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Pubblicato nel 1917, L'incendio nell'oliveto è uno dei romanzi più famosi e meglio riusciti di Grazia Deledda (1871-1936).
In esso si ritrovano tutti i temi tipici della sua produzione (e della corrente verista cui spesso viene associata): l'amore giovanile (o adolescenziale) che si scontra con una realtà dura e priva di alternative, la lotta per il possesso ed il denaro (Gioele e Annarosa), il desiderio cieco e spasmodico di mantenere o acquisire uno stato sociale. Tutt'attorno si aggirano i discendenti decaduti di una (un tempo) dignitosa stirpe pastorale, contraddittori, malfermi, resi inquieti dal desiderio bruciante di far parte di un mondo in cui non si riconoscono e che non li riconosce. Verista nella sua impostazione di base, il romanzo si modifica e si discosta dai canoni tipici di questo movimento mano a mano che la narrazione procede, per lasciar spazio ad un pesante giudizio morale che, progressivamente, si leva fino ad incombere su tutto e su tutti.
La vecchia Agostina, per quanto ottuagenaria e immobile sulla sua sedia accanto al focolare, tutto osserva con occhi “come una luce dal profondo di una grotta”, tiene ben salde le redini della casa e non è disposta a recedere dal dominio che esercita su tutti i membri della famiglia, a partire dal figlio minore Juannicu che, già cinquantenne (ormai anche lui quasi vecchio) continua a mendicare un pasto ed a dormire sotto al tetto materno. Attorno ad Agostina si muovono - come sospesi in una sorta di immobilità senza tempo nella dignitosa povertà garantita dal modesto oliveto di proprietà della vecchia parente - la nuora Caterina, giovane vedova, e i tre nipoti; ma il fragile equilibrio si spezza all'improvviso quando, informata dell'imminente morte della ricca zia Paschedda, Agostina riprende a tessere le trame di un suo vecchio piano: combinare un matrimonio tra Caterina e Stefano, il figlio di Paschedda, matrimonio che sarebbe, assieme, occasione di riscatto economico e sociale per tutta la famiglia Marini.
Neppure l'astuta Agostina, però, può immaginare che la silenziosa Caterina sia, segretamente, già innamorata di un altro...
A cura di Marco R. Capelli
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Marco R. Capelli
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