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Rodolfo Walsh (1927-1977)
a cura di Diana Facile
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La personalità di Rodolfo Walsh (Lamarque, 09.01.1927 – Buenos Aires, 25.03.1977) spicca in ambito letterario come un caso paradigmatico di tensione tra impegno politico e intellettuale, tra militanza e scrittura. Correttore di bozze e traduttore per la casa editrice Hachette dalla metà degli anni ’40, Walsh esordisce giovanissimo come giornalista, scrivendo articoli per le riviste Vea y vea e Leoplán. Sono gli anni in cui Walsh scopre e si appassiona al genere poliziesco, rivelando grandi doti narrative con la pubblicazione di Variaciones en rojo (1953), una raccolta di racconti gialli che racchiude i germi di quella che diventerà la sua grande ossessione: l’indagine criminale. La sua vita scorre tranquilla fino a una fredda notte di giugno del 1956, quando Walsh viene casualmente a conoscenza della fucilazione di 27 civili presumibilmente implicati nella rivolta militare del generale Valle contro il governo della Revolución Libertadora (1955-1958). Alcuni mesi dopo, mentre sorseggia una birra in un bar de La Plata, gli si avvicina un uomo e gli dice “c’è un fucilato che vive”. Parole che risvegliano in Walsh la necessità impellente di fare della scrittura il mezzo per denunciare quella realtà di cui le ingiustizie sono protagoniste. Con dedizione e passione inizia un’indagine minuziosa sui fatti accaduti il 9 giugno 1956. Il risultato della sua inchiesta sarà il fulcro su cui costruirà Operación Masacre (1957), un capolavoro di denuncia civile che partendo dal racconto dei fatti realmente accaduti porta alla luce la verità. Con quest’opera Walsh inaugura il genere della Novela de no ficción, qualificandosi come il precursore del new journalism canonizzato da Truman Capote otto anni più tardi con il romanzo-reportage In cold blood. Il 1958 vede Walsh impegnato in una nuova indagine volta a rilevare le implicazioni del governo della Revolución Libertadora nell’omicidio dell’avvocato Satanoswky, da cui scaturirà un altro impressionante esempio di giornalismo investigativo: Caso Satanowsky. In seguito al trionfo della rivoluzione di Castro, Walsh parte per Cuba. Insieme al connazionale Jorge Masetti fonda e dirige la rivista Prensa Latina, il cui intento è quello di offrire al mondo intero la testimonianza diretta della nascita del nuovo e contraddittorio ordine cubano. Rientra a Buenos Aires e pubblica Los oficios terrestres (1965) e Un kilo de oro (1967), due raccolte di racconti in cui la storia contemporanea argentina gioca un ruolo fondamentale. Walsh, autore e protagonista dei racconti, instaura col lettore un dialogo fondato su una sorta di complicità: presupponendo che il suo interlocutore sia a conoscenza delle circostanze congetturali in cui si svolgono i fatti, non fornisce alcuna spiegazione su quanto sta narrando. L’omissione si configura come una peculiarità strutturale della sua scrittura e obbliga il lettore ad assumere una posizione attiva di fronte al testo. Continua le sue inchieste per la rivista Panorama, offrendo articoli socio-antropoligici che spiccano per il contenuto sociale e la prosa eccellente. L’impegno politico di Walsh si impenna alla fine degli anni ’60. Nel 1968, contestualmente alla pubblicazione del romanzo-reportage ¿Quién mató a Rosendo? - imperniato sull’omicidio di un lider sindacalista peronista - assume la direzione del settimanale CGT (Confederación General del Trabajo) e inizia a militare nel peronismo di base, insegnando giornalismo nelle villas miserias. Dal 1973 entra attivamente a far parte del movimento dei Montoneros, occupandosi della redazione della rivista Noticias, lo strumento politico adottato dai guerriglieri per esporre il loro punto di vista. Col golpe militare del 1976, Walsh si rende conto che la sconfitta è ormai prossima. Si scontra coi vertici montoneros di cui non condivide più la linea politica, ritenendola causa di tante morti inutili tra cui quella della figlia Vicky. Continua la sua lotta individuale, usando la scrittura come strumento di opposizione al regime. Crea l’ANCLA (Agencia Clandestina de Noticias) e CADENA INFORMATIVA con il fine di divulgare, anche all’estero, ciò che accade nel paese. A un anno esatto dalla data del golpe, il 24 marzo 1977, nella sua veste di scrittore, intellettuale e militante, Walsh invia alla stampa nazionale ed internazionale alcune copie della Carta abierta de un escritor a la Junta Militar, in cui offre un’analisi lucida, cruda e spietata su repressione, censura e crisi economica. “… Estas son las reflexiones que en el primer aniversario de su infausto gobierno he querido hacer llegar a los miembros de esa Junta, sin esperanza de ser escuchado, con la certeza de ser perseguido, pero fiel al compromiso que asumí hace mucho tiempo de dar testimonio en momento dificiles.” Un’opera maestra di giornalismo ed un’espressione di coraggio che decreterà la sua condanna a morte. Il giorno seguente, un gruppo di militari dell’ESMA (Escuela de Mecánica de la Marina) gli tende un’imboscata. L’obiettivo è quello di catturarlo vivo e torturarlo, ma Walsh sceglie di morire come ha vissuto. Lottando per i suoi ideali. Tira fuori la pistola e apre il fuoco. Finisce a terra, crivellato di colpi. Il suo nome integra ancora oggi la lista dei 30.000 desaparecidos. Bibliografia (in italiano) 1. Rodolfo Walsh - Variazioni in Rosso (Sellerio, 1998) 2. Rodolfo Walsh – Operazione massacro (Sellerio, 2002)
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Diana Facile
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