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Il preromanticismo e l’inizio del romanticismo in Germania
di Giovanni Pellegrino
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Appare chiaro che un movimento di così ampia e profonda portata ideale, morale, sociale, filosofica e artistica come il Romanticismo non poteva nascere all’improvviso ma fosse il risultato di una serie di complessi fattori che fecero sentire la loro influenza in tutti i settori della vita sociale. Di conseguenza prima del Romanticismo vero e proprio si ebbe il cosiddetto “preromanticismo” che preparò la strada alla nascita del Romanticismo vero e proprio. Dobbiamo tenere presente che bisogna chiaramente distinguere tra il Romanticismo inteso come categoria dello spirito ovvero come una determinata modalità di percepire e di interpretare la vita e conseguentemente la realtà e un Romanticismo “storico” ossia le diverse forme che il Romanticismo assunse nelle varie nazioni europee nel XIX secolo.
Il Romanticismo storico del quale ci occuperemo in questo articolo nacque in Germania sul finire del XVIII secolo ma fu preceduto sempre in Germania dal movimento dello “Sturm und Drang” che si identifica con il preromanticismo tedesco. In tale articolo prenderemo in considerazione i principali esponenti dello “Sturm und Drang” e l’inizio del Romanticismo in Germania, che nacque nel 1798, l’anno in cui i fratelli Schlegel iniziarono la pubblicazione della rivista “Athenaeum” con l’intento esplicito di mettere in atto in Germania una drastica rottura con il passato ed una vera e propria rivoluzione culturale ed artistica. Cominceremo il nostro discorso occupandoci del preromanticismo in Germania.
Dobbiamo dire che già nella seconda metà del Settecento in molte nazioni europee si vennero a formare delle idee ed un modo di interpretare e percepire la realtà e la natura umana che prepararono la strada all’avvento del Romanticismo. Anche durante un periodo storico nel quale si ebbe il trionfo del razionalismo illuministico ci furono un sempre maggior numero di intellettuali e poeti che ritenevano che la sola ragione fosse insufficiente a comprendere i problemi dell’esistenza e la complessità della natura umana. Tali autori pur non rifiutando di attribuire importanza alla ragione ritenevano che bisognasse dare altrettanta importanza al sentimento e alla fantasia al fine di costruire una concezione più integrale, più aperta e più soddisfacente della vita e della natura umana. In Germania questo insieme di idee e di modo di interpretare la storia, la vita e la natura umana diede vita ad un vero e proprio movimento culturale che si sviluppò tra il 1760 e il 1785: tale movimento culturale prese il nome di “Sturm und Drang” (volendo tradurre in italiano queste parole tedesche si potrebbe usare l’espressione “impeto e assalto”).I componenti di tale movimento in sintesi rivendicavano contro il dominio della ragione il valore del sentimento e della fantasia anche se non veniva negato il valore liberatorio della ragione ma tale valore veniva ridimensionato e limitato in quanto si affermava che la ragione da sola non poteva permettere all’uomo di comprendere se stesso e la realtà che lo circondava. I più autorevoli esponenti e promotori dello “Sturm” furono Haman ed Herder. Cercheremo ora di esporre in maniera sintetica il pensiero di questi due autori cominciando da Giorgio Haman. Tale autore dopo aver condotto una giovinezza dissipata e sregolata ebbe una profonda e violenta crisi spirituale che lo portò a rinnegare con forza lo stile di vita che aveva condotto in gioventù. Di conseguenza egli giunse al punto di fondare tutta la sua attività di intellettuale e di pensatore su una fervida concezione cristiana della vita e dell’arte. Tuttavia, Haman non ebbe una crisi solamente di tipo spirituale e religiosa ma anche una profonda crisi culturale e stilistica che lo portò a adottare nelle sue opere uno stile simbolico ed oscuro che caratterizzò da quel momento in poi tutta la sua opera. Haman sosteneva che la vita era un dono immediato di Dio e pertanto il fine supremo dell’uomo era quello di ritornare a Dio che rappresentava il punto di riferimento finale dell’esistenza umana. Per Haman quello che contava non era il raggiungimento della felicità terrena o dei beni materiali ma il fatto di utilizzare la vita per raggiungere la felicità