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In ambito romantico, l'interesse per la figura del vampiro non ha avuto confini di generi o di mezzi espressivi. Lo dimostra l'opera tedesca 'Der Vampyr', di Heinrich August Marschner (1795-1861), rappresentata per la prima volta nel 1828. Marschner, compositore la cui fama ha risentito del successo di Carl Maria von Weber, di cui riprende alcune tematiche, come quella del recupero di leggende tedesche ed i personaggi misteriosi, confusi tra fantasia e realtà, di cui è un esempio "Il franco cacciatore" (1821). Il più grande successo di Marschner è stato "Hans Heiling" (1833), che si dice aver ispirato Richard Wagner nel comporre "L'olandese volante".
"Der Vampyr", a volte rappresentata, oltre che in Germania, anche altrove, p.es. nel 2001 a Los Angeles e di cui esistono varie edizioni discografiche, in particolare un'edizione del 1998 (ed. Opera d'Oro) è stata proposta per la prima volta in Italia al Comunale di Bologna (debutto 15 novembre 2008). E' un'opera romantica in due atti scritta su libretto di Wilhelm August Wohlbrück, con soggetto tratto tratto dal romanzo 'The Vampyr' di John Polidori, scrittore, amico e medico personale di Lord Byron. Anche Polidori, come l'amico successivamente, morì suicida nel 1823. La "parentela" byroniana spiega anche lo stretto rapporto dell'opera con la vicenda di "Frankestein", il romanzo di Mary Shelley.
La vicenda dell'opera è basata sul vampiro Lord Ruthven che ottiene dal Maestro il permesso di avere un altro anno di vita sulla Terra, prima di tornare all'Inferno, se farà tre vittime prima di mezzanotte. Ferito gravemente dal padre di una delle sue vittime, viene salvato dal nobile Aubry dei Davenant, che tuttavia ne conosce la vera natura, e addrittura finisce promesso sposo di una giovane, Malwina, che avrebbe voluto sposare proprio Aubry. Questi tuttavia svela il vampiro, che torna all'Inferno, mentre i due giovani si sposano.
Come si vede, e la musica dimostra, siamo più in terra weberiana e post-classica che in una storia del terrore. Tuttavia, non manca la suspense e specialmente i colpi di scena, il che ha giustificato la riproposta attuale, prima italiana, come dicevo.
A cura di Carlo Santulli
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Prefazione / Indice / Scheda
Ghigo e gli altri di Carlo Santulli
2007 pg. 204 - A5 (13,5X21) BROSSURATO
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Altre informazioni / L'autore
Pochi autori, come Carlo Santulli, sanno giocare con le parole, intarsiandole in piccole storie che si snodano tranquille (mai lente) attraverso una realtà quasi ordinaria e che, pure, riescono ad affascinare il lettore costringendolo a leggere fino all'ultima riga. Personaggi stupiti, a volte impacciati, si aggirano tra le pagine di questo libro, alle prese – come tutti noi – con le incongruenze e le follie del vivere quotidiano, non si abbandonano però all'autocommiserazione, non si ribellano, non cedono a tentazioni bohemien e, se cercano una via di fuga, questa è piuttosto interiore che esteriore. Un cammino, a piccoli passi, che li porterà, forse, verso un punto di equilibrio più stabile. Irraggiungibile (ma reale) come un limite matematico. Siano essi alle prese con una Quinta Arborea, un mazzo di chiavi che si trasforma nel simbolo di un'esistenza, un Clostridio tra i Pirenei, o passeggino, semplicemente, per le strade di una sonnolenta Roma anni trenta.(Marco R.Capelli)
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Prefazione / Indice / Scheda
Ghigo e gli altri di Carlo Santulli
2010 pg. 200 - A5 (13,5X21) COPRIGIDA
Altre informazioni / L'autore
Pochi autori, come Carlo Santulli, sanno giocare con le parole, intarsiandole in piccole storie che si snodano tranquille (mai lente) attraverso una realtà quasi ordinaria e che, pure, riescono ad affascinare il lettore costringendolo a leggere fino all'ultima riga. Personaggi stupiti, a volte impacciati, si aggirano tra le pagine di questo libro, alle prese – come tutti noi – con le incongruenze e le follie del vivere quotidiano, non si abbandonano però all'autocommiserazione, non si ribellano, non cedono a tentazioni bohemien e, se cercano una via di fuga, questa è piuttosto interiore che esteriore. Un cammino, a piccoli passi, che li porterà, forse, verso un punto di equilibrio più stabile. Irraggiungibile (ma reale) come un limite matematico. Siano essi alle prese con una Quinta Arborea, un mazzo di chiavi che si trasforma nel simbolo di un'esistenza, un Clostridio tra i Pirenei, o passeggino, semplicemente, per le strade di una sonnolenta Roma anni trenta.(Marco R.Capelli)
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