"Il
primo di dicembre era giunto. Giorno fatale,
perché se la partenza del proiettile
non avveniva quella sera (alle dieci, quarantasei
minuti e quaranta secondi), avrebbero dovuto
trascorrere diciotto anni prima che la Luna
si presentasse in quelle condizioni.
In quello stesso momento apparvero
i tre intrepidi viaggiatori. Alla loro vista
le grida raddoppiarono
Suonarono le dieci. Era giunto il
momento di entrare nel proiettile: la manovra
necessaria per scendervi, la placca di chiusura
da avvitare richiedevano un certo tempo
Alcuni istanti dopo, i tre compagni
di viaggio erano insediati nel proiettile
Mancavano ancora quaranta secondi
all'ora della partenza, ed ogni secondo
durava un secolo.
Trentacinque, trentasei, trentasette, trentotto,
trentanove, quaranta! Fuoco!
Una detonazione spaventosa, inaudita, sovrumana,
di cui nulla saprebbe dare
l'idea, né gli scoppi della folgore
né il fracasso delle eruzioni, si
produsse istantaneamente. Un immenso getto
di fuoco sprizzò dalle viscere del
suolo. La terra si sollevò e alcuni
soltanto riuscirono per un istante a intravvedere
il proiettile che fendeva vittoriosamente
l'aria. Al momento dell'esplosione, le fiamme,
innalzatesi a prodigiosa altezza, nella
loro dilatazione illuminarono l'intero territorio
della Florida e per un istante, sopra una
vastissima zona, si ebbe come l'impressione
che fosse cessata la notte e tornata la
luce del sole".
Con queste parole Jules Verne descriveva
la partenza di un razzo verso la luna, utilizzando
delle immagini che presentano quasi tutte
le caratteristiche degli odierni lanci spaziali.
Eppure questo romanzo, intitolato "Dalla
Terra alla Luna", è stato pubblicato
nel 1865, ben quasi centoquarant'anni fa!
Senz'altro rispetto a ciò che è
stato effettivamente realizzato dalla scienza
le differenze ci sono, ma la concezione
tecnica del volo indicata dallo scrittore
si è dimostrata sostanzialmente esatta
. Verne calcolò addirittura la traiettoria
del suo "proiettile lunare" e
previde che per effettuare il lancio sarebbe
stato necessario attendere una particolare
posizione della luna rispetto alla terra.
Tutto ciò quasi un secolo e mezzo
fa! E pensare che a quei tempi non c'erano
ancora le automobili, mentre già
la fantasia del grande scrittore "vedeva"
con chiarezza il volo spaziale! Nasceva
con lui un genere nuovo, il romanzo avventuroso-scientifico,
un genere caratterizzato da un'attenta osservazione
della realtà, ma anche da una precisa
conoscenza della tecnica, spinta fino alle
ipotesi più geniali, a cui senz'altro
contribuirono non poco le amicizie con personaggi
quali Arago, Janssen, Nadar e anche con
i due famosi scrittori Alessandro Dumas
Padre e Figlio. Le conoscenze tecniche danno
fondamento in Verne ai più fantastici
e incredibili sviluppi, rivelatisi spesso,
alla luce delle scoperte posteriori, come
altrettante illuminate profezie. La sua
opera, pur se preferenzialmente destinata
alla gioventù, ha una precisa collocazione
come momento d'avvio della letteratura avveniristica
e fantascientifica.
La sua instancabile immaginazione lo spinse
verso l'esplorazione fantastica di mondi
ignoti, che nei suoi romanzi è affiancata
da trovate di geniale originalità
e dalla presenza di personaggi indimenticabili,
ricchi di umanità e di humour e divenuti
molto popolari. I critici hano rivalutato
l'opera di un così grande scrittore,
prima ritenuta adatta solo a un pubblico
di ragazzi, per il suo significato morale
e simbolico sui destini dell'uomo e della
scienza. E a nostro parere non avrebbero
potuto far meglio!
Rossella Maria Luisa Bartolucci
rbart@ciaoweb.it