ultraterrena. Secondo Haman la parola e l’opera di Dio si possono conoscere in primo luogo con la Bibbia che rappresenta il tramite tra l’uomo e Dio ma anche attraverso l’osservazione della natura e lo studio della storia dal momento che nella natura e nella storia sono evidenti l’azione di Dio ma tale azione non può essere colta utilizzando solamente la ragione. Estremamente importante è la concezione della poesia di Haman il quale era convinto che la poesia avesse un carattere creativo e profetico e che il poeta dovesse essere considerato un “genio” in grado di esprimere al di fuori degli schemi razionali la voce del sentimento e della fantasia. Per quanto riguarda Goffredo Herder dobbiamo dire che egli esercitò un’ampia influenza sulla cultura tedesca ed inoltre ebbe un ruolo importantissimo nella nascita del movimento dello “Sturm”. Nella sua opera più importante (Idee sulla filosofia della storia dell’umanità) Herder, dopo aver ampiamente discusso sulle varie specie di esseri viventi esistenti nel mondo, concentra la sua attenzione sulla natura dell’uomo considerata la più importante delle creature esistenti sulla Terra. L’uomo era anche considerato il primo gradino di un ordine superiore in quanto era dotato di anima, dono riservato da Dio solamente agli uomini. In tale opera Herder delinea un ampio panorama della storia del mondo intesa come un susseguirsi di vari cicli nel corso dei quali gli esseri umani sviluppavano in grado sempre maggiore le qualità e i doni che Dio aveva dato loro. Dobbiamo dire che nell’ambito di tale importante teoria di Herder si inseriva il concetto della “missione” alla quale nelle varie età che caratterizzavano la storia del genere umano erano chiamati i vari popoli e le varie nazioni. A detta di Herder nel periodo storico nel quale egli viveva tale “missione” di guidare il genere umano verso traguardi superiori spettava alla nazione tedesca. Sul piano più propriamente letterario Herder attribuì moltissima importanza alla poesia popolare considerata la forma più primitiva e spontanea di arte ed Herder affermò che i più grandi poeti popolari di tutti i tempi erano stati Omero, Dante e Shakespeare. Come diretta conseguenza di questa sua affermazione Herder dimostrò un grande interesse per i canti popolari di molte nazioni. Le idee di Haman e di Herder costituirono i temi fondamentali dello “Sturm” e diedero vita in varie città tedesche a gruppi di intellettuali e poeti che ripresero tali idee. Il gruppo più importante fu quello di Gottinga che fu costituito da autori che in seguito ebbero grande importanza nel Romanticismo. Vogliamo mettere in evidenza che il membro più importante del gruppo di Gottinga fu Augusto Burger il quale rivestì una grande importanza nel panorama culturale europeo ed anche specificamente italiano. Dobbiamo infatti tenere presente che due opere di Burger, convinto assertore della poesia popolare, vennero tradotte in italiano e costituirono un modello esemplare di enorme successo nella letteratura romantica (le due opere in questione sono l’Eleonora ed Il cacciatore feroce, le quali vennero tradotte in italiano dal Berchet).Al movimento dello “Sturm” partecipò anche nel corso dell’età giovanile Federico Schiller il quale fu un autore che si caratterizzò soprattutto per il forte senso della libertà. Tuttavia in un secondo momento Schiller, fortemente influenzato dall’amicizia con Goethe, giunse alla formulazione di una dottrina estetica che esercitò una grandissima influenza sulle teorie romantiche. Molto famosa e conosciuta è la dottrina di Schiller secondo la quale esistono due tipi di poesia: la poesia ingenua e la poesia sentimentale. Nel primo tipo di poesia il poeta rispecchiando un’umanità caratterizzata da una assoluta armonia tra uomo e natura imita fedelmente la natura descrivendone le voci e le caratteristiche. Nel secondo tipo di poesia le cose cambiano radicalmente in quanto la poesia sentimentale corrisponde al secondo stadio dell’umanità caratterizzato dal conflitto permanente tra uomo e natura. Inoltre, il poeta si trova ad essere continuamente preda del conflitto tra ideale e reale che è una delle caratteristiche principali del poeta e dell’intellettuale romantico che si trova sempre a dover fare i conti con una realtà che è molto diversa da quella che egli vorrebbe. Di conseguenza i romantici provavano sempre un forte e continuo dolore