Ora, se siete vampirologi esperti, se avete letto tutto Stoker, conoscete a memoria le peripezie di Lestat de Lioncourt (di Anne Rice) o avete avuto la forza di guardare tre volte l’intera saga di Twilight, può darsi che vi siate chiesti più volte: “Sì, passi per i momenti di gloria ma, questi poveri vampiri, come trascorrono la loro quotidiana eternità (o eternità quotidiana)? Specialmente oggi, che gli antichi castelli sperduti sono invasi dai turisti e gli esseri umani sono schedati ancor prima di nascere?”. Voglio dire, falsificare un certificato di nascita nella Transilvania del 1890 era, mi si permetta, un gioco da ragazzi; ma come si fa ad affittare un appartamento, oggi come oggi, senza un codice fiscale? Ed a salire su un aereo senza passaporto? Va bene trasformarsi in pipistrello, ma quanti giorni (pardon, notti) di viaggio ci vogliono per andare, che so, dalla Transilvania alla Nuova Zelanda?
A questa (e molte altre domande) risponde l’interessante e originalissimo mockumentary “What we do in the shadow” diretto ed interpretato da Taika Waititi e Jemaine Clement.
I quattro protagonisti del film condividono una casa nei sobborghi di Wellington, Nuova Zelanda, e si trovano alle prese con problemi estremamente pratici, come il rispetto dei turni per il lavaggio dei piatti, le bollette scadute o la difficoltà di trovare una colf di fiducia. Poco cambia il fatto che siano vampiri provenienti da diverse epoche. Il vecchissimo Petyr non comunica, se non a grugniti e la sua bestiale fame di sangue disgusta (e un po’ spaventa) anche i suoi più moderni coinquilini, del resto potrebbe avere ottomila anni e questo giustifica – in parte – la sua mancanza di buone maniere. Vladislav ha circa otto secoli ed un glorioso passato da feroce condottiero balcanico però, da quando la sua nemesi “the beast” lo ha umiliato in un modo indicibile (e non detto), non si sente più lo stesso. Vlago è un perfetto dandy del XVIII secolo, è convinto che - anche se l’incontro con le sue vittime sarà per loro l’ultimo giorno su questa terra - “non c’è motivo per cui non debba essere una giornata piacevole”. Deacon, invece, ha solo 180 anni, era un venditore ambulante ed è il giovane “scapestrato” del gruppo; è per colpa sua che le cose si complicano il giorno in cui vampirizza Nick per errore e questi viene accolto nel nido…
Ovviamente, anche i nostri vampiri possono levitare, ipnotizzare, trasformarsi in pipistrelli e fare tutto ciò che un vampiro per bene dovrebbe saper fare, ma il loro maggior divertimento è agghindarsi in modo improbabile per uscire il venerdì sera e passeggiare lungo le strade di Wellington. Niente di più semplice, giusto? Beh, vi siete mai chiesti come faccia un vampiro a pettinarsi davanti ad uno specchio che non ne riflette l’immagine?
Se siete curiosi di scoprire questo e mille altre cose non dette sulla vita quotidiana dei vampiri, non potete perdere questa piccola perla di umorismo “british” (da manuale la sequenza in cui Deacon racconta del proprio passato nazista e di come sia arrivato in Nuova Zelanda), il film, proiettato per la prima volta al Sundance Film Festival di Salt Lake City nel 2014 è stato assai apprezzato dai critici ed ha guadagnato sette milioni di dollari a fronte di un budget di soli due milioni.
La trama è stata ripresa, con personaggi ed interpreti differenti, in due spin-off televisivi arrivati per ora entrambi alla terza stagione: Wellington Paranormal (2018), che racconta le avventure di una improvvista unità speciale delle forze di polizia di Wellington e What We Do in the Shadow (2019).
Ah, ci sono anche i lupi mannari, ovviamente.