nebbia si sollevò, le Guardie si rialzarono
e ciascuno, conscio dellimportanza del
proprio ruolo, si apprestò con determinazione
alla battaglia.
Terry si fece coraggio, salutò con uno
sguardo lamica di sempre ed a capo del
gruppo si avviò verso la Grande Muraglia
e verso le incognite del cammino.
In cuor suo aveva ancora una speranza, che linaspettata
sorte di Varior aveva reso concreta, sperava
che il Destino serbasse ancora una sorpresa,
sperava che il Destino avesse risparmiato anche
la vita della cara Pique
(...continua....)
Carla Montuschi
NOTE per i continuatori:
1. Il viaggio sino alla Grande Muraglia
sarà libero da intralci?
2. Varior è conscio delle proprie origini,
chi sono i suoi genitori?
3. Pique riuscirà a mettersi
in contatto con Varior?
4. Quali sono i sette poteri straordinari
evocati dalle parole impresse sui petti delle
Guardie Druidiche?
>>CAPITOLO
SESTO<<
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