quando dovevano agire in una realtà che era molto diversa dal mondo che avrebbero voluto per cui molte volte sceglievano di rifugiarsi nel sogno. Inoltre, i romantici non si stancavano mai di esprimere il loro forte rimpianto per la dimensione ideale sempre vagheggiata e desiderata ma mai sperimentata nella realtà. Proprio dal continuo conflitto tra ideale e reale che caratterizza l’uomo romantico nascono le altre due caratteristiche riscontrabili nel romanticismo storico in tutte le nazioni europee: il titanismo ed il vittimismo. Per quanto riguarda il titanismo l’intellettuale ed il poeta romantico si ribellano con forza ad una realtà che non corrisponde minimamente ai loro desideri cercando in tutti i modi di combattere tale realtà che a loro assolutamente non piace. Ma dal momento che questa lotta quasi sempre finisce con una sconfitta poiché l’intellettuale romantico non riesce mai a superare tale conflitto tra ideale e reale ci sono molti momenti durante i quali l’intellettuale ed il poeta romantico cadono nel vittimismo più assoluto considerandosi vittime di una società che non li capisce e che li odia. Tuttavia vittimismo e titanismo si alternano sempre nell’animo romantico poiché l’uomo romantico a volte si sente superiore a tutti gli altri uomini perché combatte in difesa dei propri ideali continuamente delusi dalla realtà e a volte cade in una forte depressione in quanto si rende conto che la sua lotta non avrà mai successo e pertanto anche se non si arrenderà mai alla realtà sarà sempre una vittima di una realtà che non può cambiare nonché della cattiveria e della incomprensione umana. In sintesi, possiamo dire che molto spesso l’intellettuale romantico si rende conto che si trova nella stessa condizione di Don Chisciotte che combatteva i mulini a vento ma nello stesso tempo non vuole smettere di lottare. Terminiamo il nostro discorso sul preromanticismo tedesco citando Teodoro Korner che è conosciuto non solo per la sua opera ma anche per altre due ragioni: in primo luogo Korner morì giovanissimo combattendo per la libertà della sua patria; in secondo luogo Korner è conosciuto anche nella letteratura italiana poiché Manzoni gli dedicò l’ode “Marzo 1821” considerandolo il simbolo di tutti quelli che muoiono per conquistare o difendere la libertà della loro patria. Dobbiamo dire che Korner fu non solo un esponente del preromanticismo ma in seguito entrò a far parte del romanticismo tedesco vero e proprio. Prenderemo ora in considerazione l’inizio ufficiale del movimento romantico che come abbiamo detto in precedenza iniziò nel 1798 con la pubblicazione della rivista Athenaeum ad opera dei fratelli Schlegel. Nel primo gruppo romantico che si raccolse intorno alla rivista Athenaeum troviamo già alcuni nomi destinati ad avere una grande importanza nel romanticismo tedesco quali il Novalis, il Tieck e lo Schelling. Tale gruppo si riunì prima a Jena e poi a Berlino instaurando un’intensa e proficua collaborazione intellettuale rafforzata dal fatto che i membri di tale gruppo erano anche uniti dal fatto che condividevano le stesse idee e gli stessi scopi. Nella rivista vennero pubblicati alcuni articoli di grandissima importanza per la formulazione e la divulgazione delle idee romantiche. A titolo di esempio ci limitiamo a citare il “Dialogo sulla poesia” nel quale Federico Schlegel espose gli elementi essenziali del messaggio e della teoria romantica. In estrema sintesi possiamo dire che le dottrine del preromanticismo vennero conservate nell’ambito del Romanticismo ma raggiunsero un maggior grado di raffinatezza intellettuale. Alla base delle teorie romantiche espresse da Federico Schlegel vi era il sentimento della vita considerata come un continuo fluire, un continuo divenire. Di conseguenza dal momento che la poesia romantica doveva essere espressione della vita e doveva trarre ispirazione dalla vita Schlegel affermava che anche la poesia romantica doveva essere una creazione continua che doveva essere caratterizzata dal tentativo di cogliere il continuo e misterioso divenire del mondo. Partendo da tali presupposti teorici lo Schlegel cercò di comprendere quali poeti e scrittori di ogni tempo potevano essere considerati autori che avevano colto questo continuo divenire della vita e pertanto erano stati in grado di costruire delle opere dal valore universale. Schlegel incluse in tale elenco