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The Losers
regia di Sylvian White
Pubblicato su SITO
Anno
2010-
Warner Home Video
Prezzo €
14,90-
ISBN
5051891017719
Una recensione di
Giuseppe Bonaccorso
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Votanti:
14573
Media
79.58%
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Quando sono gli Sfigati a combattere per l’America
La riduzione per il grande schermo per la regia di Sylvian White (Ronin e Stepping) del comic The Losers non ha garantito un determinato tipo di fedeltà all’opera originaria. Oltre al normale adattamento che un lavoro scritto (e disegnato) riceve per la sua trasposizione cinematografica, la trama concettuale di The Losers ha subito un taglio tematico di notevole entità e in assenza di questa operazione di censura il pubblico avrebbe avuto un significato molto diverso e, soprattutto, molto più pregante. Quando Andy Diggle, cavallo di razza britannico per la casa fumettistica della DC Comics, scrisse il primo numero de The Losers era il 2003 e la portò avanti fino al 2006. Contestualizzando il lavoro dello scrittore, non possiamo fare a meno di notare come il fumetto uscì nel cuore degli anni caldi dell’amministrazione Bush. Dopo l’11 settembre 2001 e la guerra in Afghanistan, il 20 marzo 2003 gli USA attaccarono l’Iraq, dando il via alla guerra per la destituzione del dittatore Saddam Hussein. Il gruppo di “sfigati” protagonisti si trovano a combattere non contro uno psicopatico genio del male, Max, che nel movie è stato ridotto, insieme al film, ad un terrorista-trafficante d’armi miliardario, ma piuttosto contro il vero nemico del Colonnello Clay, capo squadra dei nostri eroi, la degenerata America, la nazione in mano ai corrotti, alle lobby, ai criminali in doppio petto e sicuramente contro un governo connivente. Che Diggle in questo modo abbia caricato la sua serie di critiche all’amministrazione Bush, è palese, come è chiara la fascinazione che lo scrittore ha ricevuto dalle teorie complottistiche che si trovano dietro alle spiegazioni della recrudescenza terroristica dell’ultimo decennio. Gran parte dell’azione del fumetto è ambientata in territori mediorientali, tra l’Afghanistan e l’Arabia Saudita. Lo stesso Afghanistan è visto come teatro per una guerra sporca e cinica, dove non c’è patriottismo, non ci sono valori da difendere lì in mezzo al deserto, dove gli stessi Losers hanno dubbi sulla loro lotta contro la corruzione americana e dove il Colonnello Clay, quasi un reduce dalla letteratura patriottica, ricorda a suon di schiaffi la loro alta missione: incastrare l’“Agenzia” (poco nascondimento per l’agenzia per eccellenza: la CIA) e farle pagare tutto quello che ha fatto contro i veri americani. Max stesso è un prodotto della politica corrotta e della devianza del sogno americano, un ex agente segreto che, dopo le ultime guerre ideologiche contro il comunismo, è uscito fuori controllo, senza scopo né obiettivi. Un nemico pericoloso, disposto a tutto pur di trovare agli USA un nuovo nemico, creandolo anche da zero: il terrorismo. Per Diggle, quindi, inglese naturalizzato americano, l’America in sé non ha colpa, il crimine lo commette il sistema che ha condotto gli USA ad essere disposti a tutto pur di esportare la loro idea politica, copertura per traffici ben meno leciti. The Losers è stato ridotto a action-movie (d’autore) con sprazzi brillanti di dialoghi delegati a Jensen (Chris Evans) e a rocamboleschi effetti speciali e frasi ad effetto. Forse che il pubblico non ne può più di film denuncia? Il diritto allo svago è sacrosanto, ma lo snaturare un bel fumetto come The Losers è capziosità artistica.
Una recensione di Giuseppe Bonaccorso
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