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Quella mattina faceva troppo caldo per bighellonare alla Resi. C’erano solo alcuni punk che dormivano sdraiati all’ombra del cemento, con ogni probabilità svenuti lì dalla serata precedente. Dopo un’occhiata veloce, Mirko decise di recarsi in un posto tranquillo. Da qualche tempo c’era qualcosa che reclamava di essere trascinata fuori dal mondo dell’immaginazione e messa su carta, nero su bianco. I suoi testi migliori nascevano così, aspettando il contatto con la vocina che gli dettava le parole. Si sentiva ispirato. Gli venne in mente il pub. Era una perfetta imitazione di un vero pub inglese, piuttosto incongrua nel centro storico medievale di una Città mediterranea, ma l’ambiente era quieto e accogliente. Velluti rossi sulle confortevoli sedie dagli alti schienali, luci soffuse che creavano tonde oasi di chiarore nella penombra, un legno scuro di anni sulle pareti che col tempo aveva assorbito ogni molecola rilasciata nell'ambiente da cibi, fumi, conversazioni. Un ampio bancone esponeva scintillanti calici di varie fogge insieme a svariati tipi di birra di ogni gradazione e colore. Non c'era alcuna traccia di televisione o schermi, e questo accentuava la sensazione di entrare in un guscio protetto dal mondo. Lì erano nate alcune delle canzoni del gruppo; Mirko suonava la chitarra inseguendo gli accordi e la fantasia del momento, Drago canticchiava e prendeva nota delle parole sul primo pezzo di carta che trovava, anche se i ruoli erano intercambiabili e spesso era Mirko a scrivere i testi delle loro canzoni. Aveva conservato quell’abitudine, l’atmosfera del pub metteva sempre a disposizione un pizzico di magia creativa.
Entrò spingendo la porta in stile saloon, fu lieto di scorgere in fondo Diossido già seduto a un tavolo intento a leggersi un libro. Una birra in compagnia poteva essere un buon modo per iniziare bene la giornata.
«Ehi, guarda un po’» disse Mirko sedendosi e scrutando la copertina del libro «ma dove lo hai trovato questo?» Diossido stava leggendo ‘I versi satanici’ di Salman Rushdie, «il libro è scomparso dalla circolazione da anni e questo poveraccio starà ancora vivendo sotto scorta» rise Mirko.
«Poveraccio non direi, si è costruito una carriera con la storia della fatwah. E secondo me se l’è pure andata a cercare. A quelli lì non li devi provocare se non sei in grado di affrontare una guerra vera… o se non aspiri al paradiso. Comunque questa copia l’avevo comprata appena uscita, prima che iniziassero gli isterismi di media e religiosi e la taglia sulla sua testa. Finezza delle finezze, avrai notato, spero, il significato del suo nome.»
«Eheheh… Rushdie» sghignazzò Mirko «fretta di morire… nomen omen dicevano gli antichi, e non a torto lo ammetto.» Si fece serio.
«Ecco per cosa combattiamo, per rispedire i cavernicoli nel fondo delle loro caverne, e seppellirli sotto tonnellate di massiccio oblio» allargò le braccia dietro la testa guardandosi intorno «vaffanculo al XX secolo, questo sarà il primo millennio di una nuova era, la nostra.»
Diossido osservò il vecchio amico ravvisando nella sua espressione quel che gli piaceva di Mirko: l’innata bontà d’animo, il desiderio appassionato per un mondo più libero, la fiducia che tutto era possibile, la convinzione di appartenere alla parte evoluta della civiltà. Vide però anche l’ingenuità e superficialità di Mirko che erano le sue più grandi debolezze, e ne ebbe paura, ma forse era solo lui che pensava troppo; tuttavia non gli sembrò nemmeno per un attimo che Mirko parlasse a vanvera.
«Senti… che ne dici di inventarci qualcosa da fare?» gli chiese chiudendo il libro, aveva voglia di distrarsi dai suoi pensieri.
«Siamo qui vicino, potremmo andare dal Secchione a vedere se ha fatto qualcosa di nuovo» rispose dopo un attimo di riflessione Mirko.
Diossido ghignò: «Marrone è bello? Ma sì, dai, facciamolo felice!»
Il Secchione in effetti abitava proprio a due passi dal pub. Era stato impietosamente soprannominato ‘marrone è bello’ a causa della sua tendenza a preferire esclusivamente qualsiasi sfumatura di marrone nel vestirsi. A memoria d’uomo i suoi abiti erano sempre stati marrone. Era, in effetti, un colore in tinta con la sua personalità. Appariva vecchio già da giovane. Dall’aspetto dimesso e di poche parole, dalle movenze lente e goffe, dal gusto ottuagenario nel vestirsi, a vent’anni sembrava un pensionato in quieta attesa della tomba. Apparentemente incapace di qualsiasi guizzo vitale, in realtà un interesse nella vita lo aveva, solamente uno: il sintetizzatore musicale che aveva costruito e che negli anni aveva assunto dimensioni ipertrofiche. La larga struttura era formata da un massiccio mobile di legno, marrone, alto un paio di metri, a forma di L; poggiava su un tavolo costruito su misura che ospitava anche la tastiera ricavata da un vero pianoforte. Sulla bruna superficie decine di spie luminose incastonate come tanti occhiolini colorati rossi e verdi ammiccavano senza posa, dozzine di cavi entravano e uscivano dall'apparecchio come lucidi lombrichi, file e file di cursori tutti uguali parevano battaglioni allineati sulle mappe dei generali; potenziometri, manopole, slider, con tarature millimetriche alteravano le frequenze con la precisione di un bisturi da chirurgo. Era un leviatano musicale, nessuno avrebbe potuto liquidarlo con un’alzata di spalle. (continua)
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Tratto da: REUNION
Copertina flessibile: 289 pagine
Editore: Brè Edizioni (22 gennaio 2020)
Lingua: Italiano
ISBN-10: 8832093847
ISBN-13: 978-8832093841
Dio è tornato. Ma non è come lo aspettavate…
Stanco di un mondo imperfetto e di essere bombardato ogni giorno da notizie di violenza e orrori, il giovane musicista Drago Ozelot, nell’ideale, surreale tentativo di creare bellezza e amore, inventa il Devil, [Dispositivo Emozionale Variabile Intra Limbico], un congegno che altera la percezione della realtà in chi ne viene colpito, e lo sperimenta sugli spettatori dei suoi concerti, con esiti sorprendenti. Viene scambiato per un nuovo Messia! E inizia a parlare come… Dio. Dopo aver spodestato dal Vaticano il suo legittimo occupante, attraverso il Devil e le Riunioni televisive, Drago ipnotizzerà la popolazione mondiale, incarnerà il Dio Senzanome e plasmerà il mondo a sua immagine e somiglianza, imponendo all’umanità i nuovi comandamenti, costringendola a essere felice e a vivere in pace e letizia, nei secoli dei secoli. Fino a che… venite a scoprire il clamoroso finale!
L’autore: Dario M. Vergari nasce a Pesaro. Dopo studi scientifici muove i primi passi nel mondo artistico come compositore, tastierista e cantante del gruppo new wave The Drivers, per poi intraprendere la strada del musicista solista. Esperto fotografo e fin dai primordi dell’informatica appassionato di computer ed elaborazioni grafiche, si dedica ai viaggi e alla conoscenza di altre culture. Negli ultimi anni è stato occupato a scrivere racconti, parlare con i gatti, comporre musica e lavorare alla sua più grande impresa: la propria famiglia.
Il libro può essere acquistato dal sito dell'editore: https://breedizioni.com/libri/revnion/
La versione integrale del romanzo in formato audio è disponibile su YouTube e sul sito di Progetto Babele (Audiolibri) per gentile concessione dell'autore.
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Dario Vergari
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