Dante, Petrarca, Boccaccio, Cervantes e Shakespeare ed altri ancora. Schlegel formulò un’altra importantissima dottrina romantica ovverosia la “dottrina dell’ironia”. Dei due fratelli Schlegel Federico dimostrò di possedere capacità intellettuali più acute ed originali mentre Augusto ebbe interessi culturali più ampi e soprattutto era dotato di maggiori capacità comunicative rispetto al fratello, ragion per cui seppe instaurare fondamentali relazioni intellettuali che facilitarono la diffusione delle idee romantiche. In sintesi, possiamo dire che se negli scritti di Federico Schlegel sono contenuti i principali principi della teoria romantica l’opera che maggiormente contribuì a far conoscere le dottrine romantiche fu scritta da Augusto Schlegel. L’opera in questione è il Corso sull’arte drammatica, pubblicata nel 1809. In tale opera Schlegel effettua una fondamentale distinzione tra poesia classica e poesia romantica, distinzione che è una delle pietre miliari della dottrina romantica. A fondamento di tale distinzione Schlegel poneva la profonda rivoluzione operata nella storia dell’umanità dal cristianesimo: la nuova concezione religiosa instaurata dalla religione cristiana comportava una radicale trasformazione della concezione della vita. Schlegel sosteneva che mentre nel mondo classico il destino umano veniva limitato entro gli angusti limiti dell’esistenza terrena, nel mondo cristiano veniva chiaramente avvertita la caducità dell’esistenza terrena e si dava maggiore importanza alla vita ultraterrena. Schlegel sosteneva che l’uomo cristiano doveva sentirsi in questo mondo come un esiliato. Di conseguenza anche la poesia del mondo classico risentiva di questa considerazione del mondo nel quale c’era poco posto per tutto ciò che riguardava la vita ultraterrena. Al contrario Schlegel sosteneva che la poesia romantica doveva proprio tenere conto del carattere transitorio della vita terrena e della necessità di attribuire maggiore importanza alla vita ultraterrena. Tuttavia, Schlegel esprimeva una grande ammirazione per la poesia antica che in ogni caso aveva raggiunto livelli degni di ammirazione pur non attribuendo la dovuta importanza alla vita ultraterrena. Nonostante ciò Schlegel criticava aspramente le teorie dei classicisti che, partendo dall’idea dell’insuperabilità dei modelli classici avevano fondato la propria attività sul principio di imitazione di tali modelli. In sintesi, Schlegel da un lato ammirava la poesia classica e dall’altro criticava gli imitatori della poesia classica (i classicisti) in quanto, a dire del romantico tedesco, l’imitazione è agli antipodi del genio. Per dirla in altro modo Schlegel sosteneva con la massima determinazione che i classicisti non potevano mai produrre una poesia degna di ammirazione perché il fatto che volevano a tutti i costi imitare gli autori classici opprimeva e rendeva impossibile una vera ispirazione poetica e rendeva possibili solamente vuote esercitazioni accademiche che non potevano in nessun modo trovare il consenso della maggioranza degli individui. La polemica di Schlegel contro i classicisti diventerà uno dei cavalli di battaglia degli autori romantici tanto è vero che pochi anni dopo anche in Italia si scatenò una durissima polemica tra classicisti e romantici. In Italia tale polemica venne scatenata dalla pubblicazione di un articolo della Stael intitolato Sulla maniera e la utilità delle traduzioni tradotto dal Giordani sul primo numero della rivista “Biblioteca italiana”. Dopo tale breve digressione riguardante il Romanticismo in Italia riteniamo opportuno chiudere il nostro discorso sull’inizio del Romanticismo in Germania mettendo in evidenza il fatto che il Romanticismo si diffuse rapidamente dalla Germania in altre nazioni europee creando una grande e complessa civiltà letteraria europea. Tuttavia, dobbiamo anche mettere chiaramente in evidenza che nelle varie nazioni europee il Romanticismo fu accettato ed interpretato alla luce della cultura, delle tradizioni spirituali e morali delle strutture politiche e sociali esistenti in ogni nazione cosicché anche se il Romanticismo si basò in tutte le nazioni europee su un comune patrimonio di principi dottrinali, di miti e di ideali esso assunse dimensioni, caratteri e sviluppi diversi nelle varie nazioni.
A cura di Giovanni Pellegrino
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