Pochi autori, come Carlo Santulli, sanno giocare con le parole, intarsiandole in piccole storie che si snodano tranquille (mai lente) attraverso una realtà quasi ordinaria e che, pure, riescono ad affascinare il lettore costringendolo a leggere fino all'ultima riga. Personaggi stupiti, a volte impacciati, si aggirano tra le pagine di questo libro, alle prese – come tutti noi – con le incongruenze e le follie del vivere quotidiano, non si abbandonano però all'autocommiserazione, non si ribellano, non cedono a tentazioni bohemien e, se cercano una via di fuga, questa è piuttosto interiore che esteriore. Un cammino, a piccoli passi, che li porterà, forse, verso un punto di equilibrio più stabile. Irraggiungibile (ma reale) come un limite matematico. Siano essi alle prese con una Quinta Arborea, un mazzo di chiavi che si trasforma nel simbolo di un'esistenza, un Clostridio tra i Pirenei, o passeggino, semplicemente, per le strade di una sonnolenta Roma anni trenta.(Marco R.Capelli)
Carlo Santulli , nato a Napoli nel 1963, vivo a Terni, ho moglie e due figli. Sono professore associato, presso la scuola di Architettura e Design dell'Università di Camerino, ad Ascoli Piceno. Sono stato a lungo all'estero, di cui otto anni nel Regno Unito. Mi interessa la letteratura, specie italiana e francese, ho vinto qualche concorso di poesia, per cui mi sono laureato anche in lettere. Oggi scrivo prevalentemente racconti di narrativa. Altre mie passioni sono le ferrovie, l'opera, la storia, e, lavorativamente, i materiali biocompatibili e la biomimetica, interessi molto dissimili tra loro, che qualche volta, per puro caso, vengono ad incontrarsi